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Lettera scritta il 23 marzo 2008 da S. E. Mons. Claudio Gatti, Vescovo ordinato da Dio

23 marzo 2008

Lettera scritta il 23 marzo 2008 da S. E. Mons. Claudio Gatti, Vescovo ordinato da Dio, a 68 cardinali, scelti secondo criteri indicati dalla Madonna, per proporre una soluzione che potrebbe, se accettata dall’autorità Ecclesiastica, risolvere il grave e delicato problema dei sacerdoti che vogliono sposarsi e continuare a svolgere il ministero e dei sacerdoti già sposati, dopo aver ottenuto la riduzione allo stato laicale, che desiderano essere reintegrati nell’esercizio dell’ordine sacro

Carissimo confratello,

non possiamo continuare ad osservare, silenziosi ed impotenti, la grave emorragia che da decenni colpisce la Chiesa: l’abbandono del sacerdozio da parte di decine di migliaia di sacerdoti.

Secondo stime, non so se attendibili, i sacerdoti che hanno chiesto la dimissione dallo stato clericale sono circa 150 mila, una cifra impressionante se si pensa che coloro che esercitano attualmente il ministero sacro sono poco più di 400 mila.

Dopo aver lungamente pregato e riflettuto, ho formulato una soluzione che si può proporre a quei sacerdoti che, sempre più numerosi, e a volte anche incoraggiati da vescovi, chiedono l’abolizione del celibato, la facoltà di sposarsi e la possibilità di continuare ad esercitare il sacerdozio. La stessa soluzione può essere estesa anche ai sacerdoti che, avendo ottenuto la riduzione allo stato laicale, si sono sposati e vorrebbero essere reintegrati nell’esercizio del sacerdozio.

La mia proposta spegnerebbe l’animosità e sterilizzerebbe le argomentazioni di certi noti personaggi che si presentano come profeti, inviati da Dio, per introdurre di nuovo nella Chiesa il sacerdozio esercitato da persone coniugate.

San Paolo ha affermato che la verginità è una libera scelta e non un precetto imposto dal Signore (I Cor. 7,25), ma coloro che aspirano al sacerdozio, devono rassomigliare al Primo e Sommo Sacerdote e tener presenti le sue parole: "Non tutti comprendono questo discorso, ma soltanto coloro ai quali è dato. Vi sono eunuchi che si resero tali per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda" (Mt. 19, 11-12).

È vero che per i primi tre secoli della storia della Chiesa i vescovi, i presbiteri e i diaconi potevano contrarre matrimonio, ma bisogna anche rammentare le ragioni per cui il Concilio di Elvira (360) ha imposto il celibato al clero: l’abbassamento del tenore di vita e il crollo morale dei suoi membri.

Fino ad allora i pastori della Chiesa potevano sposarsi, ma solo prima dell’ordinazione sacra, non dopo. Se volevano sposarsi dopo l’ordinazione, dovevano rinunciare all’incarico.

Sempre San Paolo ammonisce che coloro che si sposano "avranno tribolazione nella carne ed io vorrei risparmiarvele. Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, compiacere al Signore" (I Cor. 7, 28-32).

I ministri di Dio devono vivere il celibato con gioia, perché con la loro vita casta devono ricordare ai fratelli laici, spesso immersi nella materia, la condizione finale dell’uomo. La loro vita, votata alla castità, è un'anticipazione dello stato della resurrezione: "Infatti nella resurrezione non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli di Dio in cielo" (Mt. 22,30). La Madre dell’eucaristia ha fatto sapere che Dio vuole che i sacerdoti vivano in grazia, rispettino il celibato e pratichino la virtù della castità.

Per impedire ai ministri sacri di peccare contro il sesto comandamento e di commettere sacrilegi, è bene concedere loro, senza molte resistenze da parte dell’autorità Ecclesiastica, la riduzione allo stato laicale per sposarsi.

Ai sacerdoti che vogliono sposarsi e continuare a svolgere il ministero sacro, e ai sacerdoti ridotti allo stato laicale e sposati che vogliono essere reintegrati nell’ordine sacro, la Chiesa, che deve continuare ad amarli come figli prediletti, può concedere di far parte del diaconato permanente e di svolgere le funzioni proprie del diacono.

Questi sacerdoti che hanno compiuto studi di teologia, completato la formazione, accumulato esperienze, sono un potenziale prezioso per la Chiesa, alla quale possono dare un valido contributo.

Possono essere ministri ordinari del Battesimo e della Comunione ed essere delegati ad assistere al Matrimonio.

Possono impartire benedizioni particolari e la benedizione eucaristica. Possono predicare la Parola di Dio e tenere corsi di preparazione al Battesimo, alla Prima Comunione, alla Cresima, e al Matrimonio. In modo particolare possono assistere spiritualmente gli ammalati e gli anziani che la Madonna chiama "perle del Signore". Infatti possono andare frequentemente a trovarli per recare loro il sostegno della Santa Comunione, e il conforto della Parola di Dio. Inoltre, se gli ammalati e gli anziani che visitano fossero in pericolo di vita e non fosse possibile reperire il sacerdote per confessarli, potrebbero secondo il can. 976 del C.I.C. assolvere validamente e lecitamente i loro peccati.

I presbiteri che esercitano le funzioni del diaconato devono essere incardinati in una diocesi e dipendere da un vescovo. Sarà compito degli Ordinari studiare i modi e stabilire i tempi per riammetterli all’esercizio del ministero sacro.

Spero che questa proposta venga accolta favorevolmente dal Vaticano e dai vescovi per chiudere una piaga molto dolorosa della Chiesa e mi auguro che l’autorità Ecclesiastica competente mi riconosca la paternità di averla formulata.

Cari confratelli, dopo aver letto questa mia proposta non potete far finta di nulla e coprire le vostre responsabilità col silenzio.

Dovrete rendere conto a Dio e al futuro Papa che certamente non sarà quel cardinale, noto a tutti, che sta svolgendo un'attività frenetica nel raccogliere consensi per ascendere al Soglio Pontificio.

Per conoscere come agisce Dio quando chiama qualcuno a svolgere una missione, leggete la storia di Davide (I Sam. 16, 1-13).

Sui confratelli vescovi e sacerdoti che dovranno valutare la mia proposta, invoco la luce dello Spirito Santo.

Maria, Madre dell’eucaristia, ci protegga tutti (Giovanni Paolo II).


Claudio Gatti

Vescovo Ordinato da Dio

Vescovo dell’Eucaristia


Roma, 23 marzo 2008

Festa di Pasqua: Risurrezione del Signore.