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La storia delle apparizioni

Il Signore segue il cammino di ogni uomo fin dal principio, avendo un’attenzione premurosa e costante in modo particolare verso quelle persone che Egli chiama per una grande missione; persone che, accettando la chiamata, diventano strumento prezioso nelle mani di Dio. Questo è successo a Don Claudio e Marisa che, pronunciando il loro “sì”, si so-no offerti a Dio e si sono immolati per la salvezza della Chiesa e di tanti fratelli.

Marisa vede la Madonna fin dall’età di due anni; mantiene il segreto di questo suo prezioso dono fino a quando incontrerà il suo direttore spirituale, Don Claudio Gatti. La prima volta che Marisa vede Don Claudio è il 9 marzo 1963, il giorno della sua ordinazione sacerdotale; lo vede in bilocazione mentre vengono cantate le litanie dei santi e i futuri sacerdoti sono proni a terra.

La loro storia è così ricca e intensa che vale la pena di raccontarla, ma è difficile scegliere i momenti e gli eventi più interessanti che la contraddistinguono. Abbiamo cercato di sintetizzarla dividendola in diversi periodi. Gesù, infatti, nel messaggio del 3 giugno 1997 specifica: “Ogni uomo della terra quando la conoscerà capirà e si convertirà, perché è una storia vera, piena d’amore, di sacrificio e di sofferenza”.

1971-1986: L’incontro fra Marisa e Don Claudio

Il 15 luglio Don Claudio e Marisa si incontrano a Visso (MC) in occasione di un campeggio estivo organizzato per il recupero di giovani presi dalla strada. La prima volta che Don Claudio assiste alla apparizione è in occasione di un incontro di preghiera da lui organizzato in favore dei giovani presenti al campeggio. I sacerdoti, i collaboratori e gli stessi ragazzi non si presentano, l’unica ad accettare l’invito è Marisa. Durante quell’incontro la Madonna appare e Don Claudio vede Marisa inginocchiarsi e parlare. Rimane sorpreso quando la donna comincia a ripetere la preghiera che egli aveva scritto per il giorno della sua ordinazione e che lui solo conosceva. Non soddisfatto, perché prudente per natura, vuole segni che confermino l’origine soprannaturale delle apparizioni. Il primo di questi è la conversione

di quei quaranta giovani che vuole che avvenga entro le successive ventiquattro ore. L’indomani gli stessi si accostano tutti sacramento della S. Confessione e della S. Comunione. Dopo chiede ancora altri segni per volontà di Dio vengono tutti esauditi. ancora soddisfatto si fa consigliare, istruire guidare da persone competenti, poiché si sente ancora molto giovane ed impreparato a giudicare i grandi fatti nei quali, a sua insaputa, il Signore l’ha coinvolto.

Nell’agosto del 1972 la Madonna chiede a Claudio e Marisa di partire per Lourdes. Nella grotta del santuario la Madonna dice loro Dio li ha chiamati per una importante missione: “È una missione che riguarda tutta la Chiesa riguarda tutto il mondo… siete liberi di accettare o rifiutare, ma ricordatevi: soffrirete moltissimo”

(mess. del 6 agosto 1972). Dopo tre giorni di intensa preghiera e meditazione, il 12 agosto 1971, pronunciano contemporaneamente il “sì” durante la celebrazione della S. Messa, momento dello scambio della pace.

1986-1988: Il piccolo cenacolo voluto dalla Madonna

Questi due anni vedono la realizzazione della parabola degli invitati alle nozze del figlio del re (Matteo 22, 1-14). La Madonna comincia a chiamare una ad una le persone che parteciperanno alle apparizioni, ancora segrete, e che formeranno un cenacolo di preghiera e di formazione spirituale. Non tutti rispondono alla chiamata. La paura del soprannaturale, l’orgoglio, l’insincerità e la superbia li portano, dopo un primo entusiasmo, ad abbandonare il cammino cominciato.

Il 29 giugno 1987 Don Claudio scrive al card. Vicario Poletti, al vicegerente Pignanesi e al vescovo ausiliare del settore Aragonesi, rappresentanti allora della autorità ecclesiastica, e li informa delle attività svolte dalla comunità con particolare riguardo per gli incontri di preghiera e per gli incontri biblici ed inoltre: “Voglio rendere noto che il nostro lavoro, pur raccogliendo buoni frutti spirituali, ha incontrato ostacoli e difficoltà che sono arrivate alla calunnia e alla diffamazione”. Inoltre per arricchire quelle attività e in virtù dell’insegnamento del Concilio Presbyterorum ordinis (“Tutto il bene spirituale della Chiesa è racchiuso nella Eucaristia” e, ancora, “L’Eucaristia è fonte ed apice di tutta la vita cristiana”), chiede il permesso di poter celebrare la santa Messa e di poter conservare l’Eucaristia nella

cappellina, ove si riunisce la comunità, sita in via della Benedettine 93, permesso che gli viene negato a causa di diffamazioni e calunnie diffuse da sacerdoti e da suore. Don Claudio controbatte: “Se ho sbagliato mi si rimproveri, questo è carità, ma se non ho sbagliato mi si conceda quanto chiesto, questa è giustizia”.

1988-1993: I primi passi della comunità

Il 9 marzo 1988, 25° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, Don Claudio ottiene il permesso di celebrare e di conservare l’Eucaristia nella cappellina. Cominciano così gli anni di profonda formazione spirituale centrata sulla partecipazione quotidiana alla S. Messa, su quella settimanale agli incontri della Parola

di Dio e, ancora per pochi intimi, su quella mensile alle apparizioni mariane. Queste ultime si svolgono ogni 1° sabato del mese e i relativi messaggi vengono commentati e spiegati da Don Claudio il sabato successivo. Si viene così a delineare, nel corso di cinque anni, quella che la Madonna chiama “la catechesi di

Dio Padre”, il cammino di formazione spirituale che ha come fine quello di “condurvi per mano piano piano verso la santità” (mess. ottobre 1988). La “Catechesi di Dio” si conclude il 4 settembre 1993.

Il 20 giugno 1993 la Madonna dice ai suoi figliolini, Marisa e Don Claudio, che le apparizioni dovranno diventare pubbliche. Questa notizia porta loro paura e sgomento: “Come possiamo sostenere l’urto e il peso che le apparizioni pubbliche comportano?”. Infatti se sono da una parte felici della possibilità che hanno di condividere questo dono prezioso con altri fratelli, dall’altra sanno anche che a causa di questa dovranno molto soffrire. Il 27 giugno 1993 la Madonna dice: “La

sofferenza vi consumerà”; ma li conforta quello che Gesù stesso dice loro l’11 luglio 1993: “Sono voluto venire Io per confermarvi che mia Madre ed Io vogliamo

guidarvi nella bellissima ed importante missione che Dio Padre, Dio Spirito Santo ed Io, Dio Figlio vi abbiamo affidato, per ripetervi che vi stiamo sempre vicino e per darvi coraggio”.

Il 24 settembre 1993 Don Claudio parla a lungo e dettagliatamente delle apparizioni con il vesc. aus. S.E. Mons. Nosiglia e soltanto successivamente, il 24 ottobre 1993, ne dà notizia a tutta la comunità.

1993-1994: L’inizio delle apparizioni pubbliche e della grande sofferenza

Le apparizioni si svolgono nel giardino di proprietà della comunità alle 10:30 o alle 17:30 nei giorni indicati dalla Madonna. Tutti i presenti ascoltano durante l’apparizione ciò che la Madonna dice e Marisa ripete, traducendo il messaggio di Dio dall’aramaico, lingua originale della Madonna che Marisa riesce a comprendere solo durante l’estasi.

Marisa e Don Claudio cominciano a presenziare ad incontri di preghiera seguiti dall’apparizione della Madonna e a volte di Gesù nelle diocesi di altre città come Genova, Chiavari, Bologna, L’Aquila. Don Claudio informa sempre per iscritto o di persona i Vescovi delle diocesi in cui si recano, manifestando così il

dovuto ossequio ai vescovi stessi.

Come previsto, dal momento in cui le apparizioni diventano pubbliche, cominciano per tutta la comunità, ma soprattutto per Don Claudio e Marisa quelle difficoltà e sofferenze che la Madonna aveva preannunciato nei precedenti cinque anni di formazione. Di tutte le apparizioni che avvengono nel mondo queste sono state definite da Gesù “Le più difficili, perché avvengono a Roma” (mess. del 12 giugno 1994) che Egli stesso già in un altro messaggio ha definito “scristianizzata” (mess. del

27 febbraio 1994). Il 23 giugno 1994 il card. Camillo Ruini, Vicario Generale del Papa a Roma ha affermato: “Roma non è più cristiana. Sembra una città invasa da una realtà e da una mentalità postcristiana”. E ancora la Madonna dice: “Anche se la natura umana si ribella, accettate sofferenze, calunnie e diffamazioni per queste apparizioni che sono le più importanti, come Dio Padre ha detto” (mess. del 17 luglio 1994). Infatti diverse suore di varie comunità si sono unite ai sacerdoti nel tentativo di demolire e contrastare con durezza queste apparizioni. Pur non avendo mai partecipato ad un’apparizione né conosciuto i messaggi hanno

dato dei giudizi contrari alla verità e alla carità.

Il 25 marzo 1994 è il giorno nel quale la Madonna ha solennemente annunciato: “L’Eucaristia trionferà”; nella stessa data, per coincidenza provvidenziale, viene celebrato anche l’annunzio dell’Incarnazione. L’annunciazione della Incarnazione e quella del trionfo dell’Eucaristia hanno le stesse caratteristiche: discrezione,

nascondimento, umiltà ma contengono anche energia di imporsi e capacità di trasformare, perché hanno Dio come fonte. Da quel momento c’è un incessante susseguirsi di messaggi che parlano dell’Eucaristia e del suo trionfo. Questo trionfo ha però un caro prezzo come riporta il messaggio del 31 luglio 1994: “L’Eucaristia trionferà, ma a prezzo del sangue dei miei figli”; ma porta anche consolazione perché dice nello stesso giorno: “Ci sarà anche il vostro trionfo”.

La Madonna avverte che prima del trionfo ci saranno tante sofferenze, amarezze e delusioni, ma alla fine l’Eucaristia trionferà con la conversione dei sacerdoti, delle religiose, dei veggenti e dei cristiani (mess. del 21 agosto 1994). Confortano però le sue parole: “Sono queste le apparizioni che Dio Padre ha voluto, in questo piccolo luogo, per far trionfare mio Figlio Gesù” (mess. del 16 ottobre 1994).

Altro punto di questo nuovo capitolo della storia delle apparizioni è un’esperienza soprannaturale importante che Marisa ha goduto per la prima volta il 10 luglio 1994 a Capalbio (GR): la teofania trinitaria. Ella stessa la racconta subito dopo averne goduto (il racconto dettagliato è nel libro “L’Eucaristia trionferà”).

Successivamente, il 17 luglio 1994 la Madonna le dice: “Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, Dio Uno e Trino si è manifestato a te; nessun veggente ha mai visto Dio Uno e Trino”.

Il 1994 volge ormai alla fine e per Don Claudio e Marisa le sofferenze diventano più laceranti. Il 6 dicembre il Card. Camillo Ruini sospende la facoltà di conservare l’Eucaristia nella cappellina e di celebrarvi la S. Messa. Don Claudio china il capo in segno di obbedienza anche se, come egli stesso riferisce, con la morte nel cuore. La comunità si stringe con affetto intorno a queste due creature così bersagliate e soffre per non poter partecipare alla S. Messa, presieduta dal proprio direttore spirituale nella cappellina che la Madonna ha più volte definito “il mio piccolo gioiello”. L’ultima celebrazione concessa dal Vicariato si tiene l’8 dicembre

1994. Questa ricorrenza è sempre stata un giorno di festa e di gioia, ma in questa occasione è velata dalla sofferenza e bagnata dalle lacrime. Anche la Madonna piange: “Chi comprende oggi la grande sofferenza dei miei due figliolini? Il dono che Dio ha fatto loro è rifiutato, è combattuto dagli uomini. Dio mi manda in mezzo a loro, ma gli uomini non vogliono accogliermi” (mess. dell’8 dicembre 1994). Don Claudio e Marisa stupiscono ancora una volta per la loro profonda fede e si mostrano “forti e sereni con i fratelli e le sorelle venuti da lontano” (mess. dell’8 dicembre 1994). Tale sofferenza ha avuto il suo culmine nel momento in cui Don Claudio ha portato via dalla cappellina Gesù Sacramentato tanto che se non fosse stata presente la Madonna “un infarto l’avrebbe ucciso a causa della grande sofferenza” (mess. dell’11 dicembre 1994). Nello stesso messaggio la Madonna afferma: “Hanno colpito il pastore per disperdere le pecore. Il vostro pastore è stato sempre ubbidiente alla Chiesa… Chiedo a voi, piccolo gregge, di essere solidali con il sacerdote”. È vero, qualcuno si è allontanato per paura dei grandi uomini della Chiesa, ma tante altre anime si sono avvicinate, hanno creduto e ancora lottano al fianco del sacerdote e della veggente perché l’Eucaristia trionfi. Le frecce della cattiveria umana non tardano a colpire: accusano la comunità di essere una setta; ancora una volta la Madonna difende il suo piccolo gregge: “Voi non siete una setta. La setta lavora a porte chiuse, voi lavorate a porte aperte, aperte a tutti”. Nel messaggio dell 18 dicembre la Madonna chiede preghiere, sacrifici e digiuni

“perché il sacerdote abbia la forza e il coraggio di affrontare tutte le sofferenze” perché “gli uomini imperterriti continuano a calunniarlo e a diffamarlo, solo perché ama l’Eucaristia e ama voi”. Don Claudio ama anche la Chiesa, quella fondata da Cristo; per essa donerebbe la vita, per essa donerà il suo ministero. La notte di Natale la Madonna fa vedere a Marisa il futuro della Chiesa: Dio Padre realizzerà in tutto il mondo il Trionfo dell’Eucaristia, ma questa vittoria sarà preceduta da una grande lotta all’interno della Chiesa in cui si vedranno cardinali contro cardinali e vescovi contro vescovi. Da una parte saranno schierati i difensori dell’Eucaristia e dall’altra i suoi acerrimi nemici. Per questo la Madonna chiede frequentemente e instancabilmente di pregare per il mondo, per il Santo Padre e per i grandi uomini della Chiesa.

1995-1998: I grandi miracoli eucaristici

“Qui Dio Padre ha voluto il miracolo eucaristico che si ripeterà finché non ritornerà la santa Messa” (mess. del 21 ottobre 1996).

Dopo la grande sofferenza per la privazione della celebrazione eucaristica, arriva la grande gioia. Il 14 settembre 1995 avviene il primo grande miracolo eucaristico: una particola ben visibile a tutti i presenti fuoriesce dal costato del crocifisso, portato in processione, e si depone sulle mani di Marisa. A questo grande evento ne seguono moltissimi altri in tempi e modalità diverse. Gesù, la Madonna, gli angeli o santi trasportano l’Eucaristia, prelevandola dai tabernacoli delle chiese dove non è amata e consegnandola direttamente a Marisa o depositandola nel tabernacolo o sulle statue, sui fiori, sia della cappellina e sia della stanza di Marisa.

Gesù ha detto: “Io sono qui, indipendentemente dagli uomini e dalla loro volontà” (mess. del 5 ottobre 1996) e ancora : “Qui, in questo luogo taumaturgico, è il mio tabernacolo” (mess. del 19 novembre 1996). Con questi interventi miracolosi il Signore afferma la sua presenza reale in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia.

Alcune particole sono sottratte alla profanazione, a volte mostrano segni evidenti di bruciature e colpi di pugnale; tutte emanano un profumo particolare.

La Madre dell’Eucaristia definisce il 26 novembre 1995 “il grande giorno” e ci prepara a questo evento. “Ora è tempo di penitenza e di preparazione all’incontro del 26 novembre, grande giorno per la grande missione. Il 26 novembre donerà una grande gioia a tutti se lo vivrete con umiltà e semplicità, senza fanatismo” (mess. del 1° novembre 1995). “Volete pregare anche voi con me per il grande giorno? Oh, se i sacerdoti riuscissero a comprenderne l’importanza” (mess. del 12 novembre 1995). La cronaca di questo miracolo è contenuta nel terzo libro dei messaggi “È iniziato il trionfo dell’Eucaristia”.

Il 29 giugno 1997 dal costato del crocifisso fuoriesce l’ostia che oltrepassa la teca di protezione e si posa sulla parte esterna della stessa per essere poi presa da Marisa.

Più volte l’Eucaristia portata mostra la fuoriuscita di siero; inoltre in sette occasioni sono trasportate delle particole dal cui interno è fuoriuscito del sangue. Alcune di

queste sono tuttora conservate integre e senza alcun segno di decomposizione nella sede della comunità. L’ultimo eclatante miracolo eucaristico si verifica il 17 maggio 1998 quando Gesù deposita sui fiori che si trovano nella camera di Marisa, una Santa particola intrisa di sangue sottratta durante la celebrazione della santa

Messa ad un sacerdote che non credeva nella presenza reale del Cristo nel SS. Sacramento. Questa ostia assume man mano che aumenta la fuoruscita del sangue la forma di una conchiglia, simbolo dell’anno santo. Quest’ostia viene tuttora adorata durante gli incontri di preghiera.

A noi piace ricordare una delle spiegazioni che Don Claudio ha attribuito al simbolo della conchiglia. Come la conchiglia presenta la forma ripiegata per proteggere e contenere la perla preziosa al suo interno, così l’ostia ha assunto questa forma quasi per racchiudere al suo interno il prezioso sangue di Gesù.

I difficili rapporti con il Vicariato

Purtroppo questi eventi miracolosi sono rifiutati e combattuti proprio da coloro che avrebbero dovuto accoglierli e riconoscerli come segni di Dio.

Dal 1995 in poi si succedono una serie d’incontri fra Don Claudio ed i vertici dell’autorità ecclesiastica.

Nel dicembre 1995 Don Claudio viene convocato in Vicariato; il sacerdote chiede al vicegerente Nosiglia se i messaggi sono in contrasto con gli insegnamenti del Vangelo ed egli testualmente risponde: “Non abbiamo trovato nulla che sia in contrasto con quanto insegna la Chiesa”.

Questa affermazione è in netta contrapposizione con i successivi comportamenti dell’autorità ecclesiastica; ne è la prova il veto imposto da Don Marco Fibbi, responsabile dell’ufficio stampa del Vicariato, al direttore dell’Apparition List di inserire in un apposito sito Internet i messaggi della Madre dell’Eucaristia.

Nello stesso giorno in cui si inoltra questa richiesta Marisa è interrogata dalla commissione appositamente istituita, che proferisce parole molto offensive verso la

veggente, andando contro gli stessi insegnamenti del vangelo e il C.I.C., e peccando gravemente contro la carità cristiana, perché la definisce: “Pazza, eretica, bestemmiatrice, indemoniata, idolatra”. Inoltre questo incontro non viene verbalizzato per cui successivamente è dichiarato nullo dallo stesso vicegerente Mons. Cesare Nosiglia.

Ci domandiamo come sia possibile che il Vicariato scriva la lettera di opposizione alla diffusione dei messaggi nello stesso giorno in cui la commissione interroga Marisa. Questo lasso di tempo così breve tra i due fatti ci fa dubitare seriamente che sia stata data sufficiente riflessione ad un tema così delicato.

Il Vicariato emana dei decreti dichiarati “nulli, invalidi, illegittimi” da Gesù nei riguardi del sacerdote e della comunità, giudicando in maniera offensiva “i più grandi miracoli eucaristici della storia della Chiesa” (mess. di Gesù del 20 aprile 1997). Infatti, nessuno ha mai partecipato ad un incontro o ad una apparizione, nessuno ha mai interrogato i membri della comunità, nessuno ha mai visionato il materiale fotografico e audiovisivo. Lo stesso Gesù in un altro messaggio afferma: “Chi non ha veduto, chi non è venuto ad esaminare, chi non ha interrogato, non può dare giudizi” (mess. del 14 aprile 1996). Il Cardinal Vicario, nel decreto del marzo 1996, ntima alla veggente e al suo direttore spirituale di astenersi dal compiere atti di culto eucaristico nei riguardi delle ostie che appaiono nelle mani di Marisa, pena la sospensione a divinis.

La Madre dell’Eucaristia, riferendosi a Don Claudio, afferma in un messaggio: “Tu, mio caro sacerdote prediletto, sei nella verità e questo i grandi uomini lo capiscono” (mess. del 18 aprile 1996).

La Madonna rivela inoltre che “gli uomini della Chiesa credono a ciò che è accaduto, ma non vogliono accettarlo, perché altrimenti tutta Roma si volgerebbe verso di voi ed hanno paura di questo” (mess. del 19 aprile 1997).

Per volontà di Dio Don Claudio torna a celebrare la Santa Messa

“Io, Gesù, voglio qui la S. Messa. Io, Gesù, voglio qui l’Eucaristia, consacrata dal mio sacerdote. Io, Gesù, voglio la S. Messa in questo luogo santo e taumaturgico” (mess. del 22 febbraio 1998), e la Madonna nello stesso giorno afferma che i decreti sono nulli. Don Claudio si trova in una situazione molto difficile, lacerato fra l’ubbidienza a Dio o all’autorità ecclesiastica.

Il sacerdote, dopo aver informato il Vicariato, l’8 marzo 1998, in occasione del suo 35° anniversario di ordinazione sacerdotale, celebra la S. Messa nel luogo taumaturgico, perché “bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti 5, 26-30).

Il 1° aprile 1998 il Cardinale Ruini impone a Don Claudio l’ultimatum: se non rinnega l’Eucaristia portata da Gesù e dalla Madonna e non ammette di aver sbagliato e ingannato le persone venute a pregare nel luogo taumaturgico, verrà sospeso a divinis. Don Claudio ripete con Giovanni: “Ho visto e ho creduto” (Gv. 20,8): non potendo violentare la propria coscienza e non volendo mettersi contro Dio viene sospeso a divinis.

Nel momento della prova non manca la solidarietà del cielo: “Chi l’ha sospeso a divinis non sapeva ciò che faceva e se lo sapeva… lasciamo sospesa la frase” (mess. dello Spirito Santo del 31 maggio 1998).

Dio attende in ogni istante la conversione degli uomini e i suoi disegni sono diversi da come si sono evolute le situazioni: “Questo luogo avrebbe dovuto esplodere di gioia, qui avrebbero dovuto verificarsi conversioni su conversioni. Invece, anche se ce ne sono state tante, contro di esso hanno scatenato un’opposizione feroce e distruttiva” (mess. del 26 giugno 1997).

I decreti vengono definiti da Gesù illegittimi, inoltre più volte Gesù e la Madonna affermano che il sacerdote è sempre stato ubbidiente a Dio a alla Chiesa; non ha disubbidito alla Chiesa, ma i grandi uomini della Chiesa non hanno ubbidito a Dio, perché si sono opposti alla sua divina volontà, ai suoi disegni, ai suoi miracoli Eucaristici.

La Chiesa sta vivendo il momento più critico della propria storia. L’Eucaristia, sacramento d’amore, diventerà causa di divisione: questo è uno dei tanti annunci profetici della Madonna.

La grande missione

“Aiutate a far sì che si riesca a costruire una grande Chiesa, come Dio vuole, dedicata alla Madre dell’Eucaristia. Coraggio: come tante piccole gocce formano il mare, così tante piccole offerte possono far edificare una chiesa” (mess. del 30 giugno 1996). Ed ancora: “Voglio la chiesa bella, sobria, senza tanti archetti; non

fate spese inutili. Gesù Eucaristia deve essere al centro e, se volete, mettete la Madre dell’Eucaristia e S. Giuseppe, ma da una parte: in centro ci deve essere il tabernacolo” (mess. del 19 agosto 1997).

La venuta della Madonna e del Cristo Eucaristia, nonostante il tentativo di numerose persone di distruggere l’opera di Dio, porta numerosi frutti spirituali. Sono avvenute guarigioni fisiche e spirituali, riunioni di famiglie e rappacificazioni in ambienti di lavoro, rinvigorimento e crescita della vita cristiana sacramentale.

Una delle grandi missioni che Dio affida a Marisa e Don Claudio è quella di soffrire per aiutare gli uomini della terra, la Chiesa e il Papa. Il 22 novembre 1998 veniamo a conoscenza di uno dei più graditi frutti della loro sofferenza: la conversione di settanta sacerdoti.

La Madonna dichiara Don Claudio e Marisa martiri della Chiesa, dell’Eucaristia, della Madre dell’Eucaristia. Marisa soffre i dolori della passione: sudorazione, transverberazione, stimmate, flagellazione ed incoronazione di spine. La vocazione di Marisa viene definita da Gesù: “La tua vocazione non è un sacramento,

ma sorregge il sacramento” (mess. del 6 giugno 1997), e S. Giuseppe le dice: “La tua gioia deve essere la croce” (mess. del 20 marzo 1997). La Madonna, nel messaggio del 29 novembre 1996, dice: “Pregate per il vostro sacerdote che io chiamo piccolo Papa, pregate per questa missione che gli uomini non si decidono ad accettare. Il Papa soffre, il piccolo papa soffre, gli uomini uniti al Papa soffrono” e Gesù afferma: “Figlio mio, anche se non sei né vescovo, né cardinale, né Papa, sei l’uomo forte della Chiesa, sei l’uomo grande della Chiesa”.

Il sacerdote “è stato tradito, deluso, è stato preso in giro dai grandi uomini e dai piccoli” (mess. del 9 gennaio 1997). Don Claudio più volte confessa che se lui e Marisa non avessero avuto il dono di vivere dell’Eucaristia, non avrebbero potuto sostenere la grande missione, il cui peso oramai supera di gran lunga le loro deboli forze. I membri della comunità attendono fiduciosi l’intervento di Dio. Infatti la Madonna annuncia che nel 1999 ci sarà il pieno trionfo dell’Eucaristia, preceduto però da terribili lotte in seno alla Chiesa. Il trionfo dell’Eucaristia partirà dal luogo taumaturgico e si estenderà a tutto il mondo e il volto della Chiesa tornerà a brillare senza macchia né ombra. Le apparizioni della Madre dell’Eucaristia, i miracoli Eucaristici e le teofanie trinitarie avvenute nel luogo taumaturgico saranno riconosciute dalla Chiesa e la competente autorità ecclesiastica restituirà la facoltà di celebrare la S. Messa nella cappellina e di conservarvi Gesù sacramentato. La Madonna annuncia anche che i messaggi verranno tradotti in tutte le lingue e che tutte le religioni confluiranno verso la religione Cattolica.