Eucharist Miracle Eucharist Miracles

Roma, 8 marzo 1998 - ore 10:30

Marisa - È una scena bellissima: tutti gli angeli e i santi accompagnano i tre Gesù. Io adesso come faccio a parlare con tutti e tre? Gesù, ti voglio affidare tutte le persone che si sono raccomandate alle mie preghiere, ti raccomando in modo particolare Don Claudio.

Madonna - Inginocchiati anche tu, figlia mia e prostrati davanti alla santissima Trinità in adorazione.

Marisa - Mamma mia! La Madonna, tutti gli angeli e i santi stanno in ginocchio in adorazione.

Devo piegare le ginocchia? Mi fanno male, sai?

Ti adoriamo, o santissima Trinità.

Gesù - Noi, un solo Dio in tre persone, siamo qui per benedirvi tutti, uno ad uno. Pregate moltissimo, la battaglia è iniziata; c'è chi lavora sotto traccia e chi lavora con sincerità, con semplicità e libertà.

Marisa - Siete belli tutti e tre, bellissimi, siete uguali.

Madonna - Adesso che hai adorato, figlia mia, alzati pure e siediti, perché soffrirai la sudorazione. Non ti preoccupare, hai dato tutto a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Coraggio, siedi.

Marisa - Ho pensato che oggi mi avresti risparmiato qualcosa, però se tu vuoi che io soffra obbedisco, faccio tutto quello che voi mi dite.

Gesù - Noi adesso ci diamo gloria, anche voi date gloria a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Sarà la Madre dell’Eucaristia a dare il messaggio. Ciao, figlia mia, coraggio.

Marisa - Sorridi oggi, anch'io cerco di sorridere, ma è duro.

Madonna - È bello il canto "Volto rigato dal dolore". Vuoi presentarmelo?

Marisa - Subito. Sì, il volto rigato dal dolore è quello di Don Claudio.

Madonna - Leggi, figlia mia.

(Marisa legge il testo della canzone che ha scritto e musicato Selenia)

Madonna - Imprimete nel vostro cuore questa prima riga: volto rigato dal dolore. Anche Gesù aveva il volto rigato dal dolore; è bello somigliare a Gesù. Grazie a chi ha scritto queste parole, so che non vorrebbe farlo sapere agli altri, perché Selenia è timida.

Marisella, perché non dire come sono le cose? Quando scrivevo delle rime, delle poesie, dicevo: "Io, Maria, Miriam le ho scritte". Perché non dirlo? Non è proprietà vostra, è un dono di Dio. Dio a tanti di voi ha dato un dono.

Marisa - Vuoi vedere come è scritta la poesia?

Madonna - Guarda, Marisella, lo so come è scritta.

Marisa - Guarda.

Madonna - Ma l’ho vista.

Marisa - Aspetta, c'è anche la firma. Non so che devo fare adesso.

Madonna - Adesso prendi la tua poesia.

Madonna - Volto rigato dal dolore. Oggi ti permetto tutto è una grande festa per voi e anche per noi del cielo. Noi festeggiamo questo volto rigato dal dolore, perché Don Claudio è con Gesù, Gesù è dentro di lui e lui è in Gesù.

Quante lacrime ancora dovrete versare, ma versatele per amore della Chiesa che Dio ha fondato. La Chiesa non è stata fondata dagli uomini, se la Chiesa fosse andata avanti grazie agli uomini sarebbe già stata distrutta da moltissimi anni.

C'è qualcuno che è venuto per controllare. Non si nasconda, venga avanti, ascolti ciò che dice la Mamma, la Madre dell’Eucaristia; non c'è bisogno di restare nascosti. Gesù parlava davanti a tutti a testa alta e quando doveva rimproverare, rimproverava tutti, ma con amore. Perché spiare? Perché lavorare sotto traccia e non uscire allo scoperto? Potete fare ciò che volete, anche distruggere questi miei due figli, ma Dio è con loro, quindi non restate nascosti, venite avanti, convertitevi, inginocchiatevi davanti a Dio.

Marisa - Sì, ho capito, però ci devi aiutare. Anche se ho l’astinenza aiutaci ugualmente.

Madonna - Adesso datevi la mano, miei cari figli, stringetevi fortemente l’uno all’altro. Anche voi che siete venuti per controllare, allungate la mano, alzate gli occhi al cielo, gridate e riflettete bene quando dite: "Liberaci dal male". Coraggio. Padre Nostro…

Miei cari figli, grazie della vostra presenza e della solidarietà che date al vostro sacerdote. Lui non è disubbidiente, non è un ribelle, come dicono. Sono sempre i grandi uomini che parlano dietro le spalle e mandano avanti, non dico le spie, ma altri a controllare, a verificare, ma non apertamente. Siete nascosti, ma io vi vedo, miei cari figli, vedo anche voi e spero che questa vostra venuta qui comporti almeno la vostra conversione.

Non vorrei rattristarvi più di tanto, purtroppo il momento è forte e la battaglia è iniziata. A voi chiedo preghiere, sacrifici, fioretti, come sempre, e la solidarietà al sacerdote. Se credete alle mie apparizioni, alle apparizioni eucaristiche, vi dico, poiché Dio mi ha ordinato di dirvelo, che il sacerdote è nella verità, non è ribelle, non ha mai disubbidito alla Chiesa, ma l’hanno costretto, senza riuscirvi, a disubbidire a Dio, hanno violentato la sua coscienza, il suo cuore e la sua persona.

Dio ha detto: "Qui voglio la santa Messa"; ma i grandi uomini non l’accettano, non vogliono credere che sia Dio, che sia io, la Madre dell’Eucaristia, a ordinare questo e rispondono con lettere minacciose, piene di cattiveria e di vendetta.

Anche voi, che ascoltate, che siete venuti per controllare, dite che il sacerdote è nella verità, è sempre stato nella verità. Dio Padre ha voluto questa santa Messa. Perché togliere la santa Messa nel luogo taumaturgico? Guardate nelle parrocchie cosa fanno gli altri sacerdoti e cosa combinano: girano per le case non per fare la missione cittadina, ma per parlare del più e del meno. Invece, un sacerdote che lavora per le anime viene bersagliato da tutti. Anche i sacerdoti che hanno detto: "Don Claudio, non ti abbandoneremo mai, soltanto la morte ci separerà da te", hanno tradito e girato le spalle. Perfino quei buoni sacerdoti che dicevano di amarlo sono andati ad alzare le braccia (a partecipare ad un incontro del Rinnovamento dello spirito). Qui è presente Gesù Eucaristia e non vengono.

Devo dire che ancora una volta non hanno capito nulla; è triste per me, la Mamma, dire che i figli non comprendono, è triste, perché io ho dato tutto ai miei figli prediletti.

Voi, laici, avete compreso, avete pregato, vegliato e dato solidarietà al sacerdote. Voi che siete venuti da lontano avete dimostrato di amare il sacerdote. Io, la Mamma di tutti, vi benedico con tutto il cuore e chiederò a Dio, intercederò presso Dio per voi, per le vostre preoccupazioni e sofferenze, pregherò per la guarigione spirituale e fisica, sempre facendo la volontà di Dio.

Ai miei apostolini ho detto: "Imparate a fare la volontà di Dio, imparate ad abbandonarvi a Lui"; dire sì a Dio e poi nel momento difficile voltargli le spalle non è bello. Dire sì a Dio significa abbandonarsi a Lui, se c'è il sole, se c'è la pioggia, se c'è il mare in tempesta; quando capita qualsiasi cosa. Questo è l’abbandono totale a Dio, il cammino del vero cristiano verso la santità. Vi voglio tutti santi, ma dovete correggere ancora tante cose sia voi, miei cari giovani, sia voi, miei cari adulti e miei piccoli bambini. Tutti dovete smussare degli angoli, via la permalosità, l’orgoglio, il primeggiare, siate semplici, umili come colombe e prudenti come serpenti.

Miei cari figli, oggi festeggiate il sacerdote, non fate a gomitate, non cercate i primi posti, ma aiutatevi l’un l’altro, come dice la vostra maestra quando cantate: "Sentitevi l’un l’altro, non cantate per conto vostro". Così io dico a voi di non lavorare per conto vostro, ma insieme; insieme date gloria a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo; insieme fate felice il vostro sacerdote, e sarete felici tutti. Tutto va bene, sia nel campo spirituale sia materiale, quando si lavora insieme, tutto diventa più facile quando si soffre insieme, tutto diventa più sopportabile quando c'è l’amore.

Avrei ancora una cosa da dirvi, probabilmente farà ridere i miei giovani: togliete le mani dalla bocca. Non è bello avere le mani in bocca, strapparsi le pelli e le pellette, non è neanche educato. Ve lo dico scherzando, da Mamma, però cercate di non comportarvi più così. È brutto quando una persona parla vedere altri che si strappano le pellette.

Marisa - Anche tu avevi le pellette? Tu conosci tutti i nostri difetti piccoli e grandi. Però sei buona, sei proprio una Mamma grande, grande, grande. Quando, però, ci fai soffrire io non dico tanto volentieri che sei una Mamma grande, grande, grande.

Madonna - Ecco, così vi voglio: liberi e sereni. Ora ascoltate, vivete la santa Messa; è una Messa di sacrificio e di sofferenza. Coloro che sono qui per controllare, controllino pure, non c'è nulla da nascondere, ma convertitevi e credete al Vangelo.

Miei cari figli, ora vi farò ridere ancora. Vedo qui tante Madonnine, per me sono tante monachine.

Marisa - Brava, anch'io ho pensato che sembravano tante monachine. Ti piacciono?

Madonna - Sì. Benedico tutte queste statuine della Madre dell’Eucaristia, benedico gli oggetti sacri, benedico la poesia, anche la tua che non hai voluto leggere.

Marisa - Dopo te la leggo da sola.

Madonna - Io già la conosco.

Marisa - l’abbiamo fatta insieme. Mannaggia, mi tiri fuori tutti i segreti.

Madonna - Benedico voi tutti e mando un bacio ai bimbi: Jacopo, il piccolo ministro straordinario che oggi non distribuirà la comunione, Davide Maria ed anche i bimbi che non ci sono, che non sono presenti. La Mamma benedice e manda il suo bacio materno a tutti. Vi porto tutti stretti al mio cuore e vi copro con il mio manto materno.

Auguri, Don Claudio, tanti auguri da tutto il Paradiso, domani ci sarà un'apparizione tutta per te.

Andate nella pace di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo.

Sia lodato Gesù Cristo.

Qualcuno forse si scandalizzerà per il modo di parlare di Marisella, ma lei è cresciuta con me; aveva appena due anni e mezzo quando ha iniziato a vedermi, quindi tra noi c'è armonia, tanta confidenza, anche questo brontolare verso la Mamma. Lei brontola, io la ascolto, sorrido, la bacio e poi vado…

Marisa - Al Padre.

Madonna - Sì, poi vado al Padre.

Marisa - Senti, potresti rimanere oggi tutto il giorno con noi; è Domenica, è festa, insomma se tu ci stai vicino noi avremo più forza e anche quelli che sono venuti per controllare vedranno che tu stai con noi.

Madonna - Ma loro non mi vedono, Marisella.

Marisa - Ti puoi far vedere almeno dal sacerdote? Un pezzettino di vestito, poco, poco. Gliel’hai promesso dal 1990. A Roma dicono che ogni promessa è debito, non so come dicono in Paradiso. Sì, va bene.

Don Claudio, gliel’ho detto se ti faceva vedere almeno un pezzetto di vestito. Ha sorriso tanto.

Don Claudio - Lo credo. Vediamo come si metteranno prossimamente le cose.