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Omelia del 11 Gennaio 2009

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

I Lettura: Is 55,1-11; Salmo: Da Is 12; II Lettura: 1Gv 5,1-9; Vangelo: Mc 1,7-11

Il Vescovo parla all’inizio della Santa Messa

Oggi celebriamo l’anniversario dell’annuncio, da parte di Dio, del Trionfo dell’Eucaristia, del Vescovo dell’Eucaristia e della Vittima dell’Eucaristia, a tutta l’umanità. Io mi impegno, pubblicamente, a far sì che il 10 gennaio di ogni anno possa essere introdotta nella Chiesa questa festa. Nella Chiesa esistono feste, a parer mio, più piccole e più modeste. Ad esempio, il 9 novembre è la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni, il 17 settembre è la festa per le stimmate di San Francesco, il 7 ottobre è ricordata la vittoria di Lepanto da parte dei cristiani sui musulmani. Ma queste feste e le altre impallidiscono di fronte a questa festa, che dovrà essere introdotta nella Chiesa.

Diversi anni fa, quando la Madonna ci disse che la storia della comunità sarebbe entrata a far parte della storia della Chiesa, ci siamo meravigliati e non ci abbiamo creduto in pieno non perché dubitassimo delle sue parole, ma perché i nostri dubbi erano su noi stessi. Infatti, ci sembrava assurdo che la storia di un piccolo gruppo di persone potesse entrare a far parte di quella ormai millenaria della Chiesa stessa. Eppure è così, non può essere tacitato un intervento da parte di Dio così grande e secondario solo alla redenzione operata da Cristo. Di fronte a questa festa le altre dovranno cedere il passo, perché qui c’è un’azione diretta da parte di Dio. Se nelle altre feste ci può essere stato un semplice beneplacito da parte di Dio qui, invece, c’è proprio un’azione intesa nel termine più stretto. E allora un domani, quando Dio vorrà, questa festa sarà celebrata non solo qui nel luogo taumaturgico con le poche persone che fanno parte di questa comunità, ma da tutta la Chiesa. Tutta la Chiesa celebrerà questa vittoria e questo trionfo. Noi non dovremmo essere gelosi, né comportarci come quegli operai della parabola del Vangelo della prima ora. Sì, è vero, siamo gli operai della prima ora, ma dobbiamo godere del fatto che anche altri si aggiungeranno a noi sempre più numerosi, sempre più entusiasti nel ringraziare e lodare Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Grazie, riprendiamo la Santa Messa.


Omelia

Questi brani che abbiamo appena letto evidenziano lo stile di Dio. E qual è lo stile di Dio? È la discrezione, il silenzio e l’umiltà. L’evento atteso per secoli, cioè l’Incarnazione, avviene nella piena disattenzione da parte di tutti. Chi è che viene ammesso a esserne partecipe? I semplici e alcuni personaggi importanti e potenti: i magi. Quest’ultimi però sono umili e realmente appartengono ai puri e ai semplici di cuore. Il Trionfo dell’Eucaristia, dopo la redenzione, è la più grande realtà operata da Dio. Il Signore a chi si rivolge per far trionfare l’Eucaristia in tutta la Chiesa? A poche persone, semplici persone: inizialmente a un sacerdote e a una ragazza, successivamente a un vescovo e a una veggente, due persone umili, semplici e che, come avete sentito oggi nella lettera di Dio, non sono neanche coscienti di ciò che hanno fatto, perché il merito di tutto questo è esclusivamente di Dio.

Ecco da dove nasce la gratitudine mia e di Marisa: Dio ci ha preso e ci ha portato ad un’altezza così elevata che non avremmo mai raggiunto da soli, con le nostre forze: questo è lo stile di Dio. Altri ecclesiastici lottano, faticano, compiono anche delle cose brutte pur di arrivare in alto, mostrando potenza, vanità, superbia, ma tutto questo non è di Dio. Purtroppo, tutti questi comportamenti sono ancora presenti in molti membri della Chiesa e soprattutto nei gradi più alti della gerarchia ecclesiastica. Allora è Dio che deve convertirsi allo stile degli uomini o sono gli uomini che dovrebbero convertirsi allo stile di Dio? Noi abbiamo accettato e vissuto lo stile di Dio. Dicendo noi, non indico solo me e Marisa, ma anche voi. Ho sempre detto che la garanzia della buona riuscita di tutto ciò che Dio ha compiuto, servendosi di noi, è l’umiltà: nessuno di noi due ha ambito a posizioni alte. E cos’è avvenuto? Dio stesso ci ha portato in alto: vedete veramente la grandezza di ciò che Dio ha operato. Lo ribadisco un’altra volta: nessuno di noi ha chiara la grandezza del Trionfo dell’Eucaristia. Non riusciamo a comprenderla perché, prima di tutto, è un’opera di Dio. Quindi è talmente grande che l’intelligenza umana non arriva a comprenderne la grandezza, percepisce solo qualche effetto e scorge qualche segno. Allora ho chiesto allo Spirito Santo che ci illumini per fare un ulteriore passo in avanti nella comprensione di quello che Dio ha operato e che ci aiuti ad essere strumenti umili, piccoli, ma, e questo lo sottolineo, scelti da Dio.

Chiediamo allo Spirito Santo questa luce e questa capacità di comprensione; viviamo nella semplicità che ha caratterizzato sempre il nostro essere perché, più saremo semplici, più verremo portati in alto, non secondo il giudizio umano, ma secondo quello divino. Coloro che sono stati condannati, umiliati e che sono stati oggetto di denigrazione, di irrisione e di derisione, saranno portati in alto mentre coloro che li hanno combattuti, cercando anche di eliminarli, saranno estromessi da Dio.

Per quanto è possibile guardiamo avanti fiduciosamente e serenamente e oggi ringraziamo Dio. Io e Marisa possiamo dire, come la Madonna: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”. Abbiamo fatto cose grandi, perché l’ha voluto Lui. Il dono dell’episcopato, voluto direttamente da Dio e il Trionfo dell’Eucaristia, sono interventi grandiosi, che avrebbero dovuto scuotere anche le menti dei più potenti. Non ho paura di affermare che, se il Signore mi avesse lasciato la scelta di indicare una persona come strumento di questo capolavoro, non avrei scelto certamente me. E voi sapete che quando parlo sono sincero, profondamente sincero. Questo ha voluto il Signore, io non posso farci niente, Marisa non ci può far niente e voi meno ancora.

Meditate e gustate tutto quello che vi ho detto: questo è lecito farlo. Non parlerò più, state tranquilli.