Eucharist Miracle Eucharist Miracles

Omelia di S.E. Mons. Claudio Gatti del 25 maggio 2008

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO A)

I lettura: Dt 8,2-3.14-16; Salmo 147; II lettura: 1Cor 10,16-17 Vangelo Gv 6,51-58

[Sion, loda il Salvatore,

la tua guida, il tuo pastore

con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:

egli supera ogni lode,

non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:

questo è tema del tuo canto,

oggetto della lode.

Veramente fu donato

agli apostoli riuniti

in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,

gioia nobile e serena

sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne

nella quale celebriamo

la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,

nuova Pasqua, nuova legge;

e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,

la realtà disperde l'ombra:

luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria

ciò che ha fatto nella cena:

noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,

consacriamo il pane e il vino,

ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:

si trasforma il pane in carne,

si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,

ma la fede ti conferma,

oltre la natura.

È un segno ciò che appare:

nasconde nel mistero

realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;

ma rimane Cristo intero

in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,

né separa, né divide:

intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,

ugualmente lo ricevono:

mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;

ma diversa ne è la sorte:

vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:

nella stessa comunione

ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento

non temere, ma ricorda:

Cristo è tanto in ogni parte,

quanto nell’intero.

È diviso solo il segno

non si tocca la sostanza;

nulla è diminuito

della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,

pane dei pellegrini,

vero pane dei figli:

non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,

in Isacco dato a morte,

nell'agnello della Pasqua,

nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,

o Gesù, pietà di noi:

nutrici e difendici,

portaci ai beni eterni

nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,

che ci nutri sulla terra,

conduci i tuoi fratelli

alla tavola del cielo

nella gioia dei tuoi santi.


Oggi avete ascoltato la sequenza per intero, ma non riesco a capire per quale motivo, in occasione della festa del Corpus Domini, ne viene letta soltanto una parte. Questa sequenza è stata composta da San Tommaso d'Aquino e fa parte di un trattato che egli ha scritto sull’Eucaristia. Dopo averlo composto ha ricevuto da Gesù i ringraziamenti e gli apprezzamenti. Il Signore gli ha detto: “Caro Tommaso, tu hai scritto molto bene di Me e ora cosa vuoi come ricompensa?” e Tommaso gli ha risposto: “Nulla, Signore, io voglio solo Te Stesso”. Dico questo semplicemente per farvi capire che il grande teologo non è colui che ha dimestichezza con la teologia, ma è colui che ha confidenza con Dio e nella luce di Dio riesce a capire, per quanto umanamente possibile, le verità sublimi e i grandi misteri che fanno parte del patrimonio di fede del Cristianesimo. Era avvenuto relativamente da poco il miracolo eucaristico di Bolsena, che tutti conoscete come miracolo eucaristico di Orvieto. Questo miracolo è stato immediatamente riconosciuto dal Papa, che si è recato a Bolsena a rendersi conto di quanto era avvenuto e un anno dopo ha stabilito, per tutta la Chiesa, la festa del Corpus Domini. Quanto erano diversi i nostri antenati da noi, quanto erano diversi i pastori di allora dai pastori di oggi, ma non è questo ciò che interessa. Ci interessa vedere come San Tommaso è arrivato a dire, in forma lirica e poetica, verità che oggi addirittura non sono accettate, anzi, rifiutate da persone che dovrebbero difendere la verità. Questo grande teologo probabilmente è il più grande, tra i primissimi come grandezza e speculazione teologica nati finora e che hanno scritto e lavorato per difendere, illuminare e presentare le verità di fede del Cristianesimo.

La sequenza è lunga e io devo fare come ha detto Gesù il giorno della festa della domenica delle Palme, quando, prendendo lo spunto dal somarello sul quale entrava in Gerusalemme, dopo averci parlato a lungo e di cose diverse, disse: “Con il discorso sto andando di qua e di là, come il somarello..” (lettera di Dio 16 Marzo 2008). Quando uno ha tante cose da dire e il tempo è breve, è costretto a ripetere l'esperienza di Gesù e anch'io farò come Lui. Non potendo dare una spiegazione totale, soddisfacente e dettagliata, sarò costretto a prendere soltanto alcuni versi e sottoporli a voi perché li possiate approfondire. Saltiamo quindi i primi versetti che preparano l'incontro con Gesù Eucaristia. Tutti sanno che nell'ultima cena, qui rappresentata, è stato donato a noi il mistero eucaristico e nella celebrazione eucaristica quotidiana si rende sempre presente e attuale il mistero della Croce. Questo banchetto eucaristico, perché Comunione, assunzione del Corpo e del Sangue di Cristo, è completamente diverso dalle offerte del Vecchio Testamento, quando venivano offerti a Dio gli animali e una parte delle loro carni era data in cibo alle persone stesse: lì mangiavano una realtà terrena, noi mangiamo, invece, una realtà Teandrica, vale a dire umana e divina. Per questo, l'offerta del sacrificio del Vecchio Testamento cede il passo all'offerta del Nuovo Testamento, in cui splende la realtà, non ci sono più ombre, ma c'è il fulgore della luce che viene dall'Eucaristia. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nell’ultima cena, non è soltanto un semplice ricordo. La differenza tra noi e i nostri fratelli protestanti è che per loro è un ricordo di un evento passato, distante, staccato da loro, per noi, invece, è attualizzazione e presenza. Quindi, in modo misterioso e reale, lo stesso evento della morte del Cristo, anticipato nell’Eucaristia dell'ultima cena, si fa presente a noi. Nessuno è in grado di spiegare in che modo, né a noi interessa una comprensione. Mistero è ciò che supera l'intelligenza umana, di conseguenza, quello che conta è credere in ciò che Cristo ha fatto e che dona agli uomini, in tutti i tempi e in tutte le zone della terra.

La celebrazione eucaristica è una risposta al comando: “Fate questo in memoria di me”. Di fronte a questo comando, l'impegno, l'esecuzione dell'ordine ci deve mettere nella situazione, per fede, non per dimostrazione razionale, di avere la certezza che quello che noi vediamo come pane e vino sono Corpo, Sangue, Anima e Divinità del Cristo. Gesù, come dirà successivamente, è presente sia sotto le specie del pane, sia sotto le specie del vino, ovvero non c’è separazione per cui il corpo senza il sangue è presente sotto le specie del pane e il sangue senza il corpo è presente sotto le specie del vino. È Cristo “totus”, totale, che è contemporaneamente presente in entrambe le specie. Il discorso della divisione delle specie sta a ricordarci la divisione che avviene nel sacrificio con la morte, solo questo. È un discorso legato alla materia e la scelta della materia per realizzare un sacramento è compito del Cristo, non è una scelta che può essere attribuita alla Chiesa. Il che significa che se, ipoteticamente, Cristo fosse nato in Lapponia o al Polo Nord, dove non era perlomeno facile trovare del pane e del vino, con tutto il rispetto, poteva scegliere come materia il pesce. Non vi dovete meravigliare, il pane e il vino sono elementi naturali facilmente reperibili nel mondo in cui il Cristo è vissuto e ha operato, quindi ha scelto come materia ciò che poteva essere preso, ma la materia appartiene, come scelta, soltanto a lui. Il Signore non è vincolato da niente, Cristo è libero, nell’istituzione di tutti i sacramenti, di dare le parole, la cosiddetta formula, di indicare il ministro che deve amministrare il sacramento e la materia per cui il sacramento si fa presente, Cristo è libero di fare tutte le scelte che vuole. Coloro che negano a Cristo, anche oggi dopo duemila anni, questa possibilità, questa autorità, questa realtà sono peccatori, eretici e fuori dalla Chiesa. Cristo può fare anche a meno della materia per realizzare un sacramento, può fare anche a meno delle parole che ha detto, infatti per Lui è sufficiente dire: “Questo è il mio Corpo” ed è Eucarestia, è sufficiente che dica: “Questo è Vescovo” ed è realmente Vescovo e chi dice il contrario è fuori dalla Chiesa, anche se occupa posizioni elevatissime. Nessuno può imporre a Cristo vincoli, leggi, disposizioni e convenienze, perché è blasfemo solo pensarlo. Scusatemi se l'ho detto in modo accalorato, ma è ora di piantarla di permettere a queste persone di profanare l'Eucaristia, di offendere Dio e di offendere Cristo. Dovete, dobbiamo avere il coraggio, come l'ho avuto io, di dire: “Stai bestemmiando, tu sei fuori dalla Chiesa, non sono io fuori dalla Chiesa e hai la tremenda responsabilità di trascinare all’inferno dietro di te molte altre persone”. Dobbiamo aver paura solo di Dio, non degli uomini, tantomeno di quelli che negano la verità.

“Tu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma…”. Certo che è così. Alcuni ironizzano, ma se quel miracolo grande per cui una sostanza che è pane è trasformata in Corpo, Sangue, Anima del Cristo e se una sostanza che è vino è trasformata in Corpo, Sangue, Anima del Cristo, allora Cristo non può operare che da un'ostia fuoriesca il sangue? E bestemmia chi dice che è opera del demonio. Perché se un sacerdote autenticamente ordinato dice quelle parole, usa quella formula, quella è Eucaristia, anche se il sacerdote dubita di quello che sta facendo e di questo fa testo il miracolo di Bolsena. E io aggiungo, e questa è una responsabilità di cui dovrà rendere conto a Dio, anche se un sacerdote è in peccato, egli consacra validamente l’Eucaristia. Nessuna autorità può dire che quella non è Eucaristia consacrata da un sacerdote, addirittura anche se buttato fuori dall’istituzione. È ora di smetterla, non possiamo più permettere che le persone che dovrebbero difendere l'Eucaristia, l'offendano, le manchino di rispetto, bestemmiando. Queste sono bestemmie perché coloro che fanno simili affermazioni sono profanatori dell'Eucaristia e, in quanto profanatori dell'Eucaristia, sono, ipso facto, scomunicati.

“…mangi carne bevi sangue ma rimane il Cristo intero in ciascuna specie…”. Questo è stato già evidenziato in precedenza.

“… chi ne mangia non lo spezza ne separa ne divide intatto lo riceve…”. Vi ho detto tante volte che, per quanto riguarda la profanazione, quando le persone stupidamente offendono Dio, pensando di nuocerGli, colpendo l'Eucaristia con pugnali o bruciando l'Eucaristia o sputando verso l'Ostia Sacra, costoro non colpiscono Dio, non colpiscono Cristo. Ad esempio, non succede nulla se noi mastichiamo l’Eucaristia. A volte, anche per semplicità che confina con l'ignoranza, alcuni dicono: “Non mi permetto di masticare l'ostia per non offendere Cristo”. Io non ho mai insegnato queste cose, invece vi ho detto di prendere l'ostia, ma dovete essere in grazia di Dio, questo è quello che conta. La Madonna, anzi, Gesù stesso oggi l’ha ripetuto, poi se per deglutire l'Eucaristia dovete masticarla, fatelo tranquillamente. Chi vi ha detto che non si può fare? Non io.

“… siano uno siano 1000 ugualmente lo ricevono e mai è consumato …”. Se tutto il Cristo, come vero Dio e vero uomo, è ricevuto contemporaneamente da poche persone o da una moltitudine enorme di persone, non è il numero che fa la differenza, ma la condizione dell'anima.

“… vita ai buoni morte agli empi …”. È riportato anche nella scrittura e lo dice Paolo stesso che firmano la propria condanna coloro che ricevono il Cristo indegnamente.

“… quando spezzi il sacramento non temere ma ricorda Cristo è tanto in ogni parte quanto nell'intero …”. Se si spezza l'ostia e si dà un frammento o se si dà tutta l’Ostia intera, non fa differenza, Cristo è presente. O meglio, c'è una differenza: la presenza del Cristo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità reale e misteriosa è legata alla consumazione delle specie, per cui in noi sacerdoti la presenza del Cristo si prolunga, oltre quella vostra, perché voi avete un'ostia piccola, mentre noi abbiamo un'ostia grande. È solo questa la differenza, non ce ne sono altre. Per cui quelle associazioni che spezzano l'Eucaristia lasciando i frammenti, che poi raccolgono e buttano, profanano l’Eucaristia. Se dovesse, per disgrazia, capitare che anche un solo frammento cada per terra, deve essere preso e consumato e poi purificare dove è caduto. Sicuramente questo vi è stato insegnato da bambini. Dio ci ha dato l'intelligenza, ma a volte ho l'impressione che non ne facciamo uso.

“… ecco il pane degli angeli pane dei pellegrini …”. Noi siamo i pellegrini, ma quello che si vuol dire qui è una verità enorme. L'Eucaristia, per la sua grandezza infinita, può essere data e viene data sia agli angeli sia agli uomini. Chi ha detto che gli angeli non possono fare la Comunione? Gli angeli fanno la Comunione, la Madonna fa la Comunione, San Giuseppe fa la Comunione. Quando affermiamo il contrario siamo stupidi e in questa stupidità trasciniamo anche gli altri a fare affermazioni che sono meschine e contrarie alla verità.

“… vero pane dei figli …”. Il pellegrino è colui che va verso un luogo e per arrivarci fa fatica e prega. Il luogo che ci è stato indicato e che dobbiamo raggiungere è il Paradiso e in Paradiso si va solo in modo ordinario, con l'Eucaristia.

“… non deve essere gettato …”. Quante ostie sono state gettate, quante ostie sono state profanate! Questo è tremendo, è blasfemo.

“… buon pastore vero pane Gesù pietà di noi nutrici e difendici portaci ai beni eterni nella terra dei viventi …”. Questo è semplice da comprendere.

“… tu che tutto sai e puoi che ci nutri sulla terra conduci i tuoi fratelli …”. L'ho letto perché volevo indicare che San Tommaso la pensa come il vostro Vescovo. È lui che dice, rivolto a Gesù, che noi siamo i suoi fratelli e quindi noi abbiamo il diritto, rivolgendoci a Gesù, di chiamarlo fratello, perché questo lui vuole, questo lui desidera. Non c'è altro da aggiungere, se non che dobbiamo guardare nel nostro cuore e porci la domanda: “Io amo l'Eucaristia?”. Se la risposta è sì, e mi auguro che sia così per tutti, passate alla seconda domanda: “Perché non cresco nell'amore verso l'Eucaristia?”. La risposta non ve la posso dare io, la deve dare ciascuno di voi alla propria coscienza e ciascuno di noi, a cominciare da colui che vi parla, può e deve, quotidianamente, aumentare nell'amore a Gesù Eucaristia.

Sia lodato Gesù Cristo.