Eucharist Miracle Eucharist Miracles

Anno sociale 1999 - 2000

Storia delle apparizioni

Tutto è compiuto

"Il Padre mio continua ad agire ed anch'Io agisco." (Gv 5,17)

Tutto ciò che la SS.ma Trinità ha operato nel luogo taumaturgico: apparizioni di Gesù, della Madonna, degli angeli e dei santi; teofanie trinitarie; miracoli eucaristici; ordinazione episcopale di Don Claudio Gatti; non appartiene solo alla storia del Movimento Impegno e Testimonianza, ma fa parte della storia della Chiesa.

Dio è il massimo protagonista della storia umana ed ogni suo intervento nel mondo deve essere accettato, custodito e tramandato dalla Chiesa.

Molti uomini della Chiesa hanno preteso di collocare se stessi al posto di Dio, di esercitare l’autorità senza doverne rispondere a Lui e di non avere nessun limite nell’esercizio del loro potere.

Hanno svolto il loro ministero sentendosi padroni e non servi, dimenticando che la Chiesa è di Dio, non loro proprietà, e sono arrivati ad identificarsi con Essa, presentando le loro idee, decisioni, condanne come idee, decisioni e condanne della Chiesa.

Si sono serviti, spesso anche arbitrariamente, del C.I.C. per difendere il loro potere e per ridurre al silenzio chi invece invocava il Vangelo come guida suprema dell’agire umano. Eppure Gesù è stato molto chiaro nel delineare la fisionomia di chi esercita l’autorità: quella del servo.

"Chi tra voi vuole essere il primo dovrà essere vostro servo". (Mt. 20,27) "Non c'è servo più grande del suo padrone". (Gv. 13,16) "Quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, dite: "Siamo servi inutili"". (Lc. 17,10)

l’inizio del nuovo anno sociale 1999-2000 è coinciso con l’inizio ufficiale del servizio episcopale del nostro vescovo. Di questo abbiamo già esaurientemente parlato alla fine dell’introduzione del libro "Tu sei Vescovo ordinato da Dio - Vescovo dell’eucaristia" che raccoglie le lettere di Dio dell’anno sociale 1998-1999.

Da quando Don Claudio è stato ordinato vescovo da Dio, le diffamazioni e le calunnie contro di lui si sono intensificate ulteriormente. Gli uomini della Chiesa non hanno accettato che l’ordinazione episcopale è di origine divina ed hanno ricoperto di ridicolo, di offese e di cattiverie questo intervento di Dio, unico ed irripetibile in tutta la storia della Chiesa.

La speranza che tutte le grandi sofferenze finissero entro il 1999, come era stato più volte promesso da Gesù e dalla Madonna, era di conforto per il vescovo e per la veggente. Invece Dio, padre di tutti gli uomini, vedendo che rallentavano le conversioni dei suoi figli e che erano molto lontane dal numero che Egli aveva stabilito, ha fatto sapere "tramite la Madonna" che aveva spostato la data degli interventi per allungare il tempo della Sua misericordia e dare ancora agli uomini la possibilità di convertirsi.

Questo spostamento di date indubbiamente ha messo il vescovo e la veggente in una situazione molto critica e li ha esposti a ironie e giudizi pesanti, perché avevano tante volte ripetuto che il 1999 sarebbe stato l’anno del trionfo dell’eucaristia, della verità e del nostro trionfo.

La Madonna ha riconosciuto: "Anche se in questo momento sembrate dei falliti, voi non lo siete. La prova è grande e specialmente per voi due, miei cari figliolini, è una tortura continua". [1]

Abbiamo iniziato a vivere, abbandonandoci a Dio, la grande prova.

La salute di Marisa ha continuato a peggiorare: nuovi problemi sono sorti mentre i vecchi non si risolvevano. Anche Don Claudio non è riuscito a ricuperare forze ed energie fisiche, perché particolarmente prostrato e preoccupato da tutto ciò che si stava accumulando sulle sue spalle.

La Madonna ha rivelato: "Ho visto il vostro vescovo piangere in questi giorni e, come Mamma, ho sofferto con lui". [2]

Tante sofferenze di Don Claudio e Marisa, alle quali si sono unite quelle dei membri della comunità, specialmente dei giovani, assai provati e stanchi, non potevano non portare grandi frutti spirituali. La gioia più bella, più gradita, più grande è stata sapere che finalmente i sacerdoti, tanti sacerdoti hanno cominciato a parlare molto di più dell’eucaristia, a spingere i laici a partecipare alla santa Messa e a fare l’adorazione eucaristica.

Anche molti congressi eucaristici, celebrati nelle varie diocesi, compresa Roma, sono stati la conseguenza dei miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico.

Tutto questo fiorire di amore eucaristico, ha detto la Madonna: "È la vostra vittoria". [3]

Il vescovo ha scritto una lettera a coloro che avevano ricevuto il sacramento dell’ordine nei suoi tre gradi: episcopato, presbiterato e diaconato per invitarli a decidersi da quale parte collocarsi: o con Cristo o contro Cristo. (Allegato n. 1)

La Madonna ha commentato: "Queste lettere possono convertire qualsiasi uomo, se onesto. Le tue missive, arrivate a coloro che non ti amano, sono state portate in Vicariato, ma tanti le hanno conservate per rileggerle. All’uomo che non è buono dà molto fastidio che tu scriva lettere e racconti fatti e situazioni di cui dici la verità". [4]

Alcuni uomini della Chiesa, nemici dell’eucaristia e della verità, hanno preparato un piano per distruggere il vescovo e la veggente; tutto era stato studiato fin nei dettagli. Hanno stilato un documento che, secondo le loro intenzioni, doveva essere firmato dal Papa e stabilito anche la data per pubblicarlo: 8 dicembre 1999.

Questi signori l'8 dicembre 1994 avevano permesso di celebrare l’ultima Messa nella nostra cappella e l'8 dicembre 1999 avrebbero voluto sferrare l’ultimo potente colpo per annientare tutto ciò che Dio ha operato nel luogo taumaturgico; in entrambi i casi avevano scelto una delle più grandi feste mariane.

La Madonna ha manifestato in modo visibile la sua sofferenza per quanto gli uomini della Chiesa stavano preparando contro Don Claudio e Marisa.

"Durante il S. Rosario, specialmente durante le litanie, la statua che vedete davanti a voi si è animata e ha pianto. La vostra sorella voleva venire ad asciugarmi le lacrime, ma io ho detto: "No, Marisella, non c'è bisogno, le lacrime rientreranno". Non piangevo per voi, ma per ciò che stanno preparando i miei cari figli prediletti contro questo luogo, soprattutto contro il mio e vostro vescovo che Dio ha ordinato. Continuano a perdere tempo per distruggere questo povero Don Claudio che non dà fastidio, sta chiuso nella sua casa, non esce fuori, non fa trionfalismi, ama soltanto. Il suo è vero amore, amare le anime, anche se è trafitto in tutti i modi. Ricordate la frase: "Mi vendicherò e lo schiaccerò", colui che l’ha pronunciata ha mantenuto la promessa". [5]

Ormai si avvicinava il giorno fissato per celebrare le nozze di due nostri giovani: Angelo e Selenia e risuonavano nelle nostre orecchie le parole che la Madonna aveva pronunciato il 20 giugno 1999: "Da oggi dite ogni giorno una preghiera per coloro che si preparano al matrimonio e pregate per colui che deve sposarli, a lui Dio ha dato tutti i poteri".

Ancora una volta Don Claudio si è trovato nel doloroso dilemma: ubbidire a Dio o ai superiori? Dio ha dato al nostro vescovo "tutti i poteri", compreso quello di celebrare i matrimoni, ma l’autorità ecclesiastica glieli ha tolti colpendolo con la sospensione a divinis, anche se questa decisione è invalida, illegittima ed illecita.

Mons. Gatti era sicuro che il matrimonio da lui celebrato era valido e lecito, ma si chiedeva come potesse sortire anche gli effetti civili, dal momento che lo Stato non riconosce come ministro di culto, e di conseguenza ufficiale civile di stato, colui che non è autorizzato dall’istituzione ecclesiastica.

La soluzione al problema è stata trovata facilmente. I nostri giovani, pur non riconoscendolo valido, avrebbero celebrato il matrimonio civile solo per avere il riconoscimento della loro unione davanti allo Stato e sortirne quindi gli effetti civili.

Il Vicariato, che attraverso le spie che invia ai nostri incontri è informato di quanto facciamo e diciamo, è intervenuto pesantemente per scoraggiare il vescovo e i giovani a celebrare il matrimonio. Don Giuseppe Toniello, cancelliere del Vicariato, ha telefonato ai giovani e pensando di trovarli non sufficientemente informati ha comunicato che il loro matrimonio non era valido per la Chiesa e non poteva nemmeno essere riconosciuto dallo Stato.

I due giovani, spalleggiati dalle rispettive famiglie, hanno risposto in modo così chiaro ed esauriente da ridurre al silenzio l’interlocutore che sbrigativamente ha salutato e chiuso la telefonata.

Successivamente Mons. Virgilio La Rosa, direttore "Ufficio Matrimoni", ha telefonato al nostro vescovo dicendogli che se avesse celebrato il matrimonio avrebbe avuto pesante conseguenze ed anche una denuncia al tribunale civile per usurpazione di titolo; l’ha addirittura accusato di essere un pericolo per l’unità della Chiesa. Mons. Claudio ha risposto pacatamente: "Fate quello che volete. Io faccio ciò che Dio mi ordina e la coscienza mi impone. Non posso disubbidire a Dio".

Temevamo che qualche provocatore potesse infiltrarsi tra i presenti e creare situazioni fastidiose. Finalmente spuntato il giorno tanto atteso, tutto si è svolto senza inconvenienti. Una nuova famiglia è nata, un giovane e una giovane si sono reciprocamente scambiati le promesse di amore e di fedeltà, Selenia e Angelo hanno coronato il loro sogno d'amore. I presenti hanno partecipato al rito con attenzione, raccoglimento e silenzio, alcuni presenti non praticanti ed altri addirittura non credenti sono rimasti molto colpiti dalla cerimonia e conquistati dall’atmosfera di viva partecipazione che si è creata intorno agli sposi.

Selenia ed Angelo erano l’immagine della felicità e tra un sorriso e una lacrima hanno pronunciato il loro sì, mentre la Madonna allargava il suo manto sulla nuova famiglia.

Marisa ha continuato a salire il suo Calvario e a patire dolori naturali e soprannaturali, Don Claudio, che assisteva a tanta sofferenza, si struggeva, perché impotente a porvi rimedio, si lamentava con Dio: "Non vedi, mio Tutto, che siamo distrutti? Gli uomini della Chiesa vogliono la nostra rovina e ci attaccano su tutti i fronti. La salute declina in modo impressionante e la stanchezza ci schiaccia. Tradimenti ed abbandoni ci colpiscono in continuazione. Signore, non abbiamo più forza per portare avanti la missione che ci hai affidato, abbi pietà di noi e vieni in nostro soccorso".

La situazione di salute di Marisa è talmente precipitata che durante una crisi molto acuta abbiamo deciso di ricoverarla in ospedale, pur essendo consapevoli dei tanti grossi problemi che questo ricovero avrebbe comportato.

Stavamo per salire in macchina, quando la Madonna apparsa ha fatto superare a Marisa la forte crisi e ha così scongiurato il ricovero ospedaliero.

Il demonio ha sferrato attacchi tremendi, approfittando del momento di sconforto, per abbattere il vescovo, la veggente, i giovani ed alcuni adulti, ma ancora una volta è stato sconfitto da chi, sentendosi debole, si è appoggiato a Dio che dona continuamente forza e coraggio ai suoi figli.

Giuseppe, il santo più amato dal nostro vescovo, ha portato una forte ed importante lettera di Dio e ci ha detto: "Dio vi ama, anche se in questo momento sembra che tutto sia contro di voi e che, umanamente parlando, anche il Signore vi abbia abbandonato. Noi abbiamo compreso che il vostro lamento è uscito in un momento di scoraggiamento e di sconforto, ed è giusto, perché dal punto di vista umano siete degli sconfitti. Ma se siete sconfitti voi, è sconfitto anche il Paradiso e mio Figlio Gesù, come dice la Mamma, è morto invano. Per salvare il pianeta Terra Dio chiede alla vostra sorella una enorme e dolorosa sofferenza che uccide moralmente anche il vescovo". [6]

San Giuseppe è stato mandato da Dio per prepararci a superare la grande prova. Gesù e la Madonna ci avevano più volte annunziato che nel 1999 ci sarebbe stato il nostro trionfo; Dio sarebbe intervenuto per ribaltare la situazione e avrebbe dimostrato che eravamo nella verità.

Ma questo intervento divino era legato alla conversione degli uomini. Dio voleva prima che almeno più della metà dell’intera popolazione della Terra si convertisse. Purtroppo man mano che ci avvicinavamo alla fine del 1999, moltissime anime non solo non si sono convertite, ma sono andate, spiritualmente, sempre più indietro e la meta, indicata da Dio, restava sempre molto lontana. La conclusione di San Giuseppe è stata chiarissima: "Per Dio non è importante precisare il giorno e il mese del trionfo della verità, ma è importante che almeno più della metà degli uomini si converta".

Il 24 ottobre abbiamo festeggiato il sesto anniversario delle apparizioni pubbliche della Madre dell’eucaristia e la Madonna ha ribadito la promessa che ci aveva già fatto: tutti l’avrebbero vista, circondata dagli angeli e dai santi, nel luogo taumaturgico. Rivolta al nostro vescovo ha detto: "So, Eccellenza, che soffri tanto, che stai morendo per la Chiesa, ma colui che doveva salvarti, colui che doveva fare la volontà di Dio è troppo impegnato e non pensa a te, piccolo sacerdote, piccolo vescovo".

Il mese di ottobre è terminato con uno sfogo materno della Madonna: "Non piango per coloro che non amano, e non credono in mio figlio Gesù, piango per coloro che dicono di credere, di amare e fanno soffrire volontariamente. Guai a loro, quando arriverà il giudizio di Dio sarà molto duro; oggi Dio usa ancora misericordia, ma un domani sarà severo". [7]

Dio Uno e Trino, non solo si è manifestato a Marisa sotto le apparenze dei tre Gesù, ma le ha fatto anche sentire la sua voce divina. Questa epifania trinitaria, avvenimento raro nella storia della Chiesa, si è verificato più volte nel luogo taumaturgico e ha avuto come testimone Marisa.

All’inizio del Nuovo Testamento, nel momento del battesimo di Gesù, Giovanni Battista ha sentito venire dal cielo una voce: "Tu sei il mio Figliolo diletto: in Te mi sono compiaciuto". (Lc 3,22)

Come il Battista anche Marisa ha udito la voce del Padre. La veggente ha così raccontato la sua esperienza straordinaria: "Io non ho visto Dio Padre, nessuno può vederLo, ma ho visto un grande fuoco e ho sentito la Sua voce potente, forte, sicura. Mentre Dio parlava la Madonna, gli angeli, i santi e le anime salve erano prostrati in ginocchio in profonda adorazione. Mi sono sentita piccola, piccola, di fronte a Lui, ma non ho tremato, non ho avuto paura perché vedevo la Madonna serena, gioire, rapita in estasi".

Il messaggio divino è talmente importante che abbiamo pensato di riportarlo integralmente in questa presentazione.

Marisa - Gesù, Maria e Giuseppe sono circondati da tanti santi, è meravigliosa la scena. Grazie a Dio ci sono tanti santi in Paradiso.

Madonna - No, Marisella, tenendo presente tutto ciò che Gesù ha fatto i santi non sono numerosi. In tutta la storia umana gli uomini hanno raggiunto molti miliardi e aumentano sempre più; mentre i santi in Paradiso sono pochi; ci sono anche santi sulla Terra che soffrono e continuano a soffrire.

Ho accettato il tuo pianto prima che tu arrivassi qui e ho capito la tua grande sofferenza. È vero, non puoi arrivare all’apparizione con il cuore a pezzi per colpa di persone che volontariamente ti fanno soffrire per distrarti da questo incontro, ma Dio come ha dato forza a me di andare avanti per tanti anni, pur conoscendo in anticipo la morte di Gesù e del mio amato sposo Giuseppe, così la dà anche a te, Eccellenza, a te, Marisella, e a voi tutti qui presenti.

Sono presenti i santi, le anime salve e i miei papi: il grande Paolo VI , il grande Pio XII, Giovanni Paolo I e numerosi altri, come tu vedi.

Costoro non hanno raggiunto la santità perché sono diventati papi, ma perché hanno seguito il cammino della vita spirituale e dell’amore; lo stesso che chiedo sempre a voi.

So benissimo cosa volete e cosa pensate nel vostro cuore, ma nella lettera di Dio questo non c'è. Il mio Tutto ha detto di non perdere la fiducia, di avere coraggio e di andare avanti.

Anch'io ripeto a voi, perché in questo momento sono con voi, coraggio, andate avanti.

Appello di Dio Padre

Dio Padre - Io sono Dio!

Marisa - Non ti vedo!

Dio Padre - La mia voce ha sempre gridato contro tutti gli uomini che volevano distruggere il mondo. Ho sempre gridato: convertitevi!

Non mi puoi vedere perché Io sono Dio, e non c'è altro Dio. Voglio la conversione dei miei figli prediletti; Io, Dio, voglio la loro conversione.

Marisa - Mamma mia, sento una voce forte forte, ma non vedo niente. Gesù, la Madonna, S. Giuseppe, gli angeli e i santi sono tutti prostrati con il volto verso il basso.

Dio Padre - Non ti preoccupare, Marisella, nessun uomo della Terra ha mai visto Dio. Io sono Dio, quel Dio che continuano ancora oggi ad offendere e, come ha detto mio Figlio Gesù, perseguitano voi, attaccano voi, perché non osano scagliarsi apertamente contro Me. Io sono Dio e comando tutti: dal papa al più piccolo sacerdote, alla più piccola creatura.

Io sono Dio, unico e vero Dio.

Voi aspettate, volete conoscere il momento del mio intervento e avete ragione, ma Io non vedo ancora le conversioni, miei cari figli, vedo soltanto che gli uomini amano il potere, la poltrona e il vile e sporco denaro.

Io non posso accettare che il pianeta Terra rimanga immerso nel fango; non posso accettare che mio Figlio Gesù, la Seconda Persona della Santissima Trinità, sia morto invano per gli uomini che Io ho creato e che ho chiamato figli, perché sono miei figli.

C'è grande festa in Paradiso e tu, Marisella, vedi gli angeli, i santi e le anime salve che mi circondano, ma non vedi Me, perché non è giunto il tempo di vedermi, senti solo la mia voce, senti il mio accorato appello rivolto all’uomo, che Io ho chiamato figlio e che ho creato a mia immagine e somiglianza.

Io sono Dio!

Marisa - Come faccio a parlare a Dio adesso? Desideravo chiederti in tutta umiltà: non ce l’hai con noi, vero?

Dio Padre - No, né con te, Marisella, né con te, mio caro vescovo, che hai accettato il mio ordine, che hai ubbidito a Dio ogni giorno della tua vita, né con voi, piccolo gregge, come vi chiama la Madre dell’eucaristia. No! Non sono i poveri e i piccoli, ma i ricchi e i potenti che non cercano Dio, ma solo se stessi.

Marisa - Come faccio a chiedere?

Dio Padre - Marisella, so cosa mi vuoi chiedere e potrei rispondere, perché Io sono Dio, ma voglio ancora conversioni, conversioni e conversioni.

Marisa - Vedo un grande, grande fuoco. Dove sei, Dio mio?

Dio Padre - Non puoi vedermi, Marisella; ma Io sono Dio.

Ascolta l’inno che cantano in mio onore gli angeli e i santi.

Io non voglio che la Seconda Persona della Santissima Trinità sia morta invano, come tutto può far sembrare.

A Me piace stare sotto questo tendone; nei tempi antichi vivevano in una tenda o sotto il manto stellato.

Cosa ci faccio delle grandi chiese, delle grandi basiliche, dove non c'è amore, perché gli uomini di chiesa cercano di distruggere colui che Mi ama e pensano di farsi eleganti, belli non per Gesù Eucaristia, non per la Trinità, non per Dio, ma per se stessi?

Marisa - Senti, Madonnina, che sta facendo adesso Dio?

(La Madonna si rivolge ai presenti e colloquia con Marisa)

Madonna - Miei cari figli, grazie della vostra presenza.

Dio ha parlato e io sono certa che avete capito. Questo è il grande rammarico di tutti noi: l’uomo non ama. Io sono con voi e per questo, mio piccolo gregge, voglio vedervi sereni. Dio ha parlato in modo forte, ma non era certamente rivolto a voi, come avete ben capito. Rallegratevi e gioite. Leggete e meditate le beatitudini; lì troverete tutto.

Jacopo, piccola creatura, e Davide Maria, la Madonnina vi copre con il suo manto e copre tutti voi, stringendovi forte al mio cuore.

Eccellenza, alza la testa e sorridi, sorridi. Qualsiasi cosa Dio ha preparato non è certo contro di te. Sorridi, perché tu hai amato, ami, sai amare, anche se qualche anima approfitta di questo tuo amore così grande, di questa tua sofferenza. Tu hai il peso della Chiesa sulle tue spalle; anche se lo dici ridendo, è veramente così.

Il Papa non ti chiamerà; questo ci fa soffrire.

Auguri a tutti, miei cari figli, perché oggi è la festa di tutti, specialmente di coloro che non hanno un santo da festeggiare.

Marisa - Ma tutti gli altri santi non ci dicono niente di ciò che vogliamo sapere?

Madonna - Marisella, se Dio non ha detto niente, i santi non possono parlare. Fai sempre la birichina tu.

Marisa - Sai come si dice a Roma: io ci provo, anche se mi va sempre male, comunque…

Madonna - Devi essere serena, figlia mia.

Marisa - E come faccio ad essere serena se…

Aspetta un momento, lo chiedo a Don Claudio.

Madonna - No, Marisella, si dice a Sua Eccellenza.

Marisa - Lo so, ma io lo chiamo Don Claudio, l’ho sempre chiamato così per ventotto anni.

Senti, Eccellenza, mi manca il respiro, ho tanti dolori e la Madonna mi ha detto che devo essere serena; che cosa le dico?

Don Claudio - Che ti aiuti a non andare dove tu non vuoi andare.

Marisa - E dove non voglio andare?

Don Claudio - All’ospedale.

Marisa - Madonnina, faccio tutto quello che vuoi, basta che non mi mandi all’ospedale, perché sono quarantuno volte che ci vado. Almeno a questo puoi rispondere?

Madonna - Adesso voi della Terra e noi del Paradiso ci diamo la mano e questa volta la Mamma vi chiede di cantare il Padre nostro insieme a me, agli angeli, ai santi, e soprattutto al mio amato sposo Giuseppe.

(Tutti i presenti si danno la mano e cantano il Padre nostro)

Grazie, miei cari figli, per aver cantato il Padre nostro, la preghiera di Gesù.

Insieme al mio amato vescovo, benedico voi, i vostri cari; mando un bacio ai bimbi, ai malati, ai giovani malati lontani. Vi porto tutti stretti al mio cuore e vi copro con il mio manto materno. Andate nella pace di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo.

Sia lodato Gesù Cristo.

Marisa - Senti: dove è andato Dio? Non mi dire che è andato ancora a pensare. Desideravo parlargli e chiedergli tante cose, però non riesco a parlare quando non vedo una persona. Ho sentito una voce, ho visto un fuoco, ho visto voi tutti, ma Dio no.

Don Claudio - Non si può vedere Dio.

Marisa - Io desideravo vederlo.

Don Claudio - Finché vivi sulla Terra non lo puoi vedere.

Marisa - Allora lo vedrò dopo…

Don Claudio - Dopo la morte.

Marisa - Sì, quando muoio. Io non devo morire? Va bene, ciao.

Eccellenza, mentre parlavo con te è andata via. Ti pare bello? Mi hai distratta. Lei sapeva che dovevo dire ancora delle cose e se n'è andata.

Rieccola! Sei andata da Dio a vedere cosa sta facendo?

Madonna - Marisella, sto qui e ti guardo, mi fai tanta tenerezza, la tua semplicità mi commuove.

Marisa - Adesso non mettiamo scuse, io non sono semplice, io voglio chiederti, aiutami, Don Claudio, cosa le devo chiedere? Dai, altrimenti se ne va, sbrigati!

Don Claudio - È iniziato Novembre e…

Marisa - Ha detto il vescovo…

Madonna - Sì, ho sentito, che novembre è iniziato. Buona festa a tutti e auguri.

Don Claudio - Non era questo che volevo sentire.

Marisa - Se n'è andata. Scusa, parla tu! Adesso se n'è andata.

Don Claudio - Io non la vedo e non riesco a parlarle.

Marisa - Anch'io con Dio non sono riuscita a parlare, perché non Lo vedevo.

Don Claudio - Fammela vedere e le parlo.

Marisa - Io te la devo far vedere?

Don Claudio - No, lei perché deve mantenere la promessa che mi ha fatto.

Marisa - Se n'è andata proprio stavolta. Hai capito?

Don Claudio - Sì, ho capito, ho capito.

Il 2 novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei fedeli defunti, prima della Santa Messa è apparso Padre Pio che ha voluto sottolineare la somiglianza tra lui, il vescovo e la veggente: "Sono stato un frate burbero, anch'io ho chiamato la Mamma matrigna e ho gridato: Gesù, non mi abbandonare. Sorellina mia, quanto ho sofferto. Ma la sofferenza tua e del vescovo è molto più grande della mia, perché io non ero solo, avevo i miei frati e avevo tanta gente vicino a me. Quante volte avete girato il quadro della Madonna con la faccia al muro? Anch'io l’ho fatto, ma Dio sorrideva e piano, piano e con molta fatica mi ha reso santo".

Il giorno 3 novembre si è verificato un nuovo miracolo eucaristico. Sulla statua bianca la Madre dell’eucaristia ha depositato l’eucaristia che effondeva un dolce profumo, percepito immediatamente da coloro che erano sullo stesso piano. Subito avvertito il vescovo, dopo aver constatato l’avvenuto miracolo, ha voluto indossare le insegne episcopali per onorare e adorare Gesù Eucaristia a nome di tutti i sacerdoti e di tutti i vescovi.

Intanto le minacce contro il vescovo e la veggente avevano preso nuovo vigore, come ha affermato la Madonna: "Non dovete spaventarvi, quando sentite delle minacce e non dovete temere che l’uomo potente possa sconfiggervi… La lotta continua, i potenti accumulano potere e denaro, ora più che mai troneggiano e stanno preparando tante iniziative per questo terzo millennio". [8]

Giovedì 11 novembre 1999, l’ostia che in precedenza era stata adagiata dalla Madonna sul calice della statua bianca della Madre dell’eucaristia ha sanguinato; era la nona volta che l’eucaristia sanguinava nel luogo taumaturgico. l’ostia ha sanguinato in tre momenti diversi. Il vescovo ordinato da Dio è stato il primo a vederla. Alle ore 13 circa è andato a pregare davanti alla particola che il 3 novembre era stata depositata dalla Madonna sul calice della statua bianca e ha visto immediatamente nell’interno della particola una macchia di sangue di forma circolare e gocce che gorgogliavano e fuoruscivano dal suo interno. Ha chiamato immediatamente le persone che si trovavano in casa perché anch'esse potessero vedere e testimoniare il miracolo eucaristico. Insieme hanno pregato e cantato, poi ognuno è tornato alle sue normali attività.

Più tardi il vescovo, tornato di nuovo davanti all’eucaristia, ha notato con sorpresa che l’effusione di sangue non solo non si era arrestata, ma continuava abbondantemente. Infatti, mentre in precedenza il sangue aveva tinto solo la parte centrale della particola, nel secondo momento aveva incominciato a debordare ed aveva macchiato la parte superiore e il piede del calice. Inoltre una goccia era caduta sulla base della statua. Il vescovo ha chiamato di nuovo le persone che hanno adorato l’eucaristia e constatato che da essa il sangue aveva continuato a fuoruscire. Alle 14:45 il vescovo, tornato a pregare, ha notato che nel frattempo l’effusione di sangue era intensamente aumentata fino a bagnare la mano, il calice, il vestito, il piede della Madonna e diverse gocce si erano posate sul basamento della statua.

Durante il pomeriggio, poiché era in programma l’incontro biblico, i membri della comunità, venuti per ascoltare la parola di Dio, sono rimasti impressionati nel vedere il grande miracolo compiuto dal Signore.

Il candore della statua contrastava con il sangue ancora vivo di Gesù.

Inoltre, man mano che passavano i minuti la particola s'innalzava davanti ai presenti, quasi a volersi mostrare sul calice.

I membri del movimento si sono chiesti perché quando una statua della Madonna piange o versa lacrime di sangue tutti accorrono ed invece quando Gesù Eucaristia sanguina pochi vengono ad adorarlo. La Madre dell’eucaristia durante l’apparizione che è avvenuta nello stesso giorno ha risposto a questo interrogativo e, rivolta a Marisa, ha detto: "Oggi ti ho detto che il mondo va sempre peggio; io devo difendere mio figlio Gesù dagli uomini che odiano Lui e voi. Il sangue è un gesto d'amore per voi e di sofferenza per coloro che non credono. Finché il mondo non cambierà il mio Cuore e quello di Gesù sanguineranno.

Mai nella storia della Chiesa è avvenuto che nello stesso luogo siano avvenuti così numerosi e importanti miracoli eucaristici e che l’eucaristia abbia sanguinato per nove volte.

Se Gesù Eucaristia sanguina non è un buon segno per gli uomini della terra, soprattutto per coloro che si dicono cristiani e continuano ad offendere Dio. Questo è il momento più duro e difficile di tutta la storia della Chiesa e il Signore nella Sua misericordia aspetta ancora la conversione delle anime, ma alla fine interverrà con la Sua giustizia. Il Signore chiede di accoglierlo, di amarlo, di adorarlo e fargli compagnia davanti a tutti i tabernacoli della terra".

Domenica 14 novembre i membri della comunità si sono riuniti per pregare davanti all’eucaristia che conservava intatto un profumo particolare e mostrava che il sangue non aveva subito nessun processo di decomposizione.

La Madre dell’eucaristia durante l’apparizione ha parlato ancora del grande miracolo eucaristico e ha esortato i fedeli della comunità a diffondere la notizia di questo importantissimo evento: "Non tenete per voi questo miracolo; deve essere diffuso dappertutto: nelle case, nelle piazze, nei quartieri e nelle chiese. Senza paura fate vedere le foto che riproducono il miracolo eucaristico. La situazione deve esplodere, perché il miracolo è grande; ancora una volta Gesù ha sanguinato nell’ostia. Quando sanguina nella grande ostia è per tutti i sacerdoti, dal Papa al più piccolo di essi, e quando sanguina nella piccola ostia è per tutti gli uomini. Voi sapete che l’uomo non sa amare, non ama e uccide".

Sapremo rispondere a questo appello materno, così triste e drammatico?

Noi conserviamo gelosamente tre ostie che hanno sanguinato: la prima il 22 marzo 1998, la seconda il 17 maggio 1998 e la terza l'11 novembre 1999; tutte e tre le ostie sono perfettamente conservate ed emanano ancora un delicato profumo.

Pur essendo l’unico vescovo ordinato da Dio, Don Claudio non è riconosciuto né accettato dai confratelli vescovi, dai quali riceve solo una forte opposizione e nel migliore dei casi un distaccato silenzio. Questo lo fa molto soffrire

Giovanni Paolo II, a conoscenza di ciò che avviene a via delle Benedettine e dell’ordinazione episcopale di Don Claudio, ha impedito, fino ad oggi, che il nostro vescovo venisse condannato, come chiedevano con insistenza i nemici dell’eucaristia, ma non l’ha mai ricevuto in udienza per essere informato sulla reale situazione della Chiesa e su altri importanti e delicati problemi. La Madonna ci ha fatto conoscere tutto: "Sta accadendo un fatto molto grave: gli uomini della Chiesa, che voi ben conoscete, stanno cercando di far firmare al Papa una lettera contro questo luogo, perché ormai possono rigirarlo come vogliono; infatti il Papa non sta bene e va avanti. Caro Don Claudio, il Papa non ti chiamerà; questo ci fa soffrire". [9]

Marisa ha continuato a vivere giorno dopo giorno la passione del Signore. Alla sofferenza soprannaturale si è aggiunta quella naturale; non aveva parte del corpo che non le provocasse gran dolore. I membri della comunità, specialmente i giovani, hanno risentito della tribolata situazione, erano stanchi, delusi, amareggiati nel vedere i buoni soffrire e i cattivi trionfare.

Erano consapevoli che il giusto in un mondo ingiusto sarà sempre crocifisso e risuonavano nel loro cuore le parole di Gesù: "Ormai i grandi hanno preso il potere, i piccoli soffrono, i malati muoiono ed Io muoio con loro, come uomo".

Come i precedenti anche il grande miracolo eucaristico dell'11 novembre è stato rifiutato, fatto oggetto di ironia e coperto di calunnie.

Gesù si è lamentato: "Qui dovevano venire tanti sacerdoti e tante suore. Dove sono? I superiori abusano del potere e dicono: "Ti proibisco di andare perché sono il tuo cardinale, il tuo vescovo". Hanno proibito di andare a pregare davanti alla Madre dell’eucaristia, soprattutto all’eucaristia che ha sanguinato. Obbedienza sì, ricatto no. Non accettate mai il ricatto". [10]

Don Claudio si è sentito abbandonato, calunniato, condannato dai confratelli e incompreso, rifiutato, tradito dai laici e si è domandato continuamente: "Mio Dio, ho fallito?".

Gesù ha risposto a questa accorata domanda del vescovo: "Anch'Io ho chiesto alla mia Mamma: "Ho fallito?" e lei mi ha risposto: "No, Figlio mio". Io dico a voi: "Non avete fallito, avete seguito la mia strada che porta alla santità, al Paradiso".

Il 21 novembre, festa di Cristo Re, Gesù ha ripreso e sviluppato il discorso iniziato il giorno prima.

"Miei cari figli, siete stanchi, oppressi, combattuti da uomini di Chiesa, da laici e da suore. Costoro sostengono che sono stati scelti da Dio e che in loro è sceso lo Spirito Santo. No, no, non è vero, lo Spirito Santo non sceglie anime che poi tradiscono. Le anime veramente scelte da Dio sono poche, molto poche e poiché vogliono camminare sulla via della santità vengono oltraggiate, beffeggiate e derise, come hanno fatto a Me.

Voi non potete sapere quanti sono gli uomini della Chiesa che si sentono, direi, quasi Dio. Essi sono potenti, sanno tutto, possono tutto. Ieri alla vostra sorella ho fatto vedere le brutte e cattive azioni che continuano a fare i miei figli, solo perché hanno denaro e potere".

Marisa ha riferito solo a Don Claudio quanto ha visto.

Abbiamo saputo che il vescovo e la veggente piangono amaramente ogni volta che sono informati dal Signore di ciò che stanno commettendo cardinali, vescovi, sacerdoti contro Dio, la Chiesa, il Papa e le anime.

È umanamente incomprensibile che chi ama l’eucaristia ed è pronto a difenderla con la propria vita sia soggetto e comandato da chi la profana.

Ci consola la certezza che quando Dio deciderà di intervenire, smaschererà e sconfiggerà i suoi nemici e farà trionfare la verità.

l’ultima domenica di novembre due giovani della comunità: Alessandro e Antonella si sono scambiati davanti all’altare la promessa di prepararsi al matrimonio con serietà ed impegno.

Finito anche novembre, ormai rimaneva del 1999 solo un mese: dicembre. Questo doveva essere l’anno degli interventi di Dio.

Vogliamo ricordare che anche in altre apparizioni Dio aveva indicato la fine del XX° secolo come il termine "ultra quem non" avrebbe compiuto i suoi interventi.

A Dozulé Gesù ha annunciato: "Se l’umanità non si oppone, lascerò agire satana e sarà la catastrofe, tale da non esserci ancora stata dopo il diluvio e ciò prima della fine del secolo. (XIV apparizione)

A Fatima la Madonna ha affermato: "Entro la seconda metà del XX° secolo Dio invierà un castigo che non ha mai avuto uguale".

Il 9 marzo 1997 la Madre dell’eucaristia aveva indicato a Don Claudio e a Marisa il 1999 come l’anno durante il quale Dio avrebbe ribaltato la situazione nella Chiesa e nel mondo.

Lo stesso annuncio la Madonna aveva ripetuto diverse volte ai membri della nostra comunità.

Don Claudio che aveva creduto ciecamente che il Signore sarebbe intervenuto nei tempi da Lui indicati, l’aveva scritto ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti di tutta la Chiesa ed attendeva serenamente il realizzarsi della promessa del Signore.

Il nostro vescovo ancora non sapeva che Dio gli avrebbe chiesto, per il bene della Chiesa, una grande prova. Solo a Marisa era stato rivelato in anticipo che Dio aveva deciso di spostare il tempo dei suoi interventi, perché voleva aspettare ancora che almeno la metà degli uomini si convertisse, per non assistere al fallimento di Suo Figlio Gesù. Inoltre Dio attendeva anche la conversione dei sacerdoti, essendo ancora pochi quelli buoni, per affiancare il nuovo Papa nell’opera di ricostruzione della Chiesa.

Tutto questo era stato confidato in segreto a Marisa il giorno 11 agosto 1999 nel santuario di S. Gabriele dell’addolorata. La veggente non poteva parlarne neanche al vescovo, fino a quando la Madonna non l’avesse comunicato.

Per tutto il mese di dicembre la Madre dell’eucaristia ci ha parlato della grande prova che Dio ci chiedeva e ci ha aiutato a superarla.

Il vescovo e la veggente, oltre il peso della croce e della missione, sentivano gravare sulle loro spalle il carico della delusione, dello sconforto, dello smarrimento dei membri della comunità. La Madonna ha affermato: "Voi dite: Dio ha annunciato: 1999. Sì, Dio ha detto questo ed io stessa vi ho portato la Sua lettera; non tormentatevi più di tanto. Ogni giorno che passa crollate; questo non è bello. Chi fa questo cammino non deve crollare, non deve fare tante domande e farle pesare soprattutto sul vescovo".

Poi la Madonna ha indicato il motivo per cui Dio era stato costretto a ritardare i suoi interventi e spostare una data precedentemente annunciata: "Sono tantissimi gli uomini che non si ravvedono; ma soprattutto sono moltissimi i sacerdoti, i vescovi e i cardinali che non si convertono, anzi deridono la data che Dio ha indicato".

Per farci capire che, finché non fosse stato raggiunto il numero delle conversioni volute da Dio, non ci sarebbero stati interventi divini, la Madre dell’eucaristia ha chiuso il discorso affermando: "Non so quando finisce il 1999 e quando comincia il 2000 qui in Paradiso." [11]

La Madonna ha voluto ricordare ai membri della comunità che da quando il vescovo e la veggente avevano pronunciato il loro Sì a Dio a Lourdes nel lontano 1973 non l’hanno più ritirato, nonostante che la loro vita, fino ad ora, sia stata un percorrere la via dolorosa dal Getsemani al Calvario, nell’attesa della risurrezione.

"1973. Don Claudio e Marisa, ricordate questa data? Avete detto sì e da allora quante sofferenze avete sopportato e quante lacrime avete versato! Ma arriverà il vostro giorno di gioia, di serenità e di pace". [12]

Il 10 dicembre il Signore ha compiuto un nuovo miracolo eucaristico. Alle 13 la casa si è riempita del profumo che indica la presenza dell’eucaristia portata da Gesù o dalla Madonna. Su una rosa era depositata un’ostia che emanava un profumo più delicato e intenso del fiore che la sorreggeva.

Abbiamo compreso il motivo di questo ennesimo miracolo eucaristico: il Signore ha voluto farci capire che è sempre con noi, soprattutto nella prova e nella sofferenza. Anche la Madonna ci ha rassicurato: "Io sono in mezzo a voi ogni giorno quando venite a pregare e sono vicina al vescovo quando celebra la S. Messa, perché ha ricevuto l’episcopato, la pienezza del sacerdozio da Dio. Oh, se gli uomini potessero capire questo grande miracolo: Dio, dopo duemila anni e dopo aver ordinato vescovi San Pietro e gli apostoli, ha dato di nuovo l’episcopato a un uomo, al vostro sacerdote". [13]

Alcune persone si sono allontanate dalla comunità, e la Madre dell’eucaristia ha evidenziato la causa di questo abbandono: "Le persone che se ne sono andate non erano a posto e addirittura si sono permesse di accusare gli altri. Chi si è allontanato lo ha fatto accusando, calunniando e diffamando". [14]

Si è verificato tra di noi quanto avvenne tra i discepoli di Gesù, dopo che il divin maestro aveva moltiplicato i pani e fatto la promessa dell’eucaristia: "Molti dei suoi discepoli si ritirarono e non stavano più con lui". (Gv. 6, 66)

Per dare pace, forza e coraggio al gregge smarrito, il pastore ha cercato di condurre con calore e convinzione le sue pecorelle verso il tabernacolo e l’altare.

Solo l’eucaristia poteva essere cibo e bevanda per sostenere i membri della comunità a proseguire il cammino, nonostante la grande prova che Dio aveva chiesto loro.

Per sottolineare la centralità, necessità ed importanza dell’eucaristia, il vescovo ha addirittura trasformato gli incontri biblici in incontri eucaristico-biblici.

Terminata la celebrazione della S. Messa, Don Claudio intronizzava sull’altare l’eucaristia che aveva sanguinato, poi si collocava dietro l’ostensorio, in modo da esserne quasi coperto, e indicando Gesù ripeteva le parole del Battista: "Lui deve crescere, io diminuire". (Gv. 3, 30)

Voleva far capire ai suoi figli che lo stesso Gesù che aveva detto ciò che leggevano nel Vangelo, era presente realmente in corpo, sangue, anima e divinità in mezzo a loro e continuava a mantenere la promessa che aveva fatto la vigilia della sua morte: "Non vi lascerò orfani, ritornerò a voi". (Gv. 14,18)

Don Claudio, mentre parlava, sembrava ispirato, aveva il volto luminoso e gli occhi raggianti; le sue parole penetravano nel cuore dei presenti con forza.

La Madre dell’eucaristia è rimasta talmente entusiasta di questa iniziativa che ha detto: "Incontro eucaristico-biblico. Oh, è bello e dolce questo nome. Gesù è contento di tutto questo. l’idea che ha avuto il vostro vescovo di fare degli incontri eucaristico-biblici è bellissima. Egli è ministro del Vangelo, ministro dell’eucaristia, è il dolce Cristo in Terra". [15]

La salute di Marisa a causa di continui pesanti colpi è peggiorata progressivamente e per ben due volte sarebbe morta, se Dio non fosse intervenuto per farle superare il momento critico.

Don Claudio ci ha invitato spessissimo a ripetere le parole di Gesù in croce: "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?" (Mt. 27,46) che sono l’inizio del salmo 22.

Tanta sofferenza non poteva non portare abbondanti frutti spirituali.

"Questa grande prova è stata chiesta da Dio, perché gli uomini della Chiesa parlassero dell’eucaristia. Questo vostro sacrificio e questo vostro grande amore per Gesù Eucaristia faranno sì che gli uomini della Chiesa parlino e continuino a parlare dell’eucaristia.

Dio sa ciò che fa, Dio non tradisce, non delude. Io ho indicato una data, un anno, ma Dio ha chiesto la grande prova che vi fa molto soffrire, perché aspetta ancora molte conversioni. Coraggio, alla fine trionferete". [16]

Dio mette alla prova i suoi amici e come nel passato ha provato Abramo e Giuseppe, così nel presente prova noi. Solo Lui poteva lenire la nostra sofferenza, asciugare le nostre lacrime, risollevarci il morale e restituirci forza, coraggio e determinazione e l’ha fatto secondo il suo stile. Ci ha sorpreso ancora una volta, facendoci un dono tanto grande quanto inatteso. Nessuno di noi avrebbe mai osato chiedere quanto Dio ci ha concesso con sua libera e sovrana decisione: fare la Porta Santa nella nostra cappella per lucrare le indulgenze del giubileo.

Ma andiamo con ordine.

Prima della veglia di Natale la Madonna con locuzione interiore aveva comunicato a Marisa la decisione di Dio: nella nostra cappellina sarebbe stato possibile lucrare l’indulgenza plenaria del giubileo.

Marisa emozionata l’ha riferito al nostro vescovo, il quale interiormente ha chiesto alla Madre dell’eucaristia di annunciare lei stessa questa decisione di Dio alla comunità durante l’apparizione.

La Madonna infatti ha detto: "Miei cari figli, Dio vi ha chiesto una grande prova, ma in questa notte santa vi darà anche una grande gioia. Non tutti comprenderete la grazia e il dono che Dio farà a questo luogo taumaturgico. Nella Sua lettera c'è scritto a parole d'oro che in questa cappellina, la Basilica Madre dell’eucaristia, Dio vuole che il vescovo apra la Porta Santa... Ora vi prego, fate quanto la Madonna vi dice; non abbiate paura del freddo, Gesù vi riscalderà. Uscite fuori da questa cappellina, andate lungo il corridoio d’ingresso e seguite il pastore. Io vi indicherò man mano tutto ciò che dovrete fare. Il santo vescovo aprirà la Porta Santa di questa piccola e grande cappella".

I presenti stupiti e commossi hanno eseguito ciò che la Mamma aveva chiesto. Si sono raccolti in preghiera intorno al vescovo che per aprire la Porta Santa ha usato un semplice martelletto da falegname.

Don Claudio ha bussato con il piccolo martello alla porta della cappella e ha pronunciato le parole: "Aprite le porte a Cristo", poi ha allargato le braccia e ha pregato così: "O Signore, innalziamo a Te il nostro grazie e la nostra riconoscenza per il dono che ci hai fatto: poter lucrare l’indulgenza plenaria del Giubileo in questo luogo da Te già dichiarato santo e taumaturgico. Fa', o Signore, che in questo momento ciascuno di noi senta un profondo dolore e pentimento dei propri peccati e si impegni davanti alla tua misericordia e bontà a non cadere nel peccato e ad evitare ogni occasione di male. Fa', o Signore, che la tua grazia sia sempre presente in ciascuno di noi e possa quanto prima tornare nelle anime delle persone che ora Ti raccomandiamo nel silenzio del nostro cuore". Sorreggendo i flambeaux accesi siamo rientrati nella cappella cantando l’alleluia.

Così durante la notte santa è iniziato il Giubileo con l’apertura di tre porte sante: nella Basilica di san Pietro in Vaticano e nella Chiesa della Natività a Betlemme per decisione degli uomini; nella Basilica Madre dell’eucaristia per decisione di Dio.

Ora è il caso di spiegare come si possono lucrare le indulgenze.

Quando l’uomo pecca offende Dio. Con il sacramento della Confessione è cancellata la colpa, ma il penitente resta debitore nei confronti del Signore. Il debito è estinto con la pena temporale che si attua facendo fioretti, digiuni, opere di carità e pellegrinaggi o lucrando le indulgenze. Se l’uomo non estingue il suo debito durante la vita terrena dovrà scontarlo in purgatorio.

Nella catechesi il vescovo ha spiegato quali sono le condizioni necessarie per lucrare l’indulgenza plenaria del Giubileo:

1) accostarsi al sacramento della Confessione;

2) passare attraverso la Porta Santa, recitare il Credo, il Padre Nostro, il Gloria e l’ave Maria e pregare per il Papa e per la Chiesa;

3) partecipare nello stesso giorno alla santa Messa e ricevere la santa Comunione;

4) compiere atti di carità.

La Chiesa elargisce le ricchezze spirituali che sono doni gratuiti di Dio. Dio stesso può elargire doni gratuiti nel momento, nel luogo da lui scelti e secondo i propri disegni.

"Ciò che fa l’uomo si può cambiare, ciò che fa Dio no, mai. Come già ho detto, Dio può fare ciò che vuole e nessun uomo, grande o piccolo che sia, può cambiare ciò che Lui ha sempre avuto nella Sua mente". [17]

Il giorno di Natale la nostra cappella ha visto una notevole affluenza di fedeli; la notizia che Dio aveva concesso il dono di fare la Porta Santa nella nostra basilica aveva raggiunto i membri della comunità che non avevano partecipato alla Messa di mezzanotte ed altre persone legate a noi a vario titolo. La Madre dell’eucaristia è tornata a parlare del grande regalo che Dio ci aveva fatto: "Quando qualcosa non vi garba brontolate verso Colui che vi ha chiesto la grande prova, ma che vi ha anche gratificato con il dono della Porta Santa. Ciò che ha dato a voi, non l’ha mai concesso ad altri. Aprire le porte sante crea sempre emozione, ma non così intensamente come quando è stata aperta la vostra. Guardate quant'è buono Dio; si è servito di un vescovo piccolo agli occhi degli uomini, ma grande ai nostri occhi per aprire la Porta Santa. Ogni volta che entrerete e farete ciò che il vescovo ha detto avrete l’indulgenza plenaria".

Ancora non sapevamo che Dio sarebbe intervenuto di nuovo per prolungare la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria del giubileo oltre i termini prescritti dall’autorità ecclesiastica fino a quando Egli avrebbe voluto.

Ma di questo parleremo diffusamente nel prossimo libro.

Il 1999 è terminato con una notizia che ci ha riempito il cuore. Per le nostre preghiere, fioretti e digiuni e soprattutto per le sofferenze di Marisa che aveva sofferto la Passione, nel solo periodo della novena di Natale si erano convertite 1.000.503 persone: di questi risultati spirituali siamo grati e riconoscenti al Signore.

Il nuovo anno è iniziato con una forte raccomandazione della Madre dell’eucaristia: osservate tutti i comandamenti. Purtroppo mentre tra i fedeli si sta creando la convinzione che devono essere osservati "solo i comandamenti che fanno comodo", tra gli ecclesiastici sta serpeggiando l’idea di abolirne alcuni ed esattamente il terzo e il sesto.

Queste idee per il momento vengono solo esposte in riunioni più o meno segrete, nessun ecclesiastico difatti affermerà mai pubblicamente di non voler rispettare o abolire alcuni comandamenti.

Ma a noi questi tentativi di sovvertire la morale cristiana sono stati rivelati, la Madre dell’eucaristia ne ha parlato diverse volte a tutti i membri della comunità e in apparizioni riservate solo al vescovo e alla veggente. La Madonna ha ribadito con autorità che "nessuno può cambiare i comandamenti di Dio. Si può cambiare ciò che fa l’uomo, non ciò che fa Dio. Dio può fare ciò che vuole e nessun uomo, grande o piccolo, può cambiare ciò che Lui ha sempre avuto nella Sua mente". [18]

La Madonna, come Mamma, ha mostrato di essere particolarmente preoccupata della salute del vescovo e della veggente che stava declinando in modo preoccupante. Don Claudio e Marisa erano particolarmente stanchi, anzi debilitati, e i membri della comunità erano molto preoccupati per il precipitare dei problemi fisici. I dottori avevano ripetutamente consigliato loro un periodo di riposo, di fronte alla situazione che diventava sempre più preoccupante si sono imposti con forza e sono riusciti a convincerli di allontanarsi da Roma per prendersi un periodo di riposo. A malincuore Don Claudio e Marisa hanno lasciato Roma.

La località ove si sono recati il vescovo e la veggente è rimasta segreta per ovvii motivi, solo i giovani la conoscevano e a turno li raggiungevano per far loro compagnia.

Purtroppo si sono aggravati i problemi di salute e si sono succedute molte notti insonni. Mentre Marisa viveva la passione, Don Claudio pregava e l’assisteva.

Il demonio ha approfittato della loro stanchezza e debolezza per sferrare attacchi furiosi e tremendi.

Così i giorni che dovevano essere di riposo si sono rivelati giorni di sofferenza, tanto da costringere il vescovo a mormorare: "Mio Dio, misericordia. Mio Tutto, aiutaci, siamo sfiniti".

Il vescovo e la veggente erano talmente esauriti e privi di forze che si è affacciato di nuovo prepotentemente il desiderio di ritirarsi nel silenzio e attendere nella preghiera gli interventi promessi da Dio che sembravano allontanarsi sempre più.

Il profeta Elia nella sua sconfortata stanchezza è stato rinfrancato da un angelo che gli ha dato una focaccia ed una brocca d'acqua, per proseguire il cammino fino al monte Horeb, lì gli è apparso Iahweh che dopo averlo ritemprato alla lotta, gli ha fatto comprendere che bisognava attendere senza impazienza l’ora del trionfo del bene.

Ebbene Don Claudio e Marisa hanno ritrovato la forza di andare avanti e il coraggio di continuare la battaglia, nutrendosi quotidianamente del corpo e sangue di Cristo e fermandosi in adorazione davanti all’eucaristia.

Ancora una volta la sofferenza si è dimostrata fertile: 10.700.199 anime si sono convertite, è stato fatto un passo notevole in avanti per raggiungere il numero stabilito da Dio. "Marisella, tu pensi di essere una persona inutile? Oh no, non sei affatto inutile, sei molto importante per noi". [19]

"Il profeta è colui che per divina missione trasmette a coloro cui è inviato, gli ordini, le rivelazioni comunicategli, con azione soprannaturale da Dio. Elemento essenziale della missione profetica è la vocazione da parte di Dio; libera scelta, imprevista e improvvisa, che da un nuovo corso alla esistenza del chiamato.

Nella Chiesa primitiva, tra i doni speciali elargiti dallo Spirito Santo i profeti hanno avuto il posto d'onore. Essi leggevano i segreti dei cuori, edificavano, esortavano, incoraggiavano.

Tale dono non è mai cessato nella Chiesa".

Abbiamo riportato dal "Dizionario Biblico" di Francesco Spadafora una parte di ciò che è stato scritto sul profeta, perché questa figura carismatica è ancora presente nella Chiesa di oggi.

Come i profeti del Vecchio Testamento hanno incontrato forti opposizioni da parte delle istituzioni, così i profeti del Nuovo Testamento sono incompresi, calunniati e perseguitati da coloro che hanno il sacramento dell’ordine nei suoi tre gradi: episcopato, presbiterato e diaconato.

La Madre dell’eucaristia ne ha parlato: "Voglio dirvi che Dio ancora oggi sceglie i suoi profeti, ma non tra i grandi uomini, li sceglie tra i piccoli. Li fa suoi, e dà loro compiti molto difficili e importanti. Ma i grandi uomini non li accettano. I profeti non vivevano soltanto nel Vecchio Testamento, esistono anche oggi, più combattuti e disprezzati che mai dagli uomini della Chiesa. Sta a voi pregare per loro, amarli e mettere in pratica quanto vi dicono. A volte ciò che essi dicono in nome di Dio è difficile, quasi si ha paura di metterlo in pratica, ma non è così. Dio non deve mettere paura, perché è amore e quando sceglie i suoi profeti li sceglie con amore e fa sì che questi profeto diano amore a Dio, agli uomini e a se stessi". [20]

Il 12 febbraio Gesù ha messo sulla fronte di Marisa una spina che le ha procurato una ferita, dalla quale fuorusciva ogni tanto sangue vivo. Marisa non ha mai rifiutato la sofferenza che le veniva chiesta dal Signore, ma ha pregato con insistenza che non fosse visibile agli altri. Per questo motivo, salvo per brevi tempi e rare occasioni, le stimmate alle mani e ai piedi, la ferita al costato procurata dal colpo di lancia, e le lacerazioni alla testa e alla fronte causate dalla corona di spine sono state invisibili.

Per non farci sentire soli ed isolati la Madonna ci ha fatto sapere che Dio non ha chiesto solo a noi la grande prova, ma anche ad altre anime ed ha aggiunto: "Pensate che Dio non manterrà la sua promessa? Soltanto Lui sa quando la realizzerà, ma vuole la conversione dei non credenti: è più facile che si converta un non credente che un cristiano che dice la S. Messa o fa la S. Comunione tutti i giorni, ma non ha fede". [21]

Abbiamo notato con amarezza che le persone al primo sabato del mese e agli incontri biblici sono diminuite notevolmente. La Madre dell’eucaristia ne ha spiegato la causa: "I miei sacerdoti, spinti dal Vicariato, hanno lavorato molto bene nell’impedire ai loro fedeli di venire nel luogo taumaturgico. Per ottenere questo risultato hanno fatto la voce grossa, minacciato le persone di mandarle via dalle parrocchie, di non consegnare loro i certificati richiesti e soprattutto le hanno impaurite dicendo che ciò che avviene a via delle Benedettine è opera del demonio e che Don Claudio e Marisa sono pazzi o indemoniati".

Ci siamo chiesti molte volte, vedendo in televisione folle oceaniche riunite per qualche celebrazione religiosa, se queste enormi adunanze permettevano alle persone di crescere spiritualmente o se erano solo sterili manifestazioni che appagavano l’amor proprio di chi le organizzava. Anche a questo interrogativo la Madre dell’eucaristia ha dato la sua risposta: "Dovrebbe stupirvi che la Mamma non cerchi e non vada nei grandi gruppi, da coloro che fanno di tutto per attirare gli uomini, ma non operano una scelta di carità, di preparazione alla spiritualità, di corsa verso la santità. Lasciate correre gli altri, lasciate che godano, che la grande massa vada loro incontro; lasciate fare.

Sono tanti, ma in loro non c'è vera spiritualità, quella che io ho insegnato a voi. Percorrete questa strada per arrivare alla santità che non tutti possono comprendere, ma la colpa non è mai dei laici, è degli uomini chiamati da Dio; essi sanno parlare, spiegare come giungere alla santità". [22]

All’incontro biblico noi facciamo sempre precedere la celebrazione della S. Messa, per sottolineare che non si può dividere Gesù Parola da Gesù Eucaristia e per comprendere la Parola di Dio è necessaria, oltre la spiegazione del sacerdote, la presenza reale di Gesù in corpo, sangue, anima e divinità che si manifesta solo nell’eucaristia.

Invece "A Roma -ha detto la Madonna- è stata tolta la Messa il giovedì per predicare la Parola di Dio. La S. Messa è più importante, però bisogna fare sia l’incontro biblico, sia celebrare la S. Messa". [23]

Nella stessa apparizione la Madre dell’eucaristia ci ha confidato una sua grande sofferenza: "Diversi miei figli prediletti non credono che, terminata la S. Messa, Gesù sia presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’eucaristia conservata nel tabernacolo".

Il giorno 11 febbraio la Madonna nonostante fosse triste per la situazione spirituale di tanti sacerdoti, ha voluto tirare su il morale a noi che eravamo nella prova e ha detto scherzando: "Quando il vescovo prenderà la Madre dell’eucaristia e la porterà ad ognuno di voi per benedirvi, approfittate e chiedete tutte le grazie di cui avete bisogno."

Gli scorsi anni, in occasione della festa della Madonna di Lourdes, venivano molti ammalati per ricevere la benedizione di Gesù Eucaristia che aveva sanguinato, quest'anno, a causa della persistente campagna di calunnie e denigrazione condotta contro il luogo taumaturgico, non è venuto neanche un ammalato e questo ha fatto soffrire particolarmente il vescovo e la veggente.

Abbiamo anche constatato che diverse persone che per tanto tempo avevano fatto parte della nostra comunità si sono ritirate. Le cause di questi distacchi sono le stesse che hanno spinto molti discepoli ad allontanarsi da Gesù: dubbio, paura, stanchezza, incredulità; a queste aggiungiamo la grande prova che Dio ci ha chiesto.

Come sempre, anche in questa dolorosa circostanza è intervenuta la Madonna che con immensa dolcezza ci ha detto: "Non pensate di non essere importanti per Dio, perché siete pochi. Voi siete un grande gregge; avete il vescovo ordinato da Dio. Il mio Tutto l’ha chiamato al sacerdozio e gli ha dato l’episcopato. Voi siete un grande gregge: non ha importanza se le persone sono tante o poche, l’importante, come voi ben sapete, è vivere in grazia, è ricevere Gesù in grazia. Se sono presenti tante persone e non vivono in grazia fanno solo numero per passare una buona serata.

Pensate che il vostro sia un piccolo gregge, quando in esso ci sono anime che si immolano per la Chiesa? Cosa ve ne fate di tante persone che non sanno amare? Se non vivono in grazia? Se non ricevono Gesù in grazia?". [24]

Il 20 febbraio c'è stato l’ultimo incontro di preghiera del mese, il giorno seguente Don Claudio e Marisa sarebbero partiti per Montecatini per le cure che il rinomato posto termale offre. Forse perché il vescovo e la veggente erano di nuovo costretti per motivi di salute a stare lontani dal luogo taumaturgico è apparso Gesù per incoraggiarci e spronarci a non lasciarci sopraffare dalla stanchezza, cercare di reagire e andare avanti. Il Dolce Maestro ci ha manifestato una grave situazione che si ripeteva da tempo, nota solo al vescovo e alla veggente. Sacerdoti e suore desiderosi di venire a pregare nel luogo taumaturgico, ma timorosi delle ire del Vicariato e delle conseguenze sgradevoli a cui sarebbero andati incontro nel caso che il loro pellegrinaggio a via delle Benedettine fosse venuto a conoscenza dell’autorità ecclesiastica, venivano di nascosto e si camuffavano per non essere riconosciuti.

Questo modo di fare, comprensibile in regimi dittatoriali, ma non nella Chiesa, ha fatto molto soffrire Don Claudio e Marisa, ma non ne hanno mai parlato con nessuno.

Ogni volta che erano presenti queste persone "clandestine", Marisa le riconosceva e le indicava a Don Claudio che, incontrandole dopo la celebrazione della S. Messa, mostrava di non sapere chi fossero.

Il 20 febbraio, mescolati in mezzo ai fedeli, c'erano tre sacerdoti, Gesù allora ha stigmatizzato questo modo di comportarsi.

"Ciò che mi fa soffrire è che sacerdoti e suore vengano in questo luogo di nascosto e camuffino l’abito. Coloro che vengono di nascosto, per paura dei grandi uomini della Chiesa, non mi amano, non possono amarmi; chi ha paura non ama. Perché avete paura di venire a pregare in questo luogo taumaturgico?".

Il 21 febbraio Don Claudio e Marisa sono partiti per Montecatini, accompagnati da due giovani.

Purtroppo la permanenza a Montecatini non ha portato nessun beneficio, anzi i problemi di salute si sono aggravati tanto che se non ci fossero stati interventi dall’alto sarebbero diventati drammatici.

Il Signore in questo periodo ha chiesto a Marisa di vivere la passione affinché "i chierici e i sacerdoti vivano in modo casto". La Madre dell’eucaristia ha fatto conoscere al vescovo qual è la situazione degli ecclesiastici a riguardo della purezza. Noi sappiamo solo che Don Claudio ha pianto molto dopo aver saputo "certe cose".

La sentenza del dottore delle Terme di Montecatini per Marisa, ultimata la cura, è stata molto triste e preoccupante: "Stava meglio prima".

Comunque il ritorno a casa per Don Claudio e Marisa, subito circondati dall’affetto dei giovani e degli adulti della comunità, è stato una liberazione.

La Madre dell’eucaristia nei nostri riguardi ha sempre svolto il duplice ruolo di madre e maestra con pazienza immensa. Non si è limitata a darci insegnamenti e consigli circa "le grandi verità", ma si è preoccupata anche di insegnarci il corretto modo di agire circa i "piccoli gesti" come il fioretto del fumo e la privazione dei programmi televisivi.

"Fate il fioretto del fumo. Cosa possono darvi cinque minuti di fumo? Il fumo fa male e a volte le conseguenze le pagano coloro che lo respirano. Non guardate i programmi scandalosi della televisione, fanno male allo spirito". [25]

Abbiamo premesso all’anniversario della ordinazione sacerdotale di Don Claudio un triduo intessuto di preghiere, fioretti, piccoli sacrifici e digiuni.

Marisa ha vissuto intensamente la passione e per farcelo comprendere il Signore le ha fatto abbondantemente sanguinare la ferita della spina che aveva sulla fronte.

Alcuni sacerdoti continuavano a sostenere che il Signore non può manifestare la Sua volontà in contrasto con quella dell’autorità ecclesiastica, per non creare confusione nella Chiesa; la Madonna allora ci ha fatto comprendere la differenza tra "ordine" e "domanda" di Dio. Dio ordina quando dice "Io voglio che tu sia vescovo. Io voglio che tu dica la S. Messa. Io voglio che tu celebri tutti i sacramenti". Domanda quando chiede il consenso alle anime, perché facciano qualcosa e dice: "Siete liberi di accettare o rifiutare"; solo in questo caso siete liberi come gli uccelli che volano nel cielo. Ripeto, quando dice: "Io voglio" dovete ubbidire; questa è la vera e grande obbedienza a Dio". [26]

Una nuova sofferenza intanto si è aggiunta alle precedenti.

Alcuni veggenti o presunti tali, ai quali è stato chiesto il parere sulle apparizioni della Madre dell’eucaristia e sui miracoli eucaristici di via delle Benedettine, si sono espressi in modo negativo, sconsigliando di parteciparvi e di avere rapporti "con quei due": il vescovo e la veggente.

Anche su questa triste situazione è intervenuta la Madonna: "Ci tengo a ripetere un insegnamento. Qualcuno ricorderà che quando Marisa mi ha chiesto se un'apparizione era vera io la sgridai e le dissi: "Chi sei tu per chiedermi questo? Tu vali solo quel quarto d'ora dell’apparizione". A nessun veggente parlo di un altro veggente. Chi parla male di uno di essi non mi ha mai visto o ha cessato di vedermi. Nessun vero veggente può parlar male di un altro. Quindi, quando sentite parlare male di un veggente, non ascoltate, ma dite: "Questo non viene da Dio, ma dal demonio"". [27]

Il 9 marzo abbiamo festeggiato il 37° anniversario della ordinazione sacerdotale di Don Claudio. Nelle prime ore del giorno a Marisa si sono aperte e hanno sanguinato le stimmate, ma la veggente ha supplicato con tanta insistenza il Signore che "la liberasse da questa vergogna" che è stata esaudita. Infatti le stimmate si sono chiuse in breve tempo, senza lasciare tracce.

Nel pomeriggio, alle ore 15:00, è stata esposta l’eucaristia che aveva sanguinato due volte e molte persone sono venute per adorarla.

All’adorazione eucaristica è seguita l’apparizione della Madonna che rivolta a Don Claudio ha detto: "In questo momento stanno tutti benedicendoti, mio caro vescovo, e tutti ti augurano un bene grande, profondo e una grande forza. Non abbatterti, il Paradiso è con te. Godi, perché la situazione cambierà".

l’incontro di preghiera si è concluso con la celebrazione della S. Messa, durante la quale i giovani hanno letto delle preghiere spontanee e delle intenzioni che hanno commosso il vescovo fino alle lacrime.

Domenica 12 marzo la Basilica era finalmente gremita. Molte persone sono venute dall’italia e dall’estero per festeggiare il vescovo e augurargli di vivere ancora per molti anni un sacerdozio santo e santificatore. È venuto Gesù per fare gli auguri a Don Claudio: "Io sono Colui che ha chiamato al sacerdozio e ha dato l’episcopato a Don Claudio. Sì, Don Claudio è l’uomo dell’eucaristia, è il sacerdote dell’eucaristia, è il vescovo dell’eucaristia. Oh, se tutti i miei figli prediletti camminassero nello stesso modo.

Ti ripeto, Don Claudio, mio caro vescovo, Io sono in te e tu sei in Me, come sono in qualsiasi sacerdote che vive in grazia".

Non poteva mancare nel giorno della festa del sacerdozio un riferimento alla triste situazione della Chiesa, fatta dal suo capo e fondatore: "Voi non sapete che i miei papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, i papi che hanno fatto tanto del bene, soffrono nel vedere la Chiesa andare sempre più in declino".

La grande sofferenza del vescovo e della veggente e le preghiere dei membri della comunità hanno prodotto frutti spirituali notevoli "Le conversioni continuano. Sul giornalino c'è scritto che si sono convertite 13 milioni di anime, che alla festa del vostro vescovo sono diventate 13.900.000 e oggi ammontano a 14.200.000". A voi sembra un grande numero, ma è piccolo in confronto a tutti gli uomini della Terra".

Il Signore ci ha spronato a continuare nella grande opera di conversione di tante anime.

Il 25 marzo, festa dell’annunciazione del Signore, abbiamo celebrato la festa di Maria, Madre dell’eucaristia. La Madonna per incoraggiarci ci ha parlato del nostro futuro "Quando sarete riconosciuti dal Vicariato e dal Santo Padre, la vostra situazione cambierà. Avrete la chiesa "Madre dell’eucaristia" e festeggerete la Madre dell’eucaristia in una data stabilita dall’autorità ecclesiastica".

Il 30 marzo, Yari e Laura, due giovani della nostra comunità, si sono sposati. Questa volta il Vicariato non ha messo in atto nessun tentativo di disturbo e di intimidazione, come è avvenuto in occasione della celebrazione del precedente matrimonio. Probabilmente ha tenuto conto della preparazione, determinazione e maturazione dei nostri giovani che più volte avevano ridotto al silenzio e messo in crisi suoi esponenti e alcuni parroci che avevano tentato di buttare discredito sulle apparizioni della Madre dell’eucaristia, sui miracoli eucaristici avvenuti a via delle Benedettine e sull’ordinazione episcopale di Don Claudio.

Il vescovo e la veggente, per motivi di parentela, conoscevano questi due giovani fin dalla loro nascita, li avevano seguiti nelle tappe importanti della loro vita e li avevano preparati a vivere un'autentica e generosa scelta cristiana.

Il Signore li ha chiamati a formare una famiglia e ha fatto sorgere in loro l’amore.

Quando Don Claudio ha accolto Yari e Laura "nella basilica Madre dell’eucaristia" e li ha invitati ad inginocchiarsi insieme a lui ai piedi dell’altare, ha rivissuto in rapida successione, come in un film, molti momenti di vita che aveva vissuto con i due giovani e dei quali ha parlato nel discorso introduttivo.

Marisa ha raccontato che la Madonna è stata presente per tutta la S. Messa accanto al vescovo e che al momento del rito matrimoniale si è spostata vicino ai due giovani, sui quali ha aperto il suo mantello, in segno di protezione.

Pronunciato il "sì d'amore" Yari e Laura per sottolineare che ormai erano diventati un tutt'uno, hanno recitato insieme una preghiera, alla quale sono seguite quelle composte da zia Marisa, dalle sorelle e dagli amici.

Gioia ed emozione sono stati i sentimenti presenti nel cuore dei partecipanti.

A volte Don Claudio con tono scherzoso ha detto: "I sacerdoti, le suore e i veggenti sono per la Chiesa tre grossi problemi. Il Signore li ha chiamati, ed essi vivono la chiamata privi di autentico spirito di servizio, ma con desiderio di affermarsi, ritagliarsi spazi in cui essere incontrastati leader".

È chiaro che non bisogna fare di ogni erba un fascio, ma saper distinguere caso per caso. La Madre dell’eucaristia ha confermato, purtroppo, che quanto ha detto il vescovo corrisponde a verità: "I miei sacerdoti prediletti, le mie suore, e i miei veggenti cercano di emergere, si comportano come le grandi star. No! Dio non chiama le anime per questo. l’anima chiamata da Dio deve pregare, soffrire, amare, dare esempio e testimonianza." [28]

Nella notte tra il 5 e il 6 aprile è avvenuto un fatto, che i protagonisti non avrebbero mai rivelato, se non ne avesse parlato la Madonna. Mentre il vescovo e la veggente erano in preghiera due particole si sono improvvisamente adagiate sul loro cuore. Dopo un primo istante di meraviglia e stupore i due hanno adorato Gesù, presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’eucaristia, e successivamente si sono comunicati con le due particole che emanavano il caratteristico profumo che indicava che erano state trasportate da Gesù.

Il giorno seguente, durante l’apparizione che precede l’incontro biblico, la Madre dell’eucaristia ha detto: "A voi può sembrare strano che l’eucaristia si sia adagiata sul corpo del vescovo e sul corpo della veggente. Perché Dio ha fatto questo? Perché ha voluto appoggiare il Suo corpo sul vostro, martoriato da tutti, miei due cari figliolini".

Alcuni sacerdoti della diocesi di Roma sono andati di nascosto da Don Claudio per esprimergli solidarietà e rispetto.

Il vescovo li ha accolti con calore e spirito fraterno, anche se ha sofferto nel constatare che dei sacerdoti, non più giovanissimi, fossero tanto impauriti dalle reazioni e possibili punizioni del Vicariato se fosse venuto a conoscenza che erano venuti nel luogo taumaturgico. Un atto di carità è stato inquinato dalla paura, un atto che poteva essere di coraggio è stato declassato a comportamento debole.

Intanto esponenti del Vicariato hanno continuato a buttare discredito e a fare ironia sull’episcopato di Don Claudio. Sono arrivati a dire: "Prima quello là (=Don Claudio) si è inventato che l’eucaristia ha sanguinato, poi si è inventato di essere stato ordinato vescovo da Dio. Se non è matto lui, non è matto nessuno".

Poveri untorelli! Non potevano neanche immaginare quello che sarebbe avvenuto l'11 giugno nelle mani di Don Claudio durante la celebrazione della S. Messa.

Marisa non ha mai cessato di soffrire la passione. Ogni tanto la ferita procurata dalla spina che aveva in fronte si apriva e sanguinava.

Nel momento in cui Gesù sembrava uno sconfitto e un fallito, perché stava per essere fatto prigioniero dai suoi nemici e condannato a morte, disse agli apostoli: "Io ho vinto il mondo". (Gv. 16,33)

Ugualmente quando Don Claudio sembrava schiacciato, vinto e annientato dai suoi nemici, soprattutto nemici di Dio, la Madonna gli ha detto: "Mio caro vescovo, hai vinto il mondo insieme alla vittima che ti è vicino".

Gesù stesso ha spiegato come deve essere intesa questa vittoria, apparendo il giovedì santo: "Io, Gesù, ho istituito il sacramento dell’eucaristia e dell’ordine. Se non avessi avuto accanto a Me la vittima, mia madre, mia amica, mia sposa, non avrei potuto, come uomo, farcela da solo. Oggi la storia si ripete. Se il vostro vescovo non avesse una vittima accanto non potrebbe farcela, poiché le prove sono tante.

Tu, Marisella, hai preso il posto di mia Madre, lei ha sorretto Me, tu sorreggi il vescovo. Non hai sostenuto soltanto lui, ma anche tanti altri sacerdoti. Molti giovani, grazie alla tua sofferenza e preghiera, sono entrati in seminario e oggi sono sacerdoti e vescovi. Molte parrocchie hanno aperto di nuovo il tabernacolo, hanno fatto troneggiare l’ostensorio con l’eucaristia e fanno turni di preghiera; tutto questo si è realizzato grazie al vescovo che vi ha insegnato ad amare e alla vittima dell’eucaristia.

Che importa ciò che dicono gli uomini della Chiesa? l’importante è che piano, piano le comunità e le parrocchie comincino di nuovo ad amarmi, l’importante è che gli uomini si convertano e le guerre finiscano". [29]

Finalmente Marisa ha visto esaudita una sua intensa preghiera. Aveva chiesto alla Madonna più volte il permesso di poter confidare al vescovo se non tutti, almeno alcuni segreti, per avere un po' di sollievo e conforto, poiché pesavano enormemente sul suo cuore; ma la Madonna aveva sempre risposto che era volontà di Dio che solo lei li conoscesse.

Il 30 aprile Dio ha comunicato, per mezzo della Madonna, che era arrivato il momento di rivelare al vescovo alcuni segreti, e noi abbiamo notato che in lui è aumentata la prostrazione e la sofferenza.

Il mese di maggio è iniziato con un nuovo miracolo eucaristico. La Madonna ha trasportato nel luogo taumaturgico sette particole per insegnarci che il modo migliore per trascorrere il mese mariano è quello di viverlo in compagnia di Gesù Eucaristia. Lo stesso Gesù ha voluto fare una carezza alla sua sposa, costretta quasi all’immobilità. Per farla presenziare all’inizio del mese di maggio, le ha restituito per un breve arco di tempo l’uso delle gambe. È apparso a Marisa e le ha detto: "Vai, sposa mia, scendi in mezzo ai tuoi fratelli e sorelle". La veggente si è alzata dal letto e con sorprendente agilità ha fatto le scale e si è presentata in cappella, accolta dalla gioia e commozione dei presenti. Gesù ha poi precisato: "Avete gioito nel vedere la vostra sorella camminare, non era lei, ma io che camminavo al suo posto."

Gesù ha voluto sottolineare la notevole differenza tra i nostri giovani e i giovani che in occasione della festa del 1° maggio sono andati a S. Giovanni più per partecipare al concerto che per ascoltare il Papa. "Voi, miei cari giovani, siete qui nel più grande silenzio a pregare e a far compagnia a Me e alla mia Mamma. Avete superato diversi ostacoli e il vostro cammino spirituale è andato avanti.

In questo momento migliaia e migliaia di giovani sono al concerto a divertirsi. Durante la S. Messa e durante l’esecuzione di canti classici fatti davanti al Santo Padre, diversi di loro hanno deriso e fatto gesti discutibili che tu, Marisella, hai visto, perché eri in bilocazione a S. Giovanni. A che serve raccogliere migliaia di giovani se prima non è stata fatta una preparazione, una catechesi, una spiegazione? Quando parlava il Papa non c'erano molti giovani, sono arrivati quando è iniziato il concerto ed hanno litigato, addirittura si sono picchiati per avere i primi posti".

Il 2 maggio, presente la Madonna, ha parlato padre Pio dicendo che era volontà di Dio e suo desiderio "che i suoi gruppi di preghiera si riunissero in questo luogo taumaturgico a pregare".

Noi ci siamo subito attivati per fare conoscere ai responsabili nazionali e locali dei gruppi di preghiera di padre Pio il messaggio di Dio, ma purtroppo nel luogo taumaturgico non è venuto nessun figlio spirituale di padre Pio, "neanche coloro che ho aiutato e beneficato quando vivevo sulla Terra…", così ha precisato il Beato. Padre Pio ha sempre dimostrato di avere una particolare predilezione per il vescovo e la veggente: "Chi più di voi due, caro fratello e cara sorella, soffre per questa grande missione? Voi soffrite, avete sofferto molto più del beato padre Pio".

Il 4 maggio la nostra comunità è stata rallegrata dalla nascita di Samuele, secondo figlio della prima coppia dei nostri giovani sposati. La Madonna e Marisa in bilocazione sono state presenti durante il parto e hanno accompagnato con la preghiera lo sbocciare della vita della piccola creatura.

Sulla diffusione di pseudo-profezie o pseudo-messaggi che generavano inutili paure e ingiustificate preoccupazioni, Gesù ha voluto far chiarezza: "La paura non fa crescere l’uomo. Chi ha paura non è un buon cristiano. Io non ho mai parlato dei tre giorni di buio. Vi ho insegnato a vivere in grazia. Dovete accettare ogni giorno come viene". [30]

Il 7 maggio sui fiori offerti dai giovani a Marisa, padre Pio, per ordine di Dio, ha depositato l’eucaristia, per dare forza e coraggio nel sopportare la sofferenza al vescovo, alla veggente e a nonna Iolanda.

Gesù e padre Pio sono tornati a parlare dell’opposizione, della lotta e della persecuzione dei sacerdoti, vescovi e cardinali contro Don Claudio. Il Fondatore e Capo della Chiesa ha detto: "Pensano di offendere il vescovo, ma offendono Me. Ancora oggi, nel duemila, mi straziano, mi fanno soffrire". [31]

Il beato dell’eucaristia ha aggiunto: "I tuoi confratelli, specialmente quelli di Roma, sanno che tu sei nella verità, come i membri del sinedrio sapevano che Gesù era la verità, e ti condannano per invidia e per paura". [32]

Il demonio non si è limitato a percuotere violentemente Marisa, ma l’ha tentata in tutti i modi e ha cercato di ingannarla, assumendo a volte sembianze vaghe di Gesù o della Madonna per dirle che aveva perso, era una fallita e non aveva raggiunto nessun obiettivo.

Il vescovo, anche se stanco, gravato e, come dice il suo nome, con la salute claudicante, non si è mai tirato indietro, ma ha continuato a dare tutto sé stesso alle anime.

Gesù, pur apprezzando la generosità di Don Claudio, l’ha invitato a risparmiarsi perché: "Ognuno deve dare ciò che può. Se non puoi dare cento, mio caro vescovo, non pretendere di dare centotre, centoquattro, centocinque". [33]

Il 12 maggio si era creata nella Chiesa una grande attesa per quanto avrebbe detto il Papa il giorno dopo a Fatima circa il famoso terzo segreto.

La Madre dell’eucaristia ci ha aiutato a vivere bene anche questa delicata situazione: "Oggi, dopo tanto tempo, vi chiedo di pregare per il Santo Padre. Non vuole svelare il segreto di Fatima, lo lascia al successore". Il saluto finale della Madonna è stato diverso dal solito. Noi invitiamo a leggerlo e chi vuole intendere intenda.

Il 13 maggio milioni di persone hanno assistito in diretta alla celebrazione eucaristica fatta da Giovanni Paolo II a Fatima e ascoltato l’omelia pontificia.

Al termine della solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II, il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha fatto in portoghese un annuncio in nome del Papa. Il cardinale Sodano ha affermato che il testo del terzo segreto costituisce una visione profetica paragonabile a quelle della Sacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si distendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate. Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che essere di carattere simbolico.

La visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immane sofferenza dei testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio. Le vicende a cui fa riferimento la terza parte del segreto di Fatima sembrano ormai appartenere al passato.

Quando le ultime immagini di Fatima sono state sfumate in televisione, da un estremo all’altro della Chiesa è risuonata un'unica domanda: "È stato svelato il terzo mistero?". A questa domanda ha risposto la diretta interessata, la Madonna, apparendo nel pomeriggio a Marisa, alla presenza di diverse persone: "Il segreto di Fatima non è stato svelato. Ognuno di voi nel proprio cuore sa cosa pensare e cosa dire. Piangere perché questo segreto non è stato svelato, non serve a nulla. Io invece vi invito a pregare, affinché colui che deve fare la volontà di Dio la faccia, ma il tempo passa. Gli uomini della Chiesa hanno detto che il terzo segreto di Fatima non è catastrofico. Anche il secondo segreto, che parlava della seconda guerra mondiale non è stato, sempre secondo l’autorità ecclesiastica, catastrofico, eppure sono morti milioni di uomini. Se il terzo segreto non è catastrofico, ebbene miei cari figli, io non so come definirlo". [34]

Ancora una volta il demonio si è scagliato con rabbia contro il vescovo e la veggente, leader della guerra contro di lui.

Durante la S. Messa il padre della menzogna ha più volte e ferocemente colpito Marisa che, per non distrarre i presenti che seguivano l’omelia di Don Claudio, è rimasta immobile e silenziosa. Il demonio ha poi concentrato il suo odio contro il vescovo. Ha fatto fuoruscire dal candeliere, durante l’offertorio, una lingua di fuoco che avrebbe ustionato Don Claudio, se la Madonna non fosse immediatamente intervenuta, impedendo alla fiamma di raggiungerlo.

Tutte le sofferenze sono offerte da Don Claudio e Marisa per la Chiesa. La Madre dell’eucaristia ha sempre incoraggiato i suoi due figli a proseguire per la strada dell’immolazione: "Coraggio, la Chiesa rinascerà, ma prima coloro che Dio ha chiamato dovranno versare ancora molto sangue". [35]

Il 16 maggio la Madre dell’eucaristia ha trasportato nel luogo taumaturgico un’ostia grande che versava sangue e l’ha depositata su una piantina di fiori.

Appena terminato di celebrare la S. Messa, il vescovo è stato informato da Marisa, costretta a letto dalla malattia, dell’avvenuto miracolo. Don Claudio si è recato, seguito da diversi giovani e adulti, a verificare l’evento prodigioso e ha potuto constatare che l’ostia mostrava una macchia di sangue compatta ed estesa per la quasi totalità della sua superficie ed emanava il celestiale profumo, garanzia dell’intervento soprannaturale.

Il vescovo si è fermato con coloro che lo avevano accompagnato in adorazione davanti all’eucaristia e poi ha autorizzato la ripresa televisiva e fotografica, per avere la necessaria documentazione. Marisa ha raccontato, per ordine della Madonna, a Don Claudio come era avvenuto quest'ultimo miracolo eucaristico. Un ecclesiastico che ancora occupa un posto molto importante nella gerarchia della Chiesa e del quale la Madonna ha rivelato l’identità, inizialmente solo al vescovo e alla veggente e successivamente anche ai giovani, dopo la consacrazione ha visto fuoruscire dall’ostia grande alcune gocce di sangue. Invece di rallegrarsi, si è infastidito di quanto stava accadendo sotto i suoi occhi, con gesto stizzito ha allontanato l’ostia insanguinata ed ha chiesto all’inserviente una seconda ostia per proseguire la celebrazione della S. Messa e non permettere a coloro che erano presenti di rendersi conto del miracolo eucaristico. Poiché l’ostia che aveva versato sangue, secondo l’intenzione del celebrante, era destinata ad una messa nera, la Madonna l’ha immediatamente sottratta al sacrilego celebrante e l’ha trasportata da noi, ben sapendo che sarebbe stata accolta con amore e con fede.

Il vescovo, la veggente e i giovani, tenuti per ora a mantenere il segreto sull’identità dello sventurato ecclesiastico, hanno organizzato turni di adorazione per riparare il grave sacrilegio e la profanazione commessa contro l’eucaristia che comporta la scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica. (can. 1367)

Purtroppo quanto raccontato non è un fatto isolato, ma frequente. Chi arriva a profanare l’eucaristia non potrà salvarsi né godere Dio in Paradiso; questo ha ripetuto più volte Gesù Cristo.

Non ci eravamo ancora ripresi dall’emozione del miracolo eucaristico del 16 che il giorno 18 si è verificato un nuovo miracolo, più sorprendente ed eclatante del precedente.

Dopo aver celebrato la S. Messa, il vescovo mentre stava per rientrare in casa, è stato assalito da un forte profumo, proveniente dalla stanza dove sono conservate le ostie che hanno sanguinato.

Ha aperto la porta della stanza e il suo sguardo è stato attratto dalla statua bianca, sulla quale aveva sanguinato l’eucaristia, collocata dalla Madonna, l’undici novembre 1999.

Don Claudio ha mormorato: "Mio Dio" e si è prostrato ad adorare il sangue divino che fuorusciva per la seconda volta, a distanza di alcuni mesi, dalla stessa ostia.

La scena che era davanti agli occhi del vescovo rimarrà per sempre indelebile nella sua mente e nel suo cuore.

Il sangue vivo e rosso contrastava con il candore della statua. Inoltre, a differenza della prima volta, quando poche gocce di sangue avevano macchiato piccoli tratti del calice e del vestito della Madonna, questa volta il sangue era fuoruscito talmente abbondante da ricoprire interamente la parte del calice, e formare uno spesso e lungo rigagnolo che dalla base del calice si estendeva fino alla base della statua.

Il sangue fresco in alcuni punti aveva ricoperto il precedente ormai scuro e in altri aveva intrapreso un percorso diverso.

La Madre dell’eucaristia il giorno seguente ha parlato dell’ultimo miracolo eucaristico: "Miei cari figli, un’ostia depositata sulla piccola statua bianca ha di nuovo sanguinato. Il miracolo parla chiaro e dice che gli uomini non si convertono. Il mio povero Gesù che venne perseguitato, calunniato e ucciso 2000 anni fa, oggi si trova in condizioni ancora più tristi e orrende. Non è un segno buono che da un’ostia che ha già sanguinato siano fuorusciti ancora sangue ed acqua".

Gesù, la Madre dell’eucaristia, gli angeli, i santi e le anime salve hanno continuato a farsi presenti nel luogo taumaturgico, anche se le persone che partecipavano agli incontri di preghiera erano poche.

Dio ha posato il Suo sguardo d'amore su un luogo tanto osteggiato e perseguitato dagli uomini della Chiesa e l’ha eletto dimora visitata da tutto il Paradiso.

Contrasta con la mentalità umana questo modo di agire di Dio: privilegiare un posto frequentato da poche persone e non chiese e piazze capaci di accogliere moltitudini enormi. Questo ha detto padre Pio. "Certi uomini della Chiesa cercano di fare affluire a Roma più persone che possono, mentre Gesù, la Mamma Celeste, san Giuseppe, gli angeli, i santi e i papi che tu vedi, e io, Marisella, siamo qui con voi. Dio continua a mandarci in questo piccolo luogo taumaturgico, non in altri posti. Anche il giorno della mia beatificazione io ero con voi, qui".

Padre Pio ci ha fatto comprendere il motivo per cui Dio ha trascurato chiese e luoghi affollati di persone: "Perché gli uomini fanno esplodere discussioni, liti, lotte per orgoglio e superbia. Questo avviene nelle grandi comunità, in Vicariato e in Vaticano. In tutti i posti non c'è amore, ma voglia di primeggiare. Superbia, orgoglio, avarizia, ira, gola, invidia, accidia e lussuria imperano ovunque". [36]

Il 21 maggio la comunità ha solennizzato l’anniversario dell’emissione dei voti di Marisa e ha celebrato, come ormai è diventata tradizione, la festa della consacrazione delle anime a Dio.

Come in occasione dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Claudio onoriamo il sacerdozio, così in occasione dell’anniversario dei voti di Marisa festeggiamo la consacrazione delle anime a Dio, pregando e offrendo a Dio fioretti e sacrifici per coloro che emettono i voti e restano nel mondo o vivono in comunità religiose.

Per l’occasione sono venute molte persone da diverse regioni dell’italia e dall’estero e si sono strette intorno alla veggente con affetto e riconoscenza. Non potevano mancare gli auguri del Paradiso: "Ed ora, Marisella, desidero farti gli auguri per tutta la vita che hai dato a mio Figlio Gesù, per tutto l’amore che hai avuto, per la sofferenza e il sacrificio che hai sopportato. Non è facile raccontare come vivi la passione di Gesù e il Getsemani. Io che ho vissuto sempre con Gesù e tu che vivi continuamente la passione sappiamo cosa vuol dire. La passione da te vissuta questa notte ha fatto sì che si sono salvate quasi un milione di persone. Per questo noi del Paradiso diciamo grazie a te e al vescovo, che con tanto amore e pazienza ti ha assistito e ha pregato".

Sapere che con la propria sofferenza tante anime continuano a salvarsi è per il vescovo e la veggente la più grande gioia e la più grande ricompensa.

La Madonna quando appare è triste e preoccupata della situazione della Chiesa: i nemici dell’eucaristia sempre più occupano cariche e accumulano potere. Invece i buoni vengono sempre più emarginati, resi inoperosi e costretti al silenzio.

Marisa ha continuato ad andare in bilocazione, in compagnia della Madonna e spesso anche di S. Giuseppe, nelle nazioni dove la guerra, la carestia, la mancanza di cibo, acqua e medicinali uccidono bambini, anziani e mamme in gravidanza o che allattano. Ultimamente si è recata frequentemente in Etiopia, in Eritrea, in India e in alcuni paesi dell’america latina.

La veggente, mentre era in bilocazione in quei paesi disgraziati, ha raccontato al vescovo scene raccapriccianti: ha assistito moribondi abbandonati, ha dato sepoltura a corpi dilaniati da ordigni bellici, ha curato bimbi che disperati tentavano di succhiare il latte da madri ormai morte, ha distribuito cibo e medicinali a persone prive di tutto.

Sapere che nel mondo c'è tanta miseria e che sono stati bruciati miliardi per manifestazioni dell’anno Santo fa fremere di sdegno ogni persona onesta e sensibile.

Una spesa inutile è stata fatta quando hanno trasportato il corpo di S. Rita da Cascia a Roma, dove si erano dati appuntamento migliaia di devoti della santa.

S. Rita, apparendo nel giorno della sua festa nel luogo taumaturgico, ha detto: "Questa mattina, insieme alla Mamma e Marisella, c'ero anch'io ad accudire i bimbi che sono alla fine della loro vita. Ho sofferto nel vederli morire di fame ridotti a pelle ed ossa. Le mamme si straziano e muoiono dopo di loro. Nel mondo c'è tanta miseria, ma l’uomo continua a spendere per manifestazioni che non sono affatto chieste da Dio o dalla nostra Mamma del Cielo. Hanno trasportato la mia salma a Roma e hanno speso milioni e milioni. Non ne sono felice, non sono queste le iniziative che Dio vuole. Dio vuole amore, carità verso coloro che soffrono, verso i bimbi che muoiono".

"Chi ha orecchi da intendere intenda" (Mt.11,15), aggiungiamo noi, ripetendo le parole di Gesù.

Pur immerso in un mare di sofferenza, il vescovo ha potuto gustare un momento di dolcezza, quando il 28 maggio ha amministrato il sacramento della cresima a un giovane che fa parte della nostra comunità.

Era la prima volta che Don Claudio amministrava questo sacramento, che nel rito latino ha come ministro ordinario il vescovo.

Abbiamo letto sul volto del nostro vescovo gioia ed emozione, mentre tracciava il segno di croce con il crisma sulla fronte di Luca.

Durante la veglia di preghiera, celebrata per chiudere il mese di maggio, dedicato alla Madonna, e iniziare il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore, la Madonna ha consegnato a Marisa un nuovo segreto; sappiamo solo che riguarda l’attuale Papa.

Il mese di giugno è iniziato con un fenomeno mistico che, pur essendoci noto, ci ha ugualmente impressionato e sconvolto. Sulla fronte di Marisa è apparso un accentuato rossore e successivamente sono comparsi dei fori dai quali sgorgavano gocce di sangue che sono aumentati via via fino a ricoprire quasi interamente il cranio.

Contemporaneamente si sono aperte le ferite nel palmo interno delle mani, dalle quali fuorusciva il sangue mentre sui piedi si formavano escrescenze che assumevano la forma della testa di un grosso chiodo.

Infine, è sopraggiunto il colpo di lancia o transverberazione che ha procurato dolori così lancinanti da far emettere a Marisa gemiti e lamenti.

Questi segni visibili della passione Marisa li ha portati sul suo corpo per una settimana ed emanavano un profumo delicato. Come erano comparsi, così sono spariti improvvisamente.

Nel 1750 Benedetto XIV aveva stabilito i seguenti criteri per distinguere le stigmate vere da quelle false: assenza di infezione, comparsa improvvisa, assenza di cattivi odori, chiusura spontanea, assenza di pus. Ebbene tutti questi criteri li abbiamo riscontrati nelle ferite di Marisa.

All’inizio del mese dedicato al suo Cuore Eucaristico, Gesù ha ripetuto il suo lamento: "Ho sete di anime, ma le anime si allontanano da Me per colpa di chi comanda. Gli uomini della Chiesa organizzano grandi adunate solo per dire compiaciuti: "Quante persone sono venute!". [37]

Sembra che gli organizzatori del giubileo si siano preoccupati di convogliare a Roma milioni di pellegrini solo per dare al mondo l’immagine trionfalistica di una Chiesa efficiente e potente. Gesù ci ha confidato: "Nella seconda metà del XX secolo doveva succedere qualcosa"; questo annuncio si ricollega a quanto la Madonna aveva detto a Fatima nel 1917. Se ancora non è avvenuto nulla, anche se siamo entrati nel terzo millennio, si deve al fatto che non ci sono le premesse per gli interventi di Dio, cioè, come ci è stato detto più volte, le conversioni degli uomini non hanno raggiunto il numero stabilito da Dio.

Allora ci domandiamo: perché gli uomini della Chiesa invece di preoccuparsi della situazione spirituale degli uomini, pensano a riempire stadi, piazze, spazi enormi con milioni di persone che allettano con cantanti e divi dello spettacolo e offerte gratuite di vitto e alloggio?

Noi abbiamo dimostrato il nostro amore alla Chiesa continuando a soffrire, pregare e amare e il Signore ci ha comunicato che le persone convertite per il nostro impegno avevano raggiunto quota 15.600.000.

Il 6 giugno abbiamo festeggiato il primo anniversario dell’ostia che ha sanguinato due volte a distanza di un anno e in questa circostanza Gesù ha difeso con autorità e forza l’episcopato che Egli ha donato a Don Claudio: la prima ed unica ordinazione episcopale fatta da Dio dopo quella di Pietro e degli apostoli in tutta la storia della Chiesa.

Il sacramento dell’ordine e il sacramento dell’eucaristia formano un binomio inscindibile e sono l’uno in funzione dell’altro, per questo sono stati istituiti da Cristo contemporaneamente.

Il sacerdote, il vescovo, il cardinale che non ama l’eucaristia, che la riceve in peccato mortale e l’offende profana non solo l’eucaristia, ma anche il proprio sacerdozio o episcopato.

l’elogio più grande fatto da Gesù a Don Claudio e al quale egli tiene molto è: vescovo dell’eucaristia. "Dio, il padrone di tutto, ha ordinato Don Claudio vescovo. Su questa opera così grande gli ecclesiastici dovevano fermarsi per parlare e ringraziare Dio del grande dono fatto alla Chiesa. Invece, hanno detto: "Non veniamo a via delle Benedettine, perché Don Claudio si è fatto vescovo da solo". Ma quali sono le gioie a cui Don Claudio è andato incontro da quando Dio l’ha ordinato vescovo? Non cercava nulla e non voleva nulla. Dio ha voluto dargli la pienezza del sacerdozio perché lo merita, lui è il vescovo dell’eucaristia e dell’amore, è il vescovo della Chiesa. Non si è arricchito, non ha cercato nulla, non ha potere, nè onori, per ora, ma soltanto la pienezza del sacerdozio".

Il Capo e Fondatore della Chiesa ha avuto parole amare per il suo Vicario in Terra: "Colui che sa, colui che poteva intervenire e dire "Dio ti ha chiamato, ti ha eletto vescovo e io ti appoggio a nome di tutta la Chiesa e riconosco che sei vescovo", non lo ha fatto, ha pensato a tutt'altro".

Gesù è stato anche molto severo con quei sacerdoti, vescovi e cardinali "che ripetono contro Don Claudio sempre le stesse calunnie, perché non hanno nulla da fare. Devono andare invece nei confessionali a confessare le anime".

Dopo che Gesù è tornato al Padre, è rimasta Maria, circondata da tutti gli apostoli. Pietro, capo del collegio apostolico, primo Papa della Chiesa, si è rivolto al nostro vescovo e gli ha detto: "Coraggio, siamo tutti con te, Don Claudio, specialmente io, Pietro, ordinato vescovo da Gesù". Il giorno seguente è intervenuto anche Dio Padre per difendere l’episcopato di Don Claudio: "Io sono Dio, Io sono Colui che ha ordinato vescovo Don Claudio, e nessun uomo della Terra può togliere ciò che Io ho fatto. Gli uomini non possono togliere ciò che Io ho dato a una mia creatura" . [38]

Intanto Padre Pio, che ha continuato ad accompagnare Gesù e la Madonna che apparivano a Marisa, ha mostrato sempre maggiore sofferenza nei riguardi dei membri dei suoi gruppi di preghiera e soprattutto di coloro che aveva confessato ed aiutato, perché non sono venuti a pregare nel luogo taumaturgico, dove si sono verificati i più grandi miracoli eucaristici di tutta la storia della Chiesa.

Il beato padre ha rivelato ciò che il segretario del Papa aveva chiesto a Marisa [39]. Nel mese di aprile del 1999 Mons. Stanislao aveva fatto recapitare alla veggente per mezzo di un comune amico polacco un quadro raffigurante Gesù con questa richiesta: "Marisa, soffri e prega per il Santo Padre, affinché arrivi al duemila e per voi sarà un gran bene, perché farà un suo intervento in vostro favore". È finito il 2000 da molto tempo e noi stiamo aspettando che la promessa di Mons. Stanislao venga mantenuta e diventi realtà.

Don Claudio non ha mai messo in testa la mitra, sia perché il Signore non l’ha elencata tra le insigne episcopali che deve indossare e sia perché gli sembra più giusto presentarsi al cospetto di Dio a capo scoperto.

Gesù ha detto più volte di Sé: "Io sono Dio senza corona" e la Madre dell’eucaristia ha aggiunto: "Io sono regina senza corona".

"Il giorno 11 giugno, festa di Pentecoste, si è verificato nel luogo taumaturgico "il più grande miracolo eucaristico di tutta la storia della Chiesa" come è stato definito da Gesù.

Cediamo la parola al vescovo Claudio Gatti, testimone privilegiato e qualificato dell’evento miracoloso.

Il giorno 11 giugno 2000, festa di Pentecoste, mentre celebravo la santa Messa nella chiesa "Madre dell’eucaristia" è avvenuto un grande miracolo eucaristico.

Avevo appena ultimato di recitare la formula di consacrazione del pane, quando dalla mia ostia ha cominciato a fuoruscire il sangue.

Per me il tempo si è fermato. Ero piegato sull’ostia che stringevo tra le mie mani e fissavo il sangue divino che si diffondeva su buona parte della sua superficie.

Sono rimasto immobile per un tempo che ai presenti è sembrato interminabile, perché pensavano che mi sentissi male, in quanto sul mio volto si alternavano un pallore impressionante e un forte rossore.

Quando mi sono un po' ripreso, ho elevato lentamente l’ostia.

Tra i presenti si è creata molta emozione, ma tutto si è svolto in un clima di profondo raccoglimento e viva partecipazione.

Mentre abbassavo la mia ostia macchiata di sangue, ho visto nella patena altre due ostie grandi che, come dirà successivamente la Madre dell’eucaristia, erano state sottratte alla profanazione e portate nel luogo taumaturgico, perché "il vescovo, la veggente e i membri della comunità amano moltissimo l’eucaristia e sono pronti a dare la vita per difenderla".

Dopo aver recitato la formula di consacrazione del vino e fatta l’elevazione del calice, ho preso la patena che conteneva l’ostia da me consacrata macchiata di sangue e le altre due ostie sottratte alla profanazione e sono passato lungo i banchi della chiesa, in modo che i presenti potessero vederle in maniera ravvicinata, constatare la veridicità del fatto, percepire il profumo che emanava dall’ostia macchiata di sangue per testimoniare un domani il miracolo avvenuto.

Quando ho fatto la "frazione del pane", il sangue ha continuato a gocciare sotto gli occhi dei presenti. Pur con rammarico ho dovuto consumare la mia ostia macchiata di sangue, come è prescritto dalle norme 113-116 del IV capitolo delle istruzioni per la celebrazione della santa Messa contenute nel Messale.

Nel fare la santa Comunione ho gustato il sapore dolce del sangue di Gesù e ho avvertito un forte calore e un intenso profumo che invadevano il mio interno.

Con quest'ultimo grande miracolo eucaristico Dio ha messo il suo sigillo su tutti quelli precedenti, rifiutati dai grandi uomini della Chiesa, che hanno preteso di sapere il nome del sacerdote che aveva consacrato le ostie che Gesù, la Madonna, i santi e gli angeli hanno trasportato nel luogo taumaturgico, comprese le numerose ostie che hanno versato sangue.

Come Giovanni ha visto il sangue e l’acqua che uscivano dal costato trafitto di Gesù, così io, vescovo ordinato da Dio, la veggente Marisa Rossi e molte persone abbiamo visto il sangue fuoruscire dall’ostia consacrata da me e possiamo ripetere con l’apostolo: "Chi ha veduto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è veritiera, ed egli sa che dice il vero, affinché voi crediate". (Gv 19,37)

Gesù nei giorni seguenti ha più volte parlato di questo ultimo e grande miracolo. Ci ha fatto sapere che mentre avveniva il miracolo, molte persone si sono convertite in tutto il mondo; e con questo ha voluto sottolineare che ogni azione di Dio è apportatrice di grandi beni spirituali. Ci ha anche comunicato che il demonio ha scagliato la sua rabbia contro Marisa, "perché gli portava via molte anime" e l’ha colpita con percosse così violente che le hanno provocato ecchimosi in tutto il corpo.

Il Sommo ed Eterno Sacerdote ha ricordato che il miracolo avvenuto il giorno 11 era stato preannunciato dalla Madonna ai nostri giovani nel 1997. La Madre dell’eucaristia ci ha incoraggiato a far conoscere il miracolo avvenuto nel giorno di Pentecoste e ha aggiunto: "Questo miracolo deve arrivare al Santo Padre. La lettera scritta dal vescovo non passerà mai, ma il parlare e il raccontare in continuazione ciò che è avvenuto nel luogo taumaturgico può arrivare anche all’orecchio del Santo Padre. Io farò la mia parte, voi fate la vostra" [40]. La conclusione di questa lettera di Dio è molto forte: "Chi non crede a questo miracolo ha il demonio dentro di sé".

La lettera di cui ha parlato la Madonna è quella scritta da Don Claudio ed inviata al Papa, ai cardinali, ai vescovi, ai superiori gennali, ai rettori di università e di seminari e alle congregazioni religiose femminili (Allegato n. 2).

Gesù ha dato la sua approvazione e il suo appoggio a questa lettera inviata agli uomini della Chiesa ed ha affermato con autorità: "per coloro che oltraggiano, parlano male di questa lettera e di ciò che contiene, il Paradiso non esiste".

Il Capo e Fondatore della Chiesa ha pronunciato un guai severo contro i detrattori del miracolo eucaristico, lo stesso guai che in diverse occasioni ha indirizzato ai suoi nemici durante la vita pubblica: "Guai ai sacerdoti, piccoli e grandi, se non accetteranno il grande miracolo eucaristico, avvenuto durante la S. Messa celebrata dal mio e vostro vescovo. Purtroppo i miei sacerdoti mi fanno rivivere la passione ogni momento. Il guai di Dio è terribile. Gli uomini della Chiesa che vedono le foto del miracolo dovrebbero gridare forte: "Popolo mio, che cosa abbiamo fatto? Stiamo uccidendo delle persone che amano veramente l’eucaristia". Anche il Papa dovrebbe gridare "Fratelli miei, che cosa abbiamo fatto?".

Abbiamo saputo che molti ecclesiastici hanno accolto con gioia la lettera, ma per paura di minacce, ricatti e ritorsioni da parte dell’autorità ecclesiastica, specialmente del Vicariato di Roma, non l’hanno esternata.

Gesù ci ha fatto comprendere che il grande miracolo eucaristico del giorno 11 giugno 2000 era l’ultimo intervento divino che garantiva l’origine soprannaturale e l’autenticità delle apparizioni mariane, delle teofanie trinitarie, dei precedenti miracoli eucaristici e dell’ordinazione episcopale di Don Claudio ed ha così concluso: "Tutto è compiuto da parte del Cielo e della Terra. Ora gli uomini, se vogliono salvarsi, devono accettare gli interventi di Dio e chiedergli perdono per tutta la vita". [41]

Il giorno 18 giugno il Papa ha inaugurato il Congresso Eucaristico Internazionale a S. Pietro, alla presenza di cinquantamila fedeli. È stato spontaneo per noi pensare che l’unico vescovo ordinato da Dio dopo Pietro e gli apostoli, non sia stato invitato a partecipare all’inaugurazione del Congresso Eucaristico. Purtroppo invece affiancavano il Papa, sacerdoti, vescovi e cardinali che erano fuori della Chiesa, perché scomunicati e perché non amavano l’eucaristia.

La SS.ma Trinità si è manifestata nel luogo taumaturgico. Marisa ha visto le Tre Persone Divine sotto le apparenze di Gesù, o meglio ha visto tre Gesù. Ha riconosciuto il Padre perché abbracciava tutto il mondo, il Figlio perché mostrava le stimmate e lo Spirito Santo perché aveva la colomba. La Madre dell’eucaristia, dopo averci invitato ad adorare le Tre Persone Divine, ci ha ricordato che nell’eucaristia è presente la Trinità ed ha concluso con sofferenza: "Ci sono tanti sacerdoti e suore che tradiscono l’eucaristia. Pregate per loro".

Dopo il grande miracolo dell'11 giugno pensavamo che i sacerdoti e le suore, finalmente convinti di trovarsi di fronte ad un’opera di Dio, riprendessero a venire nel luogo taumaturgico per adorare l’eucaristia che aveva sanguinato, ma purtroppo non si è visto nessuno. Questa ingiustificata assenza delle anime consacrate dal luogo taumaturgico ha spinto Gesù a lamentarsi: "Ho cercato le mie spose e non c'erano, ho cercato i miei sacerdoti prediletti e non c'erano; quindi ho ragione di dire: ho sete di anime".

Purtroppo i sacerdoti non solo non sono venuti, ma addirittura hanno detto ai fedeli che parlavano loro del miracolo eucaristico: "Non credete al miracolo, il sangue che avete visto nell’ostia è opera del demonio".

Ora questi sacerdoti sono palesemente in cattiva fede. Come possono sostenere che il demonio ha potere di intervenire sull’eucaristia? Per loro il demonio è più potente di Dio?

Poveri sventurati sacerdoti che, accecati dalla rabbia contro Don Claudio e Marisa, hanno peccato contro lo Spirito Santo, perché hanno attribuito al demonio ciò che è opera di Dio e profanando l’eucaristia sono incorsi "nella scomunica latae sententiae" riservata alla Sede Apostolica" (Can. 1367). Hanno peccato contro lo Spirito Santo e sono incorsi nella scomunica per aver profanato l’eucaristia non solo semplici sacerdoti, ma anche vescovi e cardinali.

Il 20 giugno, suo compleanno, Marisa ha superato un altro momento critico della sua vita per intervento di Dio; così ha detto Gesù: "Oggi Dio ha fatto un miracolo alla vostra sorella: stava per lasciarvi, quasi in silenzio, ed è ancora in mezzo a voi".

Nel giorno della sua festa liturgica S. Luigi Gonzaga, ci ha comunicato la lettera di Dio: "Cara Marisella, sono morto molto giovane e non ho sofferto, mia dolce sorellina, così tanto come voi due".

Poco prima dell’apparizione un giovane era stato richiamato dal vescovo per alcune gravi mancanze di carità e di sincerità da lui commesse. Questo giovane non solo non aveva gradito il richiamo paterno del vescovo, ma, in preda al risentimento, si era scagliato contro di lui pronunciando frasi offensive. S. Luigi ha confessato: "Ho vissuto accanto a Gesù quel momento terribile che voi sapete; piangevo e dicevo: come è possibile che si manchi di rispetto così sfacciatamente al vescovo?" Poi rivolto a Don Claudio ha detto: "Prego sempre per te, Eccellenza Reverendissima, e per tutti coloro che ti amano". Infine, per sdrammatizzare la situazione, ha concluso: "Malgrado tutto dovete gioire tra voi, amarvi. Peccato che non sia il giorno adatto, perché vi inviterei ad andare a mangiare una pizza". [42]

Il decreto conciliare "Presbyterorum ordinis" recita: "Tutti i sacramenti sono strettamente uniti alla Sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. l’eucaristia è fonte e apice di tutta la vita cristiana".

"Coloro che sono stati elevati alla dignità del sacerdozio regale per mezzo del battesimo e sono stati conformati più profondamente a Cristo mediante la Confermazione, attraverso l’eucaristia partecipano con tutta la comunità allo stesso sacrificio del Signore". (Catechismo della Chiesa Cattolica)

Il sacramento della Penitenza permette al peccatore di essere riconciliato con Dio per poter ricevere l’eucaristia.

Coloro che hanno il sacramento dell’ordine celebrano l’eucaristia.

"A coloro che stanno per lasciare questa vita la Chiesa offre, oltre all’unzione degli infermi, l’eucaristia come viatico. Ricevuta in questo momento di passaggio al Padre la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo ha un significato e un’importanza particolare. È seme di vita eterna e potenza di resurrezione.

l’eucaristia è, qui, sacramento del passaggio dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre". (Catechismo della Chiesa Cattolica)

In ultimo per quanto riguarda il Matrimonio "è conveniente che gli sposi suggellino il loro consenso a donarsi l’uno all’altro con l’offerta delle proprie vite, unendola all’offerta di Cristo per la Sua Chiesa, resa presente nel sacrificio eucaristico, e ricevendo l’eucaristia, affinché, nel comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo, essi "formino un corpo solo" in Cristo". (Catechismo della Chiesa Cattolica)

Tutto questo il Signore ha confermato con poche e chiare parole "l’eucaristia incorona tutti i sacramenti, l’eucaristia è il coronamento di tutti i sacramenti". [43]

Ed ora siamo costretti per obbedienza a Dio e per amore della verità a trattare un argomento delicato ed importante: il terzo segreto di Fatima.

Il cardinale Sodano aveva fatto a Fatima a nome del Papa questo annuncio: "Per consentire ai fedeli di meglio recepire il messaggio della Vergine di Fatima, il Papa ha affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede il compito di rendere pubblica la terza parte del "segreto", dopo averne preparato un opportuno commento".

Infatti il 26 giugno Mons. Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione della Fede, e il cardinal Joseph Ratzinger, prefetto della medesima congregazione, hanno tenuto in Vaticano un'affollata conferenza stampa per pubblicare il cosiddetto terzo segreto di Fatima nella sua interezza. Tutti conoscono ciò che hanno detto il Prefetto e il Segretario della Congregazione della Fede, per questo ci asteniamo dal ripeterlo, ma non sanno ciò che ha detto Gesù, Capo e Fondatore della Chiesa, sul comportamento degli ecclesiastici a riguardo del terzo segreto.

Il Gesù che ha parlato il 26 giugno è lo stesso Gesù che ha inveito contro i sacerdoti, i dottori della legge e farisei. "Miei cari figli, quando vi ho chiesto di pregare per gli uomini della Chiesa e per colui che non fa la volontà di Dio, non scherzavo. I sacerdoti non si convertono, continuano a far del male e a rovinare la Chiesa che non è loro, ma mia. La Chiesa è di Dio e di coloro che amano. Qualcuno di voi vorrebbe saper un po' di più del segreto di Fatima, ma non posso, per ora. I segreti sono segreti. Gli uomini della Chiesa hanno fatto del terzo segreto di Fatima una zavorra di parole, di bugie, di strani discorsi. Hanno umiliato l’uomo semplice e l’uomo intelligente che amano". [44]

Il giorno dopo Gesù è tornato sull’argomento: "Pregate ancora per questo segreto che non è stato rivelato integralmente".

La vigilia della festa di SS. Pietro e Paolo Gesù ha dato un messaggio che riportiamo integralmente in questa presentazione. l’importanza e la delicatezza del contenuto del messaggio ci impongono di astenerci dal fare il commento, ma di affidarci all’intelligenza e discrezione di chi lo legge. "Quando Dio ha ordinato vescovo Don Claudio, non ha chiesto il suo permesso, ma ha detto: "Io ti ordino vescovo, ti do la pienezza del sacerdozio" e in quel momento il vostro vescovo ha sentito tutto crollargli addosso. A cosa serve questo episcopato? Non per avere gli onori, il potere, il denaro o per primeggiare, ma soltanto per avere la pienezza del sacerdozio. Dio ha anche aggiunto: "Tu hai tutti i poteri e puoi fare anche il decreto per riconoscere l’origine soprannaturale della apparizioni mariane, delle teofanie e dei miracoli eucaristici". Dio ha ordinato e quando ordina bisogna obbedirgli. Io, Gesù, ho detto a S. Pietro: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" e dico a Don Claudio: Tu sei Claudio e la Chiesa è tutta su di te. Vedi che piano, piano ti stiamo guidando al soglio… Come a mia Madre quando le ha dato l’ordine di generarmi non ha detto: "Se vuoi, Maria, puoi generare Gesù", così al vostro sacerdote non ha chiesto il permesso per ordinarlo vescovo, ma ha detto: "Ti ordino vescovo e ti do tutti i poteri. Tu sei vescovo in eterno".

Finalmente è arrivato il 29 giugno. In questo giorno oltre a celebrare la festa liturgica dei SS. Pietro e Paolo, abbiamo celebrato il primo anniversario dell’ordinazione episcopale di Don Claudio. E il vescovo ha dato, dietro suggerimento di Gesù, il mandato di ministro straordinario dell’eucaristia a Marisa e a tutti gli apostolini.

Marisa e tutti i giovani che indossavano la tunica bianca, si sono disposti intorno al vescovo e uniti in preghiera agli adulti hanno atteso il momento dell’apparizione.

È apparso Gesù che rivolto al vescovo ha detto: "Don Claudio, tu sei vescovo in eterno ordinato da Dio, vescovo dell’eucaristia, delle anime. Anche per gli alti prelati è difficile comprendere queste parole. Chi le comprende non le accetta e chi le accetta ha paura.

Oh, quante e quante persone affermano: "Dio non fa le ordinazioni episcopali" Perché no? Forse Dio ha creato il mondo e poi è andato a dormire? Dio continua il suo lavoro, e dal momento che chi doveva ordinare vescovo Don Claudio non l’ha fatto, Dio è intervenuto il giorno 20 giugno 1999 e l’ha ordinato vescovo. Io, Dio, ho indicato il giorno 29 giugno, festa di precetto a Roma, per celebrare l’anniversario dell’ordinazione episcopale di Don Claudio".

Dopo Gesù, ha parlato il Suo primo Vicario in Terra: "Io Pietro, Eccellenza Reverendissima, sono il primo Papa, sono colui che è stato scelto da Gesù quando mi ha detto: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Io dico a te: tu sei Claudio e su…".Non sentire nessuno, ma vai avanti con il nostro Gesù. Lui ci ha chiamati e non possiamo dire di no. Pietro e Claudio sono stati chiamati da Dio".

Un domani il significato esatto di queste parole sarà compreso e certe frasi non terminate saranno completate, per ora ci limitiamo a registrarle come ci è stato ordinato.

Preceduto da Marisa e da tutti i giovani biancovestiti, Don Claudio ha fatto il suo ingresso "nella Basilica Madre dell’eucaristia". I giovani si sono collocati ai lati dell’altare e hanno formato una meravigliosa nuvola bianca. Terminata l’omelia, il vescovo ha chiamato uno ad uno i giovani che hanno depositato ai piedi dell’altare la teca e il vangelo che porteranno con sé, quando si recheranno a portare la S. Comunione agli ammalati. Durante il rito, la Madre dell’eucaristia ha steso il suo manto su Marisa e i giovani, per indicare che li metteva sotto la sua protezione. Tutto si è svolto in un clima di raccoglimento e di profonda emozione, nonostante fossero presenti tre spie mandate dal Vicariato e due provocatori pronti a inscenare qualcosa per disturbare la cerimonia.

Le tre spie si sono coperte di ridicolo, perché, non comprendendo quanto stava accadendo sotto i loro occhi, sono cadute in un grosso equivoco. Infatti hanno riferito a chi le aveva mandate che il vescovo aveva ordinato ventuno sacerdoti, anche se erano presenti tra gli ordinandi undici donne. I due provocatori non hanno potuto disturbare la cerimonia, perché durante l’omelia è venuto giù un acquazzone così potente che li ha costretti a fuggire per non rimanere inzuppati e non correre il rischio di prendersi qualche malanno.

Vogliamo ricordare che la presenza delle spie è un fatto abituale e quella dei provocatori è abbastanza frequente. Fino ad oggi le spie non sono state mai prese sul serio da chi le mandava: incapaci di intendere ciò che dovevano riferire, facevano relazioni esilaranti e distorte. I provocatori invece non sono mai riusciti nel loro intento, perché sono stati fermati ogni volta che decidevano di disturbare da qualcosa che glielo impediva. Comunque, nonostante le lunghe file di insuccessi, spie e provocatori hanno continuato i loro patetici sforzi di seminare zizzania, organizzare disordini e preparare complotti e tranelli.

Difatti non appena Don Claudio e Marisa, accompagnati da alcuni giovani, sono partiti per un periodo di cure al mare, i nemici dell’eucaristia, approfittando della loro assenza, hanno messo in atto un complotto che ha visto la partecipazione di molte persone, che ricoprivano incarichi prestigiosi.

Nonostante questo complotto fosse stato a lungo e nei dettagli preparato si è rivelato un clamoroso insuccesso e si è coperto di ridicolo.

Il mattino del 4 luglio un membro interno della comunità ha ricevuto una telefonata da parte di una signora inglese che chiedeva di poter venire a pregare nella nostra cappella, davanti all’eucaristia che aveva sanguinato. Verso le ore 16:00 la signora inglese si è presentata nel luogo taumaturgico ed è stata accompagnata in cappella.

Poiché il vescovo aveva dato disposizione che, quando in cappella è presente anche una sola persona sconosciuta, non deve essere lasciata sola, un membro della comunità si è fermato con lei.

La straniera è rimasta a lungo seduta davanti all’eucaristia che aveva sanguinato e ogni tanto si voltava indietro, forse per controllare se era sola.

Dopo circa un’ora la signora inglese è uscita dalla cappella ed ha fatto uno strano discorso. Al membro della comunità ha raccontato che alloggiava all’albergo "Emmaus" insieme ad un veggente irlandese che aveva le stimmate e viveva la passione del Signore. Questo veggente doveva, per desiderio del Signore, incontrare Marisa, ma, costretto a tornare anticipatamente in patria, aveva incaricato lei di compiere una delicata missione.

Il giorno 3 luglio il veggente, mentre soffriva la passione del Signore, aveva ricevuto due ostie insanguinate da consegnare a Marisa. La signora inglese a quel punto ha aperto una teca e dopo aver mostrato due particole che sembravano macchiate di sangue, l’ha consegnata al membro interno della comunità che, senza comunicare nulla a Don Claudio, e di sua iniziativa, l’ha presa unitamente ad una lettera per Marisa.

La visitatrice è andata via, dopo aver insistentemente raccomandato di consegnare le ostie e la lettera a Marisa, senza lasciare alcun recapito telefonico.

Ma, come dice un proverbio popolare, il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Infatti poco dopo la signora inglese ha telefonato, molto preoccupata, perché aveva smarrito una preziosa macchina fotografica. Ha lasciato questa volta un recapito telefonico, pregando di chiamarla, se per caso la macchina fotografica fosse stata trovata nel luogo taumaturgico. Nel frattempo il vescovo, informato da una ragazza della comunità di questa strana consegna di ostie insanguinate, aveva dato disposizione di rintracciare la straniera e dirle di venire a riprendere la teca con le ostie e la lettera.

Don Claudio aveva capito che si trattava di un tranello e ha rimproverato il membro della comunità per aver preso quelle ostie sospette, senza consultarlo.

Nessuna persona si sarebbe fatta raggirare, se avesse ricordato che il miracolo dell'11 giugno è il sigillo di tutti i miracoli eucaristici e che "tutto era stato compiuto da parte del Cielo e della Terra".

La signora inglese è stata subito contattata al recapito telefonico e ha continuato a sostenere che quello era il numero telefonico dell’albergo "Emmaus", mentre da nostre verifiche risultava essere il numero di un'abitazione privata. Comunque, quando le è stato detto che il vescovo le ordinava di tornare a prendere la teca, prima ha addotto diverse scuse per non venire: l’ora tarda, l’impossibilità di lasciare bambini incustoditi e i preparativi per la partenza del giorno seguente, infine ha promesso che sarebbe venuta.

Ma poiché la signora non veniva, è stato di nuovo contattato il vescovo che ha ordinato di richiamarla e invitarla decisamente a riprendersi ciò che non ci era gradito; se non le fosse stato possibile venire, era pregata di comunicare il suo indirizzo e un nostro giovane le avrebbe riportato il tutto. La signora si è rifiutata di comunicare l’indirizzo, dicendo di essere ospite di persone delle quali non voleva svelare l’identità.

Il vescovo nuovamente aggiornato degli sviluppi della situazione ha ordinato ai giovani presenti nel luogo taumaturgico di aprire la teca e verificare il contenuto. Le due particole, coperte con dell’ovatta, si presentavano scure, con una piccola macchia rosso scuro al centro e con i bordi verdastri; non emanavano nessun profumo.

Dal numero telefonico i giovani sono risaliti all’indirizzo e all’abitazione e hanno scoperto che il cognome dei proprietari dell’appartamento era quello di una nota famiglia di banchieri massoni.

Il mattino seguente la teca contenente le due particole non consacrate, sporcate di sangue, e la lettera del falso veggente sono state portate da un nostro giovane al portiere dello stabile individuato dove era l’appartamento della conosciuta famiglia di banchieri massoni, il quale ignaro di tutto, con un sorriso ha assicurato che avrebbe recapitato il tutto ai destinatari.

Il vescovo ci ha fatto sapere che le ostie erano state macchiate con sangue di animale e che tra i partecipanti al complotto erano presenti alte cariche ecclesiastiche.

Ci ha anche detto che Marisa era al corrente da tempo di questo complotto e che diversi partecipanti si sono ritirati dopo aver appreso il grande miracolo eucaristico, avvenuto nel giorno di Pentecoste nelle sue mani.

l’intento dei nemici dell’eucaristia era quello di farci credere che le ostie fossero consacrate, di convincerci ad accettarle, e per questo avevano approfittato dell’assenza del vescovo dal luogo taumaturgico.

Solo in un secondo tempo avrebbero rivelato l’inganno, per dimostrare che anche le ostie insanguinate che custodivamo non erano d'origine soprannaturale.

Ecco il motivo per cui il vescovo, appena messo al corrente del fatto che il membro interno della comunità aveva accettato le ostie insanguinate, ha avuto una forte e dura reazione, aveva immediatamente compreso di trovarsi di fronte ad una macchinazione diabolica.

Luglio, che doveva essere un mese di riposo, è stato invece per Don Claudio e Marisa pieno di grosse preoccupazioni, di atroci sofferenze fisiche e di forti dolori morali. Se a tutto questo si aggiunge che Marisa ha sofferto la passione per notti intere e Don Claudio l’ha assistita pregando e distruggendosi nel vedere tanto patire, senza poter far nulla, il quadro è completo.

Per tutto il mese di luglio, la Madonna ha parlato con insistenza del futuro del nostro vescovo: quale posto occuperà nella Chiesa e come dovrà svolgere il ruolo che Dio gli affiderà. I messaggi di luglio non sono segreti, ma riservati, cioè conosciuti solo da tutti i nostri giovani e pochi adulti.

Costoro dovranno testimoniare un domani che il posto che occuperà Don Claudio nella Chiesa era stato precedentemente annunciato da Dio. Una prova in più per dimostrare l’origine soprannaturale dei messaggi che la Madre dell’eucaristia ha dato alla veggente Marisa Rossi.

Il 7 luglio, onomastico di Don Claudio, oltre la Madre dell’eucaristia hanno parlato S. Giuseppe e S. Claudio, santo protettore del nostro vescovo. Tutti e tre, come era prevedibile, si sono rivolti a lui parlandogli del suo futuro.

Marisa ha ripreso ad andare in bilocazione con la Madonna in Africa e ha descritto al vescovo scene raccapriccianti e casi pieni di orrore, che Don Claudio non si è sentito di raccontare.

Anche il demonio è tornato per malmenare Marisa e a volte le ha assestato colpi così furiosi da essere distintamente sentiti dai presenti.

Il 15 luglio il vescovo e la veggente hanno festeggiato il 29° anniversario del loro incontro ed hanno ricevuto gli auguri da tutto il Paradiso. La Madonna ha parlato del futuro di Don Claudio: "Avrai un inizio molto duro, ma con la forza e il coraggio che ti darò nel momento del bisogno, tu sarai forte". Nella stessa circostanza Marisa, per ordine di Gesù, ha svelato a Don Claudio che "il suo futuro" era un segreto affidatole più di venticinque anni prima.

Un altro argomento contenuto nei messaggi riservati di luglio, del quale il vescovo ci ha autorizzato a parlarne è: la povertà della Chiesa: "La Chiesa deve dedicarsi ai poveri. Tutto l’oro che è in Vaticano deve essere venduto e il ricavato dato ai poveri. Bisogna spogliarsi di tutto ciò che non serve. La Chiesa deve risorgere ed essere spoglia di tutto ciò che è inutile. Perché spendere miliardi per attività non importanti, quando ci sono bambini, donne e uomini che muoiono di fame ogni giorno? A cosa servono tutte le ricchezze che hanno gli uomini della Chiesa? A che serve spendere milioni e milioni per un abito o una casula, per fare regali al Papa, ai cardinali e ai vescovi? È tempo che tutto questo finisca per aiutare le persone che soffrono. Bisogna abolire tutte le spese inutili. Gli uomini della Chiesa si sono arricchiti, hanno pensato solo ad arricchirsi. Purtroppo mirano solo ad avere denaro, ad avere tutto ciò che gli altri, i poveri, non hanno".

Il vescovo e la veggente, insieme a nonna Iolanda ed alcune ragazze della comunità, per tutto il mese di luglio, hanno soggiornato in un appartamento, messo a disposizione da alcuni amici, che si affacciava sul mare, dal quale distava pochi metri. Nonostante il mare fosse così vicino Don Claudio e Marisa, per gravi motivi di salute, sono stati impossibilitati ad andarvi e si sono limitati a godere la brezza marina.

Fortunatamente l’appartamento era dotato di un'ampia terrazza, dalla quale si godeva un meraviglioso panorama e sulla quale hanno trascorso molte ore pregando, lavorando e ricevendo frequenti visite della Madre dell’eucaristia che si intratteneva in lunghi colloqui confidenziali con "i due figliolini".

Poiché le condizioni di salute sconsigliavano al vescovo e alla veggente il rientro nel caldo afoso di Roma, alcuni membri dell’associazione hanno trovato una casetta in collina per permettere loro, ancora molto debilitati e stanchi, di riprendere un po' di forze.

Don Claudio era talmente provato che non si sentiva neanche di guidare la macchina; così i nostri giovani a turno hanno assicurato la loro presenza per assistere lui e Marisa.

La Madre dell’eucaristia è stata particolarmente vicina al vescovo e alla veggente e molte volte ha addirittura permesso loro di rivolgerle domande e di chiedere spiegazioni.

A queste conversazioni a tre, a volte sono stati ammessi anche i giovani, ai quali Don Claudio ha imposto il segreto più assoluto, tanto i temi trattati erano particolarmente delicati ed importanti.

La sofferenza mistica, la sofferenza fisica e la sofferenza morale hanno continuato a ferire l’anima, il corpo e il cuore di Marisa: "Marisella, non dimenticare che ogni giorno la sofferenza è sempre più forte. La passione che vivi è per salvare le anime e dare gloria a Dio. Forse ti sei dimenticata che oltre tutti i dolori fisici e morali, vivi anche la passione, quel sangue che trovi ogni tanto sul tuo pigiama e sui tuoi abiti è causato dalla passione. Ciao, mio angelo". [45]

Il 6 agosto, Marisa ha visto la trasfigurazione di Gesù come è descritta nel Vangelo; questa esperienza si ripete ormai da molti anni.

La Madonna ha detto che il messaggio dato il 6 agosto, come altri messaggi dati precedentemente, per il momento non può essere diffuso perché trattando eventi futuri della Chiesa deve essere coperto dal segreto.

Il 13 agosto la Madonna ha rivelato una consolante verità per i sacerdoti che amano l’eucaristia "Ogni santa Messa detta bene, celebrata in grazia salva un'anima".

Ha anche parlato dei giovani e della loro triste situazione spirituale che si accentua durante il periodo estivo, perché pensano solo "a divertirsi e a fare quelle azioni che non piacciono né a Dio né ad alcuni uomini".

Nella stessa apparizione Marisa ha visto Gesù allontanarsi accasciato, "quasi barcollando per la sofferenza che gli uomini gli danno".

La vigilia della festa dell’assunzione, Marisa ha avuto una visione che riguardava il futuro del nostro vescovo.

Il 15 agosto è iniziata la giornata mondiale della gioventù, un evento che ha visto l’affluenza a Roma di due milioni di giovani, celebrato ed osannato con grande risonanza dai mass-media italiani ed esteri.

Purtroppo ancora una volta si è ripetuto il lamento di Dio:

"Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,

le vostre vie non sono le mie. Oracolo del Signore.

Quanto il cielo sovrasta la terra,

tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,

i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri". (Is 55,8-9).

La televisione ha trasmesso a gettito continuo servizi che riportavano le immagini di una moltitudine immensa di giovani festosi ed esultanti, i giornali hanno pubblicato articoli, spesso siglati da grandi firme, pieni di elogi per gli organizzatori della manifestazione giovanile e di entusiasmo per la prova di fede e di attaccamento al successore di Pietro da parte dei giovani.

Tutto è sembrato diretto da una accorta e furba regia che aveva l’interesse di colpire l’emozione e la fantasia per distogliere l’intelligenza e l’attenzione dei fedeli dai gravi problemi e dalle nascoste manovre che attualmente avvengono nella Chiesa e vedono contrapposti opposti schieramenti.

A questi signori ricordiamo ciò che ha detto più volte la Madre dell’eucaristia: "A Dio non la si fa".

Il Signore per mezzo di sua Madre ci ha comunicato il suo pensiero a riguardo della Giornata Mondiale della gioventù: "Gli uomini della Chiesa hanno fatto le cose in grande e, soprattutto, come già vi ho detto, hanno speso molto denaro per attirare i giovani.

Qual è la ragione che ha spinto questi giovani a venire da lontano?

La gioia di passare qualche giorno fuori di casa, di avere gratis vitto e alloggio. I responsabili della giornata mondiale della gioventù hanno speso miliardi per attrezzare e abbellire i luoghi di raduno dei giovani, per dare da mangiare a questi poveri ragazzi, ai quali non hanno parlato di Dio, né di Gesù morto in croce per ognuno di loro, per ognuno di voi. Pensano a sperperare il denaro e, mi ripeto, intanto i bambini, le donne e gli uomini continuano a morire e le guerre vanno avanti".

Questi richiami materni della Madonna hanno fatto breccia nel cuore di alti prelati della Curia Romana.

Citiamo un esempio per tutti.

Davanti al Papa e ai cardinali riuniti in concistoro straordinario dal 21 al 23 maggio 2001 il cardinal Roger Etchegarey, presidente del comitato centrale dell’anno santo, ha svolto la sua relazione delle celebrazioni del giubileo ed ha affermato: "Occorre passare da una Chiesa per i poveri a una Chiesa interamente povera: tocchiamo qui forse la questione più provocante, la più urgente per l’evangelizzazione del Nuovo Millennio. Solo una Chiesa povera può diventare una Chiesa missionaria".

La sintesi di ciò che ha detto il cardinale che ha organizzato e pagato tante costose e non necessarie iniziative e celebrazioni dell’anno Santo è: "La Chiesa deve tornare povera per crescere". Infine la Madonna ci ha donato un motivo per gioire, quando ci ha comunicato che per le sofferenze del vescovo e della veggente e per le preghiere della comunità si sono convertite altre anime ed hanno raggiunto la quota di 16.000.000.

Intanto la sofferenza di Marisa si è ulteriormente accentuata, fino al punto da sconvolgere il vescovo e le persone che erano con lui" Voi vi domandate perché tanta sofferenza, e perché debbono soffrire sempre le stesse persone. Bisogna fare bene e fino in fondo quello che Dio chiede, a qualcuno è stata chiesta la sofferenza fino alla morte".

Poi la Madonna ha continuato il doloroso discorso sui giovani convenuti a Roma: "Dio mi ha mandato per dirvi di pregare per i giovani che continuano a saltellare, a ballare quasi nudi per il caldo, a giocare e a fare azioni che non mi sento di dire.

Partecipano alla santa Messa celebrata dal santo Padre, ma nel loro cuore non c'è Gesù, non c'è la grazia, ma il peccato; molti di loro non lo sanno, molti di loro, come vi ho già detto, sono venuti per fare una villeggiatura gratis". [46]

Ci rendiamo conto che aver riportato quanto Dio ha detto a riguardo della Giornata Mondiale della gioventù può suscitare il risentimento degli organizzatori e dei loro fiancheggiatori e scandalizzare diverse persone che pensano sia stata criticata un’iniziativa del Papa, ma noi non possiamo censurare Dio.

Altri non hanno riportato integralmente i messaggi comunicati dalla Madonna per calcoli e interessi umani, noi questo non l’abbiamo mai fatto né lo faremo mai.

Proprio per l’impegno che mettiamo nel diffondere integralmente i testi delle lettere di Dio la Madonna ci ha chiesto di accorciare i tempi della loro pubblicazione. "Non aspettate un anno per pubblicare il libro che raccoglie i messaggi. Dovete stampare ogni mese un libretto o un giornalino, senza guardare tante finezze, Eccellenza, tu sei troppo pignolo, troppo preciso". [47]

Abbiamo ubbidito alla Madonna e dal settembre del 2000 abbiamo iniziato a pubblicare sul nostro giornalino "Le perle della Madre dell’eucaristia" le lettere di Dio con scadenza mensile.

Durante la stessa apparizione la Madonna ha dettato a Marisa un messaggio segreto molto lungo che la veggente ha scritto con la grafia nota solo a lei: "Marisella, questo è un messaggio segreto che a suo tempo esploderà. Non devi parlarne con nessuno. Non perderlo, anzi dallo al tuo vescovo, poi, quando sarà, esploderà". [48]

Il 20 agosto è stata celebrata la solenne chiusura della Giornata Mondiale della gioventù ed anche in questa occasione la regia degli organizzatori è stata perfetta.

Intorno al Papa che a fatica aveva raggiunto l’enorme palco si sono riuniti una moltitudine di cardinali, arcivescovi e vescovi, che, rispettando un rigido ordine di precedenze, indossavano tuniche, casule e mitre identiche e costose.

Lo spettacolo era bello ed imponente, ma era necessario spendere tanti soldi per realizzarlo?

Secondo Dio no. Infatti la Madonna ha detto: "Io dico che se ogni gruppo andasse nella propria parrocchia o nella propria comunità a pregare, non ci sarebbe bisogno di fare tutto questo per riunire moltitudine enormi".

È emersa anche la preoccupazione materna della Madre dell’eucaristia "Molti giovani si sono ammalati per il caldo, per la fatica e per il cibo".

Per il Signore era meglio che i numerosi cardinali, arcivescovi e vescovi invece di sedere sorridenti e soddisfatti sul palco papale fossero andati in mezzo ai giovani per parlare con loro e soprattutto per confessarli.

Il 22 agosto, festa della Beata Vergine Maria Regina, si è svolto un colloquio tra la Madonna, il vescovo e la veggente.

l’importanza e la delicatezza degli argomenti trattati ci hanno suggerito di non pubblicare, almeno per il momento, il suo contenuto.

Nell’ultimo periodo di permanenza a Tossicia, Marisa si è recata molte volte in bilocazione con la Madonna in Africa per soccorrere i bimbi, le mamme, gli anziani e i feriti.

Ha battezzato molte persone in procinto di morire.

Il 1° settembre il vescovo, la veggente e le persone che erano con loro sono tornati a Roma, pronti, anche se malconci e stanchi, a iniziare un nuovo anno con rinnovato spirito combattivo.

Il primo impegno che ha assorbito il vescovo è stato la stesura del decreto per riconoscere l’origine soprannaturale delle apparizioni della Madre dell’eucaristia alla veggente Marisa Rossi e l’autenticità e veridicità dei miracoli eucaristici.

Il vescovo prima di iniziare a scrivere il decreto ha pregato, meditato e studiato moltissimo e ha chiesto alla comunità di unirsi a lui con preghiere, digiuni e sacrifici, perché lo Spirito Santo lo illuminasse nel realizzare l’ordine venuto da Gesù: firmare il decreto.

Contemporaneamente sono iniziati i preparativi per abbellire e addobbare il giardino e la basilica ed elaborare il giornalino che doveva celebrare l’evento straordinario.

Domenica 10 settembre il decreto scritto nella forma definitiva è stato presentato a Gesù che ha detto: "Sono contento del decreto fatto con sacrificio e amore, come è contenta la mia Mamma. Lo approvo e lo benedico".

Alla firma è stato fatto precedere un triduo, culminato nella veglia di preghiera, durante la quale il vescovo ha letto e commentato il decreto.

Finalmente è arrivato il 14 settembre, il giorno stabilito per firmare il decreto per ordine di Dio.

Lungo il giardino si è snodata la processione. Il vescovo sorreggeva l’eucaristia che aveva sanguinato due volte ed era preceduto dai membri della comunità che sostenevano i flambeaux.

I giovani che indossavano le tuniche bianche formavano una candida nuvola che avvolgeva l’eucaristia, alla quale rivolgevano canti e preghiere.

Il vescovo ha intronizzato l’eucaristia sull’altare nella Basilica e mentre veniva eseguito il canto allo Spirito Santo si è inginocchiato sull’inginocchiatoio in profondo raccoglimento; aveva al suo fianco Marisa. Dopo alcuni minuti di silenziosa adorazione la veggente ha offerto al vescovo la penna. Don Claudio, continuando a stare in ginocchio, ha firmato il decreto.

Si è manifestata la SS.ma Trinità. Le Tre Persone Divine sono apparse a Marisa sotto l’aspetto di Tre Gesù.

La Madonna, gli angeli, i santi e i papi erano prostrati in profonda adorazione davanti a Dio Uno e Trino.

Ha parlato la Seconda Persona Divina: "Io, Gesù, parlo a nome di Dio Padre, di Dio Spirito Santo e a nome Mio. Noi, le Tre Persone Divine, insieme agli angeli e ai santi e soprattutto insieme alla mia e vostra mamma, la Madre dell’eucaristia, abbiamo gioito per l’obbedienza fatta. Hai firmato il decreto, Eccellenza, e hai ubbidito a Dio, come sempre. Hai anche ubbidito agli uomini della Chiesa, ma loro ti hanno gettato nel fango. Come ti abbiamo già detto, ubbidisci a Dio, a noi e lascia stare. Dio ha creato il mondo, Dio ha creato l’uomo, Dio è il padrone assoluto del cielo e della terra.

Oggi, in questo grande giorno, avete dato gioia alla SS.ma Trinità, alla Madre dell’eucaristia e a tutti gli angeli e santi.

È ora tarda, ma qui, in Paradiso, c'è una luce che non acceca, come tu vedi, Marisella, e vorrei che questa luce entrasse nei vostri cuori; per riscaldarli. Dopo le apparizioni eucaristiche, avete ricevuto la santa Comunione e avete sentito il profumo e avvertito il calore nel vostro cuore. Questi è Dio.

Miei cari figli, figli miei adorati, non ho parole per ringraziarvi della vostra presenza e ringraziare coloro che sono venuti da lontano, soprattutto permettetemi di ringraziare il vostro vescovo che ha ubbidito a Dio firmando il decreto. Forse non tutti avete compreso la sua importanza, ma il vescovo ordinato da Dio ha ubbidito e lo ha firmato.

Coraggio, non siete soli, chi è con Dio è con il Paradiso. Di cosa avete paura? Siete con il Paradiso". [49]

Probabilmente queste sono le uniche apparizioni mariane ed eucaristiche approvate dall’autorità ecclesiastica, mentre sono ancora in atto. La situazione attuale non permette che questo riconoscimento sia accettato dalle altre autorità ecclesiastiche, ma noi sappiamo che un futuro Papa apporrà la sua firma a fianco di quella del vescovo ordinato da Dio per sancire con la sua suprema autorità l’approvazione delle apparizioni della Madre dell’eucaristia e dei miracoli eucaristici.

La Madre dell’eucaristia sarà conosciuta, amata ed invocata in tutta la Chiesa.

I grandi miracoli eucaristici che Dio ha operato nel luogo taumaturgico riuniranno tutte le confessioni cristiane e tutte le altre religioni nell’unica religione e realizzeranno la profezia di Gesù: "Si farà un solo gregge e un solo pastore". (Gv 10,10)

A cura del Comitato Culturale

del Movimento Impegno e Testimonianza

"Madre dell’eucaristia"


Qui sono citate le lettere di Dio da cui sono trascritti i brani riportati tra virgolette

[1] Lettera di Dio dell'8 ottobre 1999

[2] Lettera di Dio del 10 ottobre 1999

[3] Lettera di Dio del 3 ottobre 1999

[4] Lettera di Dio del 14 ottobre 1999

[5] Lettera di Dio del 17 ottobre 1999

[6] Lettera di Dio del 21 ottobre 1999

[7] Lettera di Dio del 31 ottobre 1999

[8] Lettera di Dio del 4 novembre 1999

[9] Lettera di Dio del 14 novembre 1999

[10] Lettera di Dio del 20 novembre 1999

[11] Lettera di Dio del 2 dicembre 1999

[12] Lettera di Dio dell'8 dicembre 1999

[13] Lettera di Dio del 12 dicembre 1999

[14] Lettera di Dio del 16 dicembre 1999

[15] Lettera di Dio del 19 dicembre 1999

[16] Lettera di Dio del 23 dicembre 1999

[17] Lettera di Dio del 1° gennaio 2000

[18] Lettera di Dio del 1° gennaio 2000

[19] Lettera di Dio del 30 gennaio 2000

[20] Lettera di Dio del 30 gennaio 2000

[21] Lettera di Dio del 5 febbraio 2000

[22] Lettera di Dio del 10 febbraio 2000

[23] Lettera di Dio dell'11 febbraio 2000

[24] Lettera di Dio del 13 febbraio 2000

[25] Lettera di Dio del 5 marzo 2000

[26] Lettera di Dio del 9 marzo 2000

[27] Lettera di Dio del 9 marzo 2000

[28] Lettera di Dio del 1° aprile 2000

[29] Lettera di Dio del 20 aprile 2000

[30] Lettera di Dio del 5 maggio 2000

[31] Lettera di Dio del 5 maggio 2000

[32] Lettera di Dio del 7 maggio 2000

[33] Lettera di Dio dell'11 maggio 2000

[34] Lettera di Dio del 13 maggio 2000

[35] Lettera di Dio del 16 maggio 2000

[36] Lettera di Dio del 20 maggio 2000

[37] Lettera di Dio del 2 giugno 2000

[38] Lettera di Dio del 7 giugno 2000

[39] Lettera di Dio del 7 giugno 2000

[40] Lettera di Dio del 13 giugno 2000

[41] Lettera di Dio del 16 giugno 2000

[42] Lettera di Dio del 21 giugno 2000

[43] Lettera di Dio del 25 giugno 2000

[44] Lettera di Dio del 26 giugno 2000

[45] Lettera di Dio del 5 agosto 2000

[46] Lettera di Dio del 19 agosto 2000

[47] Lettere di Dio del 20 agosto 2000

[48] Lettera di Dio del 20 agosto 2000

[49] Lettera di Dio del 14 settembre 2000


Allegato 1

Carissimo fratello in Cristo,

è ormai giunto il momento in cui noi tutti che abbiamo ricevuto il sacramento dell’ordine nei suoi tre gradi: episcopato, presbiterato e diaconato dobbiamo decidere in quale parte collocarci.

l’affermazione di Cristo: "Chi non è con me è contro di me" (Mt 12,30) esige da parte nostra una scelta libera, chiara e definitiva.

Il gran Paolo VI ha affermato: "Il fumo di satana è entrato nel tempio di Dio".

La Madonna ha annunciato nel 1917 a Fatima: "Satana marcerà nelle prime file della Chiesa".

Oggi la Chiesa è governata da molti uomini affiliati a potenti e segrete associazioni, sostenuti da forti centri di potere e provvisti di un’enorme quantità di denaro.

Questi mercenari, ai quali "non importa delle pecore" (Gv 10,13), si riuniscono in conciliaboli, aperti ai soli adepti, per realizzare piani il cui unico obiettivo è: distruggere la Chiesa.

A costoro siano d'ammonimento le parole d’isaia "Guai a quanti si nascondono davanti a Jahve per dissimulare il loro proposito, a quanti agiscono nelle tenebre, dicendo: "Chi ci vede? Chi ci conosce?" Oh la vostra perversità!". (Is 29,15-16)

Invito i pastori negligenti, avidi, egoisti e disonesti a leggere Ezechiele: "Poiché il mio gregge è divenuto oggetto di preda e le mie pecore, perché senza pastore, diventano pasto di tutte le bestie selvatiche, poiché i miei pastori non si sono interessati del mio gregge, hanno pasciuto se stessi senza avere cura di esso, perciò, o pastori, udite la parola di Jahve. Così dice il Signore: Eccomi contro i pastori: ad essi domanderò conto del mio gregge; li toglierò dal pascolo, così che non potranno più pascere se stessi; sottrarrò il mio gregge alla loro voracità e non servirà più ad essi di cibo". (Ez 34,8-10)

Per dare una spinta a chi è incerto da quale parte schierarsi voglio ricordare ciò che Gesù ha detto ai farisei e che anche oggi vale per coloro che si trovano nella stessa situazione spirituale: "Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? Fate dunque opere degne di conversione. La scure è già pronta alla radice degli alberi, ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco". (Lc 3,7-9)

"Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini: perché così voi non vi entrate, e lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare". (Mt 23,13-14)

Dopo la severa condanna dei pastori quale sarà la sorte delle pecore abbandonate e smarrite? Il Signore ci tranquillizza e promette: "Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi faranno pascolare con scienza e intelligenza". (Ger 3,15)

Cristo Gesù è libero di agire nella sua Chiesa come vuole. Non deve rispettare le regole umane. Non è vincolato al C.I.C., non ha mai rinunciato alla propria autorità, non ha mai abdicato al ruolo di fondatore, di capo e di maestro, come insegna la Sacra Scrittura (Ef 5,23-24 / Col 1,18 / Mt 23,8) e la dottrina della Chiesa (Lumen Gentium).

Oggi è molto urgente la "renovatio Ecclesiae in capite et in membris", come si diceva prima del Concilio di Trento.

Dio, come scrive san Paolo, "aveva prestabilito di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo, come quelle della terra" (Ef 1,10), cioè tutte le creature devono essere riunite sotto l’autorità di Cristo, perché rigenerate dalla grazia, siano condotte al Padre.

Alle soglie del terzo millennio questo progetto di Dio non si è ancora realizzato per colpa d'uomini di Chiesa, che in modi diversi e in tempi successivi hanno lavorato per i loro interessi e non per Dio, tanto da spingere Giovanni Paolo II a chiedere perdono per le numerose e pesanti colpe che hanno commesso lungo la storia della Chiesa.

Dio per realizzare il suo progetto continua ad intervenire in modo straordinario nella Chiesa.

Il sottoscritto che per ventidue anni è stato sotto il moggio, senza essere consultato è stato scaraventato da Dio sul candelabro. Il Signore mi è testimone che non ho mai desiderato né onori né potere, ma di fronte alla decisa volontà di Dio ho chinato il capo e ho detto: "Fiat voluntas tua", pur sapendo con certezza che la mia ordinazione episcopale sarebbe stata accolta con sarcasmo e sarebbe stata oggetto di calunnia.

Io avrei il diritto di lamentarmi, perché sono stato catapultato in una situazione che mi vede solo, isolato, incompreso, deriso e condannato, fino a quando Dio interverrà e, come ha promesso, "mi spianerà la strada".

Voi tutti invece dovreste ringraziare il Signore perché, dando l’episcopato a me: "Come a un aborto" (Cor 15,7), ha manifestato la sua potenza nella mia debolezza e ha deciso di servirsi di una piccola creatura, combattuta e disprezzata, per far rinascere la sua Chiesa.

Poiché m'imbarazza continuare a parlare di me, leggete con attenzione e rispetto i brani dei messaggi di Gesù, dolce maestro, della Madre dell’eucaristia, di san Giuseppe e di san Pietro che parlano dell’episcopato che Dio mi ha dato e rimproverano severamente coloro che non lo accetteranno.

Incontriamoci davanti a Gesù Eucaristia, immergiamoci nella sua luce, riempiamoci del suo amore. Aiutatemi a portare avanti l’importante e difficile missione che Dio mi ha affidato a vantaggio della Chiesa. Ricordatevi: anche senza il vostro aiuto e addirittura nonostante la vostra opposizione Dio realizzerà i suoi disegni.

Accogliamo l’invito del card. Meisner "Produrre meno carta per dare più spazio ai carismi…

La Madre dell’eucaristia ci protegga, ci consoli e ci tenga uniti all’eucaristia e al Papa.

Roma, 7 ottobre 1999

Festa della Madonna del Rosario

+ Claudio Gatti

Vescovo Ordinato da Dio

Vescovo dell’eucaristia


Allegato 2

Caro fratello in Cristo e confratello nel sacerdozio,

il giorno 11 giugno 2000, festa di Pentecoste, mentre celebravo la santa Messa nella chiesa "Madre dell’eucaristia" è avvenuto un grande miracolo eucaristico.

Avevo appena ultimato di recitare la formula di consacrazione del pane, quando dalla mia ostia ha cominciato a fuoruscire il sangue.

Per me il tempo si è fermato. Ero piegato sull’ostia che stringevo tra le mie mani e fissavo il sangue divino che si diffondeva su buona parte della sua superficie.

Sono rimasto immobile per un tempo che ai presenti è sembrato interminabile, perché pensavano che mi sentissi male, in quanto sul mio volto si alternavano un pallore impressionante e un forte rossore.

Quando mi sono un po' ripreso, ho elevato lentamente l’ostia.

Tra i presenti si è creata molta emozione, ma tutto si è svolto in un clima di profondo raccoglimento e viva partecipazione.

Mentre abbassavo la mia ostia macchiata di sangue, ho visto nella patena altre due ostie grandi che, come dirà successivamente la Madre dell’eucaristia, erano state sottratte alla profanazione e portate nel luogo taumaturgico, perché "il Vescovo, la veggente e i membri della comunità amano moltissimo l’eucaristia e sono pronti a dare la vita per difenderla".

Dopo aver recitato la formula di consacrazione del vino e fatta l’elevazione del calice, ho preso la patena che conteneva l’ostia da me consacrata macchiata di sangue e le altre due ostie sottratte alla profanazione e sono passato lungo i banchi della chiesa, perché i presenti potessero vederle in maniera ravvicinata, constatare la veridicità del fatto, percepire il profumo che emanava dall’ostia macchiata di sangue per testimoniare un domani il miracolo avvenuto.

Quando ho fatto "la frazione del pane", il sangue ha continuato a gocciare sotto gli occhi dei presenti.

Pur con rammarico ho dovuto consumare la mia ostia macchiata di sangue, come è prescritto dalle norme 113-116 del IV capitolo delle istruzioni per la celebrazione della santa Messa che sono contenute nel messale.

Nel fare la santa Comunione ho gustato il sapore dolce del sangue di Gesù e ho avvertito un forte calore e un intenso profumo che invadevano il mio interno.

Con quest'ultimo grande miracolo eucaristico Dio ha messo il suo sigillo su tutti quelli precedenti che sono stati rifiutati dai grandi uomini della Chiesa, che hanno preteso di sapere il nome del sacerdote che aveva consacrato le ostie che Gesù, la Madonna, i santi e gli angeli hanno trasportato nel luogo taumaturgico, comprese le numerose ostie che hanno versato sangue.

Come Giovanni ha visto il sangue e l’acqua che uscivano dal costato trafitto di Gesù, così io, vescovo ordinato da Dio, la veggente Marisa Rossi e molte persone abbiamo visto il sangue fuoruscire dall’ostia consacrata da me e possiamo ripetere con l’apostolo: "Chi ha veduto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è veritiera, ed egli sa che dice il vero, affinché voi crediate". (Gv 19,37)

"Ho innalzato preghiere e suppliche con forte gemito e lacrime" (Eb 5,7), perché i miei confratelli sacerdoti, vescovi e cardinali possano vivere il proprio ministero sacerdotale ed episcopale con lo spirito del Battista, come sta scritto nel profeta Isaia: "Preparate la via del Signore, appianate i suoi sentieri". (Mc 1,3)

l’amore di Gesù Eucaristia riscaldi i cuori, rafforzi la volontà, illumini l’intelletto, perché in mezzo a noi non ci sia nessun Nicodemo o Giuseppe d'Arimatea, che erano discepoli occulti del Signore per paura dei Giudei.

Dio vuole che manifestiamo la nostra fede nel grande miracolo eucaristico avvenuto nel luogo taumaturgico, per questo non dobbiamo lasciarci condizionare da calcoli umani, da paura di ritorsioni, da minacce e ricatti degli uomini.

Ricordiamo le parole del Signore: "Chiunque si dichiarerà per me dinanzi agli uomini, anch'io mi dichiarerò per lui dinanzi al Padre mio che è nei cieli; chiunque, invece, mi avrà rinnegato dinanzi agli uomini, anch'io lo rinnegherò dinanzi al Padre mio che è nei cieli". (Mt 10,32-33)

Per onestà e correttezza devo anche riportare quanto Gesù ha detto in un'apparizione: "Chi vedrà le foto del miracolo deve gridare forte: "Popolo mio, che cosa abbiamo fatto? Stiamo uccidendo delle persone che amano veramente l’eucaristia".

Io do il mio appoggio, la mia benedizione a questa lettera che verrà spedita agli uomini della Chiesa. Chi oltraggerà questa lettera, chi parlerà male del miracolo eucaristico avvenuto nel luogo taumaturgico non entrerà mai in Paradiso.

Per coloro che continueranno a parlar male, a beffeggiare, a offendere, a calunniare e a diffamare non ci sarà il Paradiso. Guai a costoro. Voi non avete mai sentito parlare Gesù in questo modo. I miei sacerdoti mi fanno rivivere ogni momento la passione.

È arrivato il tempo che scoppi qualcosa, ma guai a loro. Credetemi, il "guai" di Dio è terribile". (Messaggio di Gesù, 14 giugno 2000)

Io non giudico né condanno nessuno, ma soffro al pensiero che tanti confratelli non abbiano l’ardore, il coraggio e la forza di tornare a Dio, di difendere l’eucaristia, di onorare la Madre dell’eucaristia e di iniziare ad amare veramente la Chiesa e le anime.

Mi auguro che presto possiamo ritrovarci tutti insieme nel luogo taumaturgico per adorare l’eucaristia trasportata da Gesù e dalla Madonna che ha sanguinato due volte.

Il Signore ci benedica, la Madre dell’eucaristia ci copra con il suo manto.

Roma, 15 giugno 2000

+ Claudio Gatti

Vescovo Ordinato da Dio

Vescovo dell’eucaristia