Omelia del 10 Gennaio 2008
Mt 15,29-39
Gesù ha parlato fin dall’inizio della sua predicazione dell’Eucaristia, ed è un discorso che gli sta molto a cuore fin dai primi momenti della sua vita pubblica. Poiché è Dio, e prepara tutto nel miglior modo possibile, ha organizzato il grande discorso della promessa dell’Eucaristia dopo aver fatto il grande miracolo della moltiplicazione dei pani. Lo ha fatto in quel momento per far comprendere meglio alle persone che esistono due pani. Uno è il pane materiale, e voi sapete che viene assimilato dal nostro corpo dopo che lo abbiamo mangiato, l’altro è il pane del cielo, il pane degli angeli che, invece, ha una funzione esattamente contraria: l’Eucaristia ci trasforma in figli di Dio sempre più somiglianti a Lui.
Forse, a volte, dimentichiamo che Gesù è Dio, perché siamo abituati a vederlo tratteggiato nei disegni, nelle pitture, scolpito nelle statue, ma Gesù, oltre che vero uomo, è anche vero Dio. Cristo ha una doppia natura, umana e divina, ha una doppia volontà, umana e divina ed ha una doppia scienza, umana e divina. La sua natura divina gli permette di arrivare dove la natura umana non può giungere.
Vorrei invitarvi a guardare con gli occhi dell’anima la scena raccontata dal Vangelo. Queste persone sono stanche, come Gesù stesso ha riconosciuto, lo stanno seguendo da giorni e, per ascoltare i suoi insegnamenti, non pensano neanche a mangiare. L’hanno seguito fino in quel luogo dove non è possibile acquistare i viveri. Osservate la delicatezza di Gesù che si preoccupa della stanchezza e della fame di coloro che lo seguono. Sono più di cinquemila uomini. Il Signore aveva già fatto il discorso agli apostoli per mettere alla prova la loro fede. Gesù dice alle persone che lo seguono di sedersi a gruppi di cinquanta e opera il miracolo della moltiplicazione dei pani. Ma le persone, purtroppo, non rispondono bene agli stimoli spirituali. Forse seguivano Gesù più per il desiderio di emergere, di primeggiare, per vedere i miracoli e non tanto per il desiderio di dare un colpo d’ala alla propria vita spirituale, innalzandosi così sulla mediocrità della vita quotidiana. Sicuramente non erano animati da una fede profonda e da una fiducia illimitata nel Cristo.
Gesù, quando deve insegnare o dire qualcosa, non si ferma di fronte a niente e nessuno, perché è il Maestro e nessuno può essergli d’ostacolo. Ed ecco il meraviglioso discorso sull’Eucaristia sul quale non mi voglio dilungare ora perché voglio fermarmi e tentare di entrare maggiormente nel cuore eucaristico di Gesù
Ho domandato a Gesù: “Cosa stavi pensando mentre facevi questo discorso?”. Gesù stava pensando al modo in cui gli uomini avrebbero accolto l’Eucaristia, a chi l’avrebbe amata, a coloro che l’avrebbero osteggiata e a chi gli sarebbe stato fedele o infedele. Gesù pensava anche a coloro che ne avrebbero fatto la bandiera della propria predicazione e anche a quanti, invece avrebbero sorvolato sulla centralità e sull’importanza dell’Eucaristia. Poiché in Dio non c’è differenza fra presente, passato e futuro, il tempo davanti a Lui è annullato. Gesù ha visto con un colpo d’occhio tutto ciò che riguardava l’Eucaristia e ha visto ciascuno di noi. Così come Vangelo di san Luca quando si parla del giovane ricco che incontra Gesù e san Luca, riferendo il sentimento di Gesù nei confronti di questo giovane, dice: “Lo guardò e lo amò”. Ebbene in quella circostanza Gesù, vero Dio e vero uomo, ha visto ciascuno di noi. Ha visto questo luogo taumaturgico e ha visto che, dopo un declassamento dell’Eucaristia fino quasi a farla scomparire, perché questo era l’intento del piano massonico diabolico degli uomini della Chiesa, l’importanza dell’Eucaristia ha ripreso quota e si è imposta in tutta la Chiesa.
Gesù ha visto il trionfo dell’Eucaristia e credo di poter dire che in quel preciso momento i suoi occhi si sono fermati con maggior amore e predilezione verso coloro che, per la realizzazione del trionfo dell’Eucaristia, avrebbero sofferto di più. Lo devo dire, non posso tacerlo: i suoi occhi si sono posati con amore sul Vescovo dell’Eucaristia, sulla vittima dell’Eucaristia e su tutti coloro che, anche se pochi, poco rappresentativi, non colti, non potenti, non ricchi, avrebbero seguito il Vescovo dell’Eucaristia e la veggente, la vittima dell’Eucaristia. È questo quello che dovete tener presente: la certezza che la storia parlerà di questi eventi, di questi miracoli, di questo luogo e di chi è stato chiamato da Dio a portare avanti la missione. È facile pensare che questa è la conseguenza di ciò che è successo in questo luogo taumaturgico. Infatti, il trionfo dell’Eucaristia in tutta la Chiesa è il più grande evento dopo la nascita, la passione, la morte e la resurrezione di Cristo. Non c’è nessun avvenimento, nessun evento nella storia della Chiesa che possa essere equiparato al trionfo dell’Eucaristia. Perché il trionfo dell’Eucaristia è l’attualizzazione del sacrificio eucaristico, è la redenzione che va incontro ad ogni anima e ad ogni persona.
La Madre dell’Eucaristia è stata sempre vicino a suo Figlio o in modo naturale o in modo soprannaturale tramite la bilocazione. Quando Gesù ha pronunciato questo discorso lei era presente e ha gustato queste parole. Anzi, è colei che le ha comprese e assaporate meglio di tutti e in lei hanno suscitato un amore enorme verso suo Figlio, Gesù Eucaristia. Ma dopo è successa anche un’altra cosa. La Madonna e Gesù, ogni tanto, si ritiravano a pregare. Gesù si ritirava a pregare e lo ha fatto anche quando era nel Getsemani dove aveva chiamato tre apostoli. Successivamente li ha lasciati, si è allontanato da loro e si è inoltrato ancora di più nel Getsemani. Con la Mamma Lui ha avuto una familiarità e un’intimità enorme. Gesù si è unito alla Mamma e hanno parlato dell’Eucaristia. “Tu sei Madre dell’Eucaristia” le ha detto Gesù, “Tu sei Gesù Eucaristia”, ha risposto la Mamma; hanno conversato ed hanno parlato anche di noi. E da dove vengono queste conoscenze, queste verità? Adesso comprendete e vi spiegate che cosa il Vescovo e Gesù si dicono quando vanno a “passeggio lungo il fiume Giordano”.